AFAN DE RIVERA, Pietro
Figlio di Pietro dei marchesi di Villanueva de las Torres e di Maria Rosa Rota dei principi di Cerenzia, nacque a bordo di una nave nel mare di Sicilia il 31 ott. 1763. Tenente colonnello del Corpo d'Artiglieria nel 1796, fu inviato lo stesso anno in missione segreta in Lombardia per seguire le mosse dell'esercito francese. Al suo ritorno, nel 1798, venne destinato alla Real segreteria di Stato e Guerra come colonnello commmissario. Seguì Ferdinando IV in Sicilia nella prima fuga, e al ritorno, nel 1801, venne nominato segretario della commissione dei generali, cui era affidato il riordinamento dell'esercito, riprendendo inoltre dal 7 luglio 1802 il posto già occupato al ministero.
Allorché nel 1806 i Francesi giunsero a Napoli, volle seguire di nuovo in Sicilia il re Ferdinando, ma la nave che lo trasportava fu gettata da una tempesta sulle coste del continente. Bene accolto dal ministro M. Dumas, l'A. fu nominato subito capobattaglione di artiglieria, impiegato presso il ministero della Guerra, e il 14 novembre dello stesso anno promosso colonnello direttore di artiglieria. Partecipò all'assedio di Gaeta e si rese utile con i suoi consigli nella riorganizzazione delle scuole militari. Sul principio non ebbe fortuna presso Napoleone, che rimproverò il fratello Giuseppe di averlo preso al servizio del nuovo stato napoletano e giunse a fare arrestare l'A. stesso, quando fu inviato presso la Grande Armata. La difesa di Giuseppe fu efficace e l'imperatore dovette ricredersi allorché ebbe l'A., inviato in Dalmazia, ai suoi diretti ordini. Tornato in patria, l'A. fu nominato ispettore del corpo d'Artiglieria e incaricato del comando delle artiglierie della frontiera. Nell'armata attiva del 1815 fu capo di Stato Maggiore di artiglieria agli ordini di G. Pedrinelli; assunse in seguito il comando dei parchi di Ancona e fu promosso maresciallo di campo l'8 maggio 1815.
Alla restaurazione conservò il grado. Nominato direttore generale, compilò il nuovo regolamento per l'arma d'Artiglieria, approvato con la legge del 5 ott. 1815; dal dicembre dello stesso anno fu per poco tempo in Sicilia, con le funzioni di ispettore generale, a capo dell'artiglieria dell'isola.
Morì a Napoli il 30 nov. 1819 e fu sepolto in S. Giacomo degli Spagnoli. Aveva sposato Grazia Cavatore, nobile di Messina.
Lasciò vari inediti (cfr. E. Paparo), fra i quali i principali sono: Considerazioni sulla Calabria Ulteriore; Trattati varî dei Corpi di Artiglieria e del Genio, le loro manovre ed i metodi come procurare agli eserciti uffiziali istruiti e soldati da corrispondere degnamente al mestiere di detti Corpi; L'ispezione generale dell'Artiglieria del Regno di Napoli. Edita invece fu una Memoria sulle manovre di forza che occorrer possono per lo maneggio e movimenti delle macchine d'artiglieria, Messina 1792 (che sarebbe, secondo il Salvo-Cozzo, la prima parte di uno studio, di cui rimasero inedite la seconda e la terza).
Fonti e Bibl.: Arch. privato della famiglia Afan de Rivera Costaguti, Roma; Arch. di Stato di Napoli, Sez. militare, Reali Ordini, ai vari anni; ibid., Sez. militare, Antica Segreteria di Stato e di Guerra, fasci 418, 421, 423, 424; ibid., Sez. amministrativa, Scrivania di Razione, voll. 101 e 117; ibid., Manoscritti Serra, vol. V, p. 1560. E. Paparo, P. A. de R., in Biografia degli uomini illustri del Regno di Napoli, XII, Napoli 1827, pp. 5-8; M. D'Ayala, Le vite de' più celebri capitani e soldati napoletani, dalla giornata di Bitonto fino a' dì nostri, Napoli 1843, pp. 461-471; C. Minieri-Riccio, Memorie storiche degli scrittori nati nel Regno di Napoli, Napoli 1844, p. 5; C. Salvo-Cozzo, Giunte e correzioni alla lettera A della Bibliografia siciliana di G. Mira, Palermo 1881, p. 16; J. Rambaud, Naples sous Joseph Bonaparte, 1806-1808, Paris 1911, pp. 276, 288; N. Cortese, Memorie di un generale della Repubblica e dell'Impero: F. Pignatelli, principe di Strongoli, II, Bari 1927, p. CCXLVII.