AEZIONE ('Αετίων, Aëtion)
Pittore greco, vissuto nella seconda metà del sec. IV a. C. La sua fama è principalmente dovuta alla precisa ed elegantissima descrizione che Luciano (Erod. Sive Aëtion, 4-6) ci ha lasciato di un suo quadro, rappresentante le Nozze di Rossane e di Alessandro (avvenute nel 327 a. C.: data sicura per la cronologia del pittore). Quantunque la descrizione di Luciano sia essenzialmente letteraria, pure noi possiamo da essa comprendere che il quadro era la rappresentazione di un "interno"; e questo ha molta importanza per la storia della pittura greca. Dentro il "talamo bellissimo" vedevasi il letto nuziale, "su cui stava seduta Rossane, vergine di rara bellezza, con gli occhi bassi e tutta vergognosa" per l'avvicinarsi di Alessandro, che le offriva una corona. Sorridevano intorno gli Amori, intenti a svelare la sposa e a slacciarle i sandali. Altri spingevano Alessandro verso di lei, altri si trastullavano con le armi deposte dal guerriero. Assisteva come paraninfo Efestione, appoggiato ad una bella figura di giovinetto, che Luciano crede quella d'Imeneo. Ma la descrizione di Luciano è di così fine eleganza, che mal si presta ad essere compendiata. Non è dato, naturalmente, attendersi osservazioni sulla luce, sui colori, o su altri punti di natura stilistica e tecnica; ma è possibile, almeno, comprendere alcuni motivi dell'arte di A.: quello degli Amori, p. es., che, scherzosi fra due amanti, e nei medesimi atteggiamenti descritti da Luciano, ritroviamo spesso nella pittura pompeiana (quadri con Ercole presso Onfale, con Marte e Venere, ecc.). Ma i "decoratori" di età romana non conobbero, certo, la pittura di A. direttamente, bensì attraverso le rielaborazioni dell'arte ellenistica.
Il soggetto del quadro con le Nozze di Alessandro e Rossane fu ripreso dagli artisti del Rinascimento, specialmente da Raffaello e dal Sodoma, il cui celebre affresco nella Farnesina è una compiuta "illustrazione" della descrizione di Luciano (v. R. Förster, Farnesina-Studien, Rostock 1880, p. 102 segg.).
Altri quadri di Aezione sono appena menzionati da Plinio (Natur. Hist., XXXV, 78), fra i quali una "sposa novella, insigne per l'espressione di verecondia", che qualcuno ha tentato d'identificare con lo stesso quadro descritto da Luciano. Ma è congettura insostenibile, quantunque possa sembrare strano che Plinio non abbia parlato di un'opera d'arte tanto famosa. Ancora meno credibile è l'altra congettura, che l'interpretazione "storica", seguìta da Luciano, sia posteriore a Plinio: A., perciò, avrebbe dipinto un soggetto di genere: al che contraddice la descrizione lucianea, se letta attentamente. -Né può essere argomento di seria discussione che nella pittura parietale di età romana, notissima col nome di Nozze Aldobrandini, sia da riconoscere l'influenza diretta del quadro di A. È molto incerto che A. sia stato anche scultore, come si è cercato desumere da un accenno, probabilmente errato, di Plinio (Natur. Hist., XXXIV, 50); ma non sarebbe, ad ogni modo, da confondere con uno scultore di egual nome, Eezione ('Ηετίων, in forma ionica), ricordato da Teocrito (Epigr., VIII), che è di età posteriore.
Bibl.: Per le fonti, quasi tutte citate qui sopra, v. G. Overbeck, Die antiken Schriftquellen, Lipsia 1868, n. 1937 segg.; A. Reinach, Recueil Milliet, I, Parigi 1921, n. 506 segg.; H. Brunn, Gesch. d. griech. Künstler, II, 2ª ed., Stoccarda 1889, p. 243 segg.; E. Pfuhl, Malerei u. Zeichnung d. Griechen, II, Monaco 1923, p. 771 segg. (con la più diffusa bibl.); J. Carcopino, in Mélanges de l'école française de Rome, XL (1923), p. 292 segg.