AFAN DE RIVERA, Carlo
Nacque a Gaeta il 12 ott. 1779 da Emanuele dei marchesi di Villanueva de las Torres, governatore di Pantelleria, e da Gaetana dell'Isola. Entrato nel 1801 nel corpo del Genio, prese parte alla difesa di Gaeta nel 1806 (una memoria dell'A. sull'argomento è nell'Archivio di Stato di Napoli, Segret., fascio 1071) e nel 1807 alla difesa di Crotone (la relativa memoria è nell'Archivio di Stato di Napoli, Arch. Philipstal, fascio 2142). Dopo essere stato a Ponza dal febbraio 1808 al novembre 1809, prestò servizio in Palermo all'Officio topografico e iniziò (nel 1812) una inchiesta sulle condizioni economico-sociali della Sicilia (inchiesta poi abbandonata dopo il ritorno del re a Napoli). Nel 1818, maggiore dello Stato Maggiore, fu nominato direttore del Deposito reale della guerra. Dal 1824 ebbe la direzione generale di Ponti e Strade, Acque, Foreste e Caccia del Regno, e successivamente resse la direzione della Scuola d'applicazione di Napoli.
L'A., che aveva sposato a Palermo nel 1815 Luigia Ferrari, morì a Napoli l'11 genn. 1852.
Oltre le memorie militari già citate, l'A. preparò diversi studi sui mezzi di difesa e sul loro rapporto con l'assetto del terreno e la condotta operativa, che, pur se presto eclissati dai lavori di L. Blanch, sono tra i più interessanti dell'epoca.
Si ricordano l'ampio saggio, inedito ma dall'A. utilizzato nelle opere edite, sulla Costituzione militare del Regno delle Due Sicilie (scritto nel 1817, in due parti, con aggiunta una Appendice del 1818; cfr. E. Gentile, Mss. aggregati all'Arch. riservato della R. Casa dei Borboni di Napoli, in Notizie degli Arch. di Stato, I [1941], p. 98); la Memoria sui mezzi di difesa del Regno delle Due Sicilie (Napoli 1844); ed il precedente Saggio sui rapporti che debbono avere tra loro i gran mezzi permanenti di difesa, la disposizione topografica del terreno e le operazioni degli eserciti (Napoli 1820). Questo lavoro, che polemicamente negava ogni valore attivo alle fortificazioni, fu elogiato dal Giornale del Regno delle Due Sicilie (31 ott. 1822) e da giornali stranieri, e aspramente criticato dal colonnello di Stato Maggiore Giovanni Pegnalver, che stampò le Riflessioni sull'opera del Maggiore Cav. Don Carlo A. da R. che ha per titolo .... (Napoli 1824).
Il problema delle bonifiche nelle regioni meridionali fu affrontato dall'A. - direttore generale di Ponti e Strade con chiara visione d'insieme. Di alcune bonifiche iniziò la parte idraulica (dintorni di Posillipo, paludi sipontine, stagni presso Brindisi, e specialmente lago Fucino, ove eseguì fra il 1826 e il 1834 l'espurgo e il restauro dell'emissario claudiano); di altre redasse i progetti (basso Volturno, lago di Salpi). L'A. sostenne anche la necessità dei rimboschimenti e diede impulso alle costruzioni stradali: sono di quegli anni il completamento, per sua iniziativa, della strada degli Abruzzi fino a Pescara e della strada calabrese fino a Tiriolo, e la costruzione, da lui ideata, dei due primi ponti pensili, a catene di ferro, in Italia, sul Garigliano e sul Calore.
Oltre a numerose opere di indole più tecnica, rivestono particolare importanza, per il modo di lumeggiare i problemi economico-sociali del Meridione, e di impostare la loro soluzione, le Considerazioni sui mezzi da restituire il valore proprio ai doni che la natura ha largamente conceduto al Regno delle Due Sicilie (3 voll., Napoli 1832-42). La posizione dell'A. di fronte alle condizioni naturali del Meridione è illuministicamente ottimista.
Il Mezzogiorno non è paese per natura sfortunato: ha ricchezze naturali e possibilità economiche notevoli. La povertà delle sue condizioni è una conseguenza del non aver dato a quelle vocazioni il valore giusto. L'opera principale dell'A. studia le potenziali possibilità di diverse regioni del Regno (valle del Volturno, valle del Pescara, valle del Sarno, costa salernitana, Terra di Bari, ecc.), che individua idrograficamente; e per ciascuna (dopo avere esaminato idrografia, genere dei suoli, viabilità, popolamento, colture agricole) disegna uno schema di sviluppo.
Suoi scritti principali (oltre quelli citati): Delle devastazioni prodotte dalle acque a cagione de' diboscamenti, Napoli 1825; Dello scioglimento della promiscuità della proprietà nella Regia Sila, Napoli 1828; Sopra il miglioramento del Real Servizio confidato al Corpo delle Acque e Strade, Napoli 1828; Considerazioni sulle circostanze fisiche ed economiche del Tavoliere di Puglia e sugli spedienti atti a migliorarne l'industria campestre e promuoverne la prosperità per mezzo della istituzione di una banca rurale e commerciale, Napoli 1834; Della restituzione del nostro sistema di misure, pesi e monete alla sua antica perfezione, Napoli 1838; Tavole di riduzione de' pesi e delle misure della Sicilia citeriore, Napoli 1840.
Fonti e Bibl.: Arch. privato della famiglia Afan de Rivera Costaguti, Roma; Arch. di Stato di Napoli, Assienti, vol. 225, 1; Storia dell' Università di Napoli, Napoli 1924, p. 625; R. De Cesare, La fine di un Regno, II, Città di Castello 1909, pp. 80, 81, 171; N. Cortese, Memorie di un generale della Repubblica e dell'Impero: F. Pignatelli, principe di Strongoli, I, Bari 1927, p. 386; R. Ciasca, Storia delle bonifiche del Regno di Napoli, Bari 1928, pp. 109-113, 123-127, 160 (elenco di altre opere dell'A., oltre quelle qui citate in Appendice, pp. 229-230); U. Broccoli, Cronache militari e marittime del golfo di Napoli e delle isole Pontine durante il decennio francese (1806-15), Roma 1953 (utilizza, oltre docc. dell'Arch. di Stato di Napoli e altri, un carteggio inedito dell'A.), passirn, e in particolare pp. 120-121; L. Gambi, C. A. de R. e l'Officio topografico di Palermo, in Arch. stor. messinese, s. 3, V-VI (1953-54), pp. 29-38.