Afghanistan
La porta dell'Asia centrale
Crocevia fra Oriente e Occidente, l'Afghanistan è uno dei paesi più poveri del mondo, dove è molto difficile procurarsi i mezzi per sopravvivere. Ciò è dovuto in parte alle avverse condizioni ambientali, sociali ed economiche, ma soprattutto alle tante guerre che hanno coinvolto le genti afghane.
L'Afghanistan è un paese prevalentemente montuoso, caratterizzato da un clima continentale con estati molto calde e secche e inverni rigidi. Ciò nonostante, quasi il 70% dei suoi abitanti si dedica all'agricoltura, che però non basta a garantire una buona qualità della vita alla popolazione. Le regioni pianeggianti, a sud, hanno un clima quasi desertico: alcuni grandi fiumi, come l'Helmand, che dalle montagne a nord scendono fino alle zone meridionali, si prosciugano cammin facendo.
Il paese non è ricco di risorse naturali, ma data la sua posizione geografica ‒ di passaggio tra Cina, India, Iran e steppe del Nord ‒ è stato più volte oggetto dei tentativi di conquista da parte di vari popoli. Proprio perché è una specie di 'incrocio', l'Afghanistan è abitato da popolazioni diverse, presenti anche in altri paesi e spesso nomadi o seminomadi ‒ Hazari e Usbechi a nord, Pashtun e Tagichi a ovest, Beluci a sud, ancora Pashtun, detti Pathani, a est ‒, ognuna con una sua lingua e una sua organizzazione sociale.
Montagne e clima rendono difficili gli spostamenti e perfino l'insediamento concentrato in luoghi che sono in pratica delle oasi. La capitale è Kabul, mentre altre città importanti sono Kandahar e Herat, molto danneggiate dalle guerre più recenti. Nell'antichità l'Afghanistan era percorso dalla via della seta, una importantissima pista carovaniera che collegava il Mediterraneo con l'Oriente; la seguì anche Marco Polo nel suo viaggio verso l'Estremo Oriente, da lui raccontato nel libro Il Milione, dove si parla anche dell'Afghanistan.
Sorto come regno indipendente nel 1747, l'Afghanistan ha sempre avuto una vita tormentata, sia per la sua posizione strategica ‒ che suscitò, nell'Ottocento, l'interesse di Russi e Inglesi ‒ sia per i contrasti tra le varie popolazioni che ne facevano parte. Negli anni Venti del Novecento l'Afghanistan si liberò dalla tutela britannica, durata per tutto l'Ottocento, e avviò una politica di equidistanza tra Urss, Cina e Stati Uniti. Ma nel 1973 un colpo di Stato abbatté la monarchia e nel 1978 un ulteriore colpo di Stato portò al potere il partito comunista, per appoggiare il quale l'Urss, nel 1979, invase il paese. I Sovietici rimasero in Afghanistan per un decennio, affrontando un sanguinoso conflitto con i guerriglieri islamici (mugiahidin).
Nel 1992 l'Afghanistan divenne una repubblica islamica, ma continuò a essere dilaniato dalla guerra tra i vari gruppi di mugiahidin, sin quando, nel 1996, prevalsero i taliban ("studenti" delle scuole coraniche). Costoro instaurarono un regime fondamentalista: le donne non potevano studiare né lavorare, gli uomini erano obbligati a frequentare le moschee e per le punizioni si ricorreva spesso alla lapidazione pubblica. I Taliban diedero inoltre ospitalità all'organizzazione terroristica al Qaeda e al suo capo, Osama Bin Laden. Il ripetuto rifiuto di consegnare quest'ultimo alle autorità internazionali determinò, nel 1999, le sanzioni da parte dell'ONU e, dopo l'attentato alle Twin towers ("Torri gemelle") di New York nel 2001, l'intervento militare degli Stati Uniti, che rovesciarono il regime dei taliban. Nel 2004, dopo tre anni di governo provvisorio, si sono svolte le prime elezioni democratiche della storia afghana, che hanno visto l'elezione di Hamid Karzai alla presidenza della Repubblica.