AFASIA (dal gr. ἀϕασία: ἀ privativo, ϕάσις e "parola")
È la perdita parziale o totale della capacità di esprimere o comprendere le parole, senza che ciò dipenda da un deficit intellettivo o dalla lesione degli organi motori che servono al linguaggio. La classificazione delle varie forme di afasia e la loro interpretazione anatomo-clinica è ancora oggetto di discussione. Secondo i criterî cosiddetti classici, che sono sostenuti in Italia dal Mingazzini, si distinguono qui due grandi tipi di afasia: la afasia sensoriale o di Wernicke e la afasia motoria o di Broca. Accanto a questi esistono tipi misti, o intermedî, o varietà dei medesimi.
Afasia sensoriale (sordità verbale o afasia propriamente detta, secondo P. Marie): perdita della capacità di comprendere il significato delle parole parlate in una lingua nota al malato. Questa incapacità può essere più o meno grave a seconda che la forma è completa o no. Oltre a ciò vi è sempre una certa difficoltà di evocare le parole e le frasi corrispondenti all'idea e, nel discorso, si notano parafasie, ecolalie, tendenza alla perseverazione, cioè a ripetere sempre le stesse parole, parafasie di gergo (jargonaphasie). Si osserva inoltre incomprensione delle parole lette e impossibilità della scrittura sotto dettato.
Questa forma di afasia si ha per lesione del centro verbo acustico, o di Wernicke, che ha sede nella parte posteriore delle due prime circonvoluzioni temporali di sinistra (per P. Marie la lesione deve estendersi anche alla piega curva e al gyrus supramarginalis di sinistra).
Sordità verbale pura (Déjerine), o afasia sensoriale ottocorticale: consiste nella impossibilità di comprendere qualsiasi parola udita. Il malato non può ripetere le parole né scriverle sotto dettato, ma, a differenza di quanto accade nell'afasia sensoriale volgare, tutto il resto del linguaggio è ben conservato. La sordità verbale pura dipenderebbe da una lesione delle fibre afferenti al centro verbo acustico. P. Marie e la sua scuola negano l'esistenza di questa forma.
Afasia motoria vera (o afasia di Broca, o afasia corticale, o afemia, o anartria, secondo P. Marie): è l'incapacità di pronunciare le parole, senza che vi sia un disturbo degli organi periferici del linguaggio. Il disturbo consiste essenzialmente nella impossibilità di rievocare i componenti motorî delle parole. Anche questa forma può essere completa o incompleta, ma di solito, anche nelle forme più gravi, una o più parole sono ancora pronunziabili. Anche la comprensione delle frasi, specie se un po' complesse, è in questa forma alquanto difficoltosa. Questa afasia dipende, secondo le concezioni classiche, da una lesione della pars opercularis della circonvoluzione frontale terza di sinistra, (centro di Broca); secondo P. Marie e la sua scuola, da una lesione dell'insula, della capsula esterna, della capsula interna del corpo striato e della parte anteriore del talamo ottico.
Afasia motoria pura (Déjerine) o afasia motoria sottocorticale: identica alla precedente, soltanto che sono conservate le immagini motrici della articolazione delle parole. Perciò il malato può scrivere, e sebbene con difficoltà, anche leggere. La lesione è nella sostanza midollare sottocorticale del giro frontale terzo.
Afasie transcentrali o transcorticali (Mingazzini): afasia sensoriale transcentrale: è perduta la capacità di intendere le parole parlate; però, a differenza di quanto si osserva nell'afasia sensoriale volgare, il malato comprende bene quello che legge, è in grado di scrivere sotto dettato e di ripetere le parole senza peraltro capirne il senso. Afasia motoria transcentrale: il malato non è più capace di parlare e di scrivere spontaneamente; è in grado però di ripetere qualche volta le parole. La comprensione delle parole non è disturbata. Di queste due forme, la prima riconosce una lesione delle fibre associative tra il centro verbo acustico e il supposto centro ideativo del linguaggio; la seconda una lesione delle fibre associative tra il centro ideativo e il centro verbo motore.
Si descrive ancora una afasia totale in cui il malato ha perso completamente tanto la capacità di comprendere che di esprimere le parole. Questa forma è dovuta a una lesione molto estesa che colpisce tutto il sistema anatomico del linguaggio.
Le lesioni che riguardano i centri del linguaggio sono generalmente dovute ad emorragie o rammollimenti cerebrali, nonché a tumori, a compressioni corticali, a traumi.
Altre teorie sono state emesse sulla genesi delle afasie e sulla fisiopatologia del linguaggio. Da ricordare una teoria di Head, di natura esclusivamente fisiopatologica e che non ha trovato sostenitori, e soprattutto la teoria anatomo-clinica di P. Marie che ha suscitato larghe discussioni ed è seguita da una gran parte dei neurologi francesi.
P. Marie nega che esista un centro del linguaggio articolato posto nella pars opercularis della terza circonvoluzione frontale di sinistra; nega cioè l'esistenza del centro di Broca. Per questo autore esiste soltanto il centro acustico delle parole. Si avrebbe pertanto solamente una forma di afasia di Wernicke, o afasia propriamente detta (v. sopra). Il malato che comprendendo bene le parole non può pronunciarle, sarebbe un anartrico, non per lesione della terza circonvoluzione frontale di sinistra, ma per una lesione che colpisce una zona cerebrale comprendente l'insula, la capsula esterna, la capsula interna, il corpo striato, la parte anteriore del talamo. Nella maggioranza dei casi però, essendo questa zona e il centro verbo-acustico di Wernicke irrigati dalla stessa arteria, si avrebbe un tipo misto di afasia e di anartria che corrisponde al tipo di afasia di Broca degli autori classiei.
Bibl.: Per la storia delle afasie v. A. Souques, in Revue neur, agosto 1928; B. Bastian, A treatise on aphasie and other speech, Londra 1898; I. Déjerine, Sémiologie des affections du syst. nerveux, Parigi 1928; Mingazzini, Anat. clin. dei centri nerv., Torino 1913; K. Monakow, Gehirnpathologie, Vienna 1905; P. Marie, Travaux et mémoires, Parigi 1928; H. Head, in Brain, 1923.