AFGHĀNISTĀN (I, p. 711; cfr. la carta in persia, XXVI, p. 810)
Fin dall'inizio del 1929 il re rifomiatore Amānullāh si trovò di fronte alla rivolta di elementi misoneisti, incoraggiati dalla classe dei capi religiosi e capeggiati da un uomo del popolo, Bačiah-i Saqqā, divenuto l'emiro Ḥabībullāh. Le sorti volgevano incerte.
Alla fine del febbraio 1929 giunse a Pēshāwar nell'India Britannica il futuro sovrano, Moḥammed Nādir. Egli discendeva dall'emiro Dōst Moḥammed da parte di padre e di madre, e aveva sposato una zia di Amānullāh. Nato nel 1883 a Dehra Dun nell'India Britannica, dove la sua famiglia era esiliata, vi aveva preso contatto con la cultura indiana e inglese, imparando l'urdu, l'arabo e l'inglese. Rimpatriato nel 1900, percorse una brillante carriera militare: nel 1911 era generale in capo dell'esercito afghano, nel 1919 vinceva la campagna contro l'Inghilterra e diveniva ministro della Guerra. Lasciò questa carica nel 1923 per motivi di salute (tubercolosi) e intrighi di corte; sembra che Maḥmūd Ṭarzī gli avesse fatto perdere il favore di Amānullāh. Ministro afghano a Parigi nel 1923-1926, si era poi ritirato a Nizza, donde partì per l'India quando la rivolta afghana parve toccare l'acme.
Con l'assenso delle autorità britanniche dell'India, che desideravano la pace nell'Afghānistān, nell'interesse della propria zona di confine, e che probabilmente conclusero con lui precisi accordi e fornirono aiuti, Nādir Khān passò il confine nel marzo, affermando di voler svolgere opera pacificatrice a favore di Amānullāh, e si fermò poi a Khōst, attendendo con i fratelli a raccogliere truppe fra le tribù del mezzogiorno e nella regione di Gelālābād.
Ai primi di aprile Amānullāh, dopo avere diffuso un manifesto in difesa delle riforme e della propria ortodossia religiosa, moveva da Qandahār su Kābul. Nādir Khān non lo sosteneva, e parlava di spodestare Ḥabībullāh e di indire un congresso di tribù per scegliere un nuovo sovrano. Non essendo riuscito a trarre dalla sua la potente tribù dei Ghilzāi e a prendere Ghaznah per proseguire su Kābul, Amānullāh, alla fine di maggio, dopo una battaglia perduta a Qal‛at-i Ghilzāi, riparò in India, con la famiglia.
Vi era stato per breve tempo anche un terzo pretendente: ‛AlāGhulām Nabī Khān, già ministro della Guerra di Amānullāh, poi ministro afghano a Mosca, il quale nel maggio aveva passato il confine settentrionale, con 5000 Uzbechi e Turcomanni arruolati in territorio sovietico, e aveva occupato Mazār-i Sherīf, capitale del Turkestān afghano, in nome di Amānullāh, con l'intenzione di avanzare su Tāshkurgān. Ma quando Amānullāh abbandonò la lotta e passò in India, anche Ghulām Nabī si ritirò.
Ai primi di giugno Ḥabībullāh occupava Qandahār. Nādir Khān frattanto seguitava a guadagnarsi le tribù, e alla fine di giugno, tratti dalla sua i Ghilzāi dopo averli sconfitti, iniziava il movimento su Kābul; alla fine di agosto prendeva Gardēz, l'8 ottobre occupava la capitale. Il 15 settembre l'assemblea nazionale lo proclamava re (Shāh). Ḥabībullāh, riparato nell'Afghānistān settentrionale, era arrestato alla fine di ottobre e giustiziato a Kābul poco dopo. Nādir fu riconosciuto dal governo britannico nel novembre.
Nei primi mesi del suo regno Nādir represse ribellioni e sottomise gli ultimi sostenitori del suo predecessore; molti ne furono allora e poi giustiziati. Affidò le alte cariche dello stato a parenti, cominciando dai numerosi fratelli, e nel maggio del 1930 rinnovò con l'Inghilterra il trattato del 1921. Tutti i trattati conclusi da Amānullāh furono da lui riconosciuti. Nell'ottobre inaugurò una nuova Assemblea nazionale, di 106 membri.
Nel 1931 Nādir attese a riorganizzare lo stato: ricostituì i Ministeri della giustizia e dell'istruzione, aboliti da Ḥabībullāh per fare cosa grata ai mollah, aprì scuole superiori e un istituto di scienze arabe, istituì un consiglio elettivo di ‛ulamā', un consiglio consultivo, varî tribunali. Concluse nel giugno un trattato di neutralità e non aggressione con l'U.R.S.S.
Il 31 ottobre proclamava la nuova costituzione, rifacimento di quella di Amānullāh del 1923-24, derivata in parte dal complemento alla costituzione persiana del 1907: essa sostituisce all'antico consiglio consultivo di stato l'assemblea consultiva nazionale e il senato, inaugurato nel novembre 1931.
Nel 1932 Nādir, riprendendo un antico progetto di Amānullāh, intendeva istituire un'università a Dār el-Amān, l'incompiuta capitale prossima a Kābul. Alcuni insegnamenti funzionavano già nel 1933. Iniziò nel 1932 anche importanti opere edilizie e stradali, fra cui la via da Kābul al Badakhshān.
Nel dicembre 1932 l'Afghānistān concluse un trattato di amicizia con l'‛Irāq; e nello stesso anno trattati col Giappone e con altri stati. Nel febbraio 1933 si ebbero moti presso il confine indiano, intorno a Khōst, fra le tribù dei Wazīrī e dei Maḥsūd, repressi nel marzo.
Nell'estate del 1933 si fondava a Kābul una Banca nazionale, con 30 milioni di rupie afghane di capitale, la prima sorta nel paese per liberarlo dal predominio finanziario dei cambiavalute indiani. Si studiava altresì un progetto di monopolio del commercio con l'estero, secondo l'esempio della Persia, proporzionando le importazioni all'esportazione di prodotti nazionali. La Banca nazionale ebbe il monopolio dell'importazione dello zucchero.
Ma il regno di Nādir era minato dagli antichi rancori e dalle ostilità di famiglia e di tribù che hanno sempre formato la trama della storia afghana. Mentre il breve regime di Ḥabībullāh era scomparso senza lasciare traccia, salvo qualche incursione brigantesca delle bande superstiti, dal N., i fautori di Amānullāh continuavano di tanto in tanto a dar segno di vita, e ne seguivano espulsioni e condanne.
Quel ‛Alā Ghulām Nabī, che nel 1929 aveva tentato la conquista dell'Afghānistān dal Nord, e che si era quindi ritirato a vivere a Berlino, apparteneva alla potente casa dei Chārkhī, khān della valle del Loghar, della tribù dei Yūsufzāi, e da lunga data rivale della famiglia di Nādir. Il nuovo re si era tuttavia riconciliato con lui e aveva nominato suo fratello ministro a Berlino. Nell'aprile del 1931, in occasione del pellegrinaggio, Ghulām Nabī aveva incontrato Amānullāh alla Mecca; nell'ottobre del 1932 era tornato a Kābul, e quivi era stata scoperta una sua corrispondenza con tribù che dovevano sollevarsi per restaurare Amānullāh, con l'aiuto, si disse, della Russia. Giudicato dalla Lōya Girgah, fu fucilato l'8 novembre, il fratello Ghulām Ṣiddīq Khān destituito dalla legazione di Berlino, altri membri della famiglia e sostenitori imprigionati.
Le prime conseguenze di questi episodî si ebbero nel giugno 1933, quando Moḥammed ‛Azīz Khān, fratello di Nādir e nuovo ministro a Berlino, fu quivi assassinato da uno studente. L'8 novembre 1933, esattamente un anno dopo la fine di Ghulām Nabī, seguiva l'assassinio di Nādir Shāh, ucciso nel palazzo reale durante una distribuzione di premî a studenti, da certo ‛Abd el-Khāliq, che sembra fosse un famiglio di Ghulām Nabī.
L'indomani fu proclamato re il principe ereditario Moḥammed Ẓāhir, nato nel 1914, educato a Montpellier. L'Afghānistān iniziò da allora un periodo di operoso raccoglimento e di sviluppo commerciale e culturale. Nel campo politico internazionale gli avvenimenti più importanti furono l'ammissione nella Società delle nazioni (settembre 1934), l'adesione al trattato di non aggressione fra la Persia, l'‛Irāq e la Turchia (febbraio 1936), e la firma di un patto di non aggressione con la Russia (marzo 1936).
Il commercio estero si svolse in massima parte con la Russia: è del 1934 l'accordo fra la Società nazionale afghana e la So-afghantorg per lo scambio dello zucchero russo con le pelli di karakul. Ai primi del 1936 si segnalava un aumento rilevante nelle importazioni di tessuti russi. Una missione commerciale del governo indiano visitò Kābul nel 1934, nello stesso anno vi giunse una missione commerciale giapponese; nel 1935 si apriva una mostra di tessuti giapponesi a Kābul. Nell'agosto 1934 si ebbe a Kābul la prima mostra commerciale internazionale.
Le entrate del governo (valutate in circa 150 milioni di afghani) sono in gran parte tratte dalle dogane. L'unità monetaria è l'afghani d'argento, diviso in 100 puls e pesante 10 gr. di argento a 900 di fino (una rupia indiana = 3,65 afghani). Nel maggio 1933 è stata istituita la Banca nazionale di Afghānistān, con capitale sottoscritto per un terzo dal govermo, e col privilegio di emettere biglietti fino a 20 milioni di afghani. I primi biglietti furono emessi nel novembre 1935 e sono convertibili in argento.
La Banca Nazionale è divenuta, da allora, l'organo principale dello sviluppo commerciale e finanziario afghano: essa possiede il monopolio dei metalli preziosi, delle importazioni di petrolio, zucchero e automezzi, delle divise estere; nel decennio 1926-1936 ha fondato dieci società commerciali e due consorzi, con 67 milioni di rupie afghane di capitali complessivi.
Notevole anche lo sviluppo delle comunicazioni: nel 1935 un funzionario tedesco fu chiamato a riorganizzare le comunicazioni e i trasporti; nel 1936 l'Afghānistān possedeva 3000 km. di strade adatte al traffico automobilistico. Nella primavera del 1915 la Società Marconi assunse la costruzione delle stazioni radiotelegrafiche di Kābul e di quattro città minori.
Notevoli i progressi dell'istruzione: nell'ottobre 1934 fu inaugurata a Kābul la facoltà di scienze, nel 1935 e 1936 tecnici e professori turchi vennero chiamati in Afghānistān; prende sempre maggiore sviluppo lo studio della lingua pashto, i giornali arrivano a sette, le riviste a nove. Progredì l'organizzazione dei Giovani esploratori; atleti afghāni parteciparono nel 1936 alle olimpiadi di Berlino.
Importante lo sviluppo dell'irrigazione, la costruzione di dighe e bacini montani. Tecnici italiani hanno largamente collaborato ai recenti progressi dell'Afghānistān.
Bibl.: A. Giannini, La costituzione afghāna, in Oriente moderno, XI (1931), pp. 265-274 (a p. 276 segg. il testo della costituzione del 1923-24; a pp. 430-431 il testo del trattato con l'U.R.S.S.); E. Rossi, ibid., XIII (1933), pp. 1-20 (testo della costituzione del 1931 e commento, con ampia bibl.); A. Cipolla, Asia Centrale sovietica contro India, Milano 1935; R. Dollot, L'Afghanistan, Parigi 1937; altre notizie nell'annuario persiano Sāfnāmeh-i megelleh "Kābul", Kābul 1931-32, e in Oriente Moderno, XIV (1934), p. 183 segg.; XV (1935), p. 170; XVII (1937), pp. 151-52.