AFRICA ORIENTALE PORTOGHESE (o Mozambico, I, p. 815)
Storia. - Il territorio fu toccato la prima volta da Vasco da Gama nel 1498, ma la presa di possesso, in nome del re di Portogallo, del territorio dove sorge oggi la città di Mozambico, avvenne qualche anno più tardi, nel 1507. Combattendo contro gli Arabi, i Portoghesi occuparono Mombasa, Zanzibar, spingendosi al settentrione fino a Mogadiscio e a Brava.
Durante il sec. XVI si tentò, ma invano, una penetrazione nell'interno della regione; la spedizione intrapresa dal governatore di Mozambico, Francesco Barretto, nel 1569-70 ebbe esito disastroso; né più fortunate furono le lotte posteriori. Specialmente violenti furono gli attacchi delle popolazioni del grande regno indigeno di Monomotapa. Fino al 1569 tutta la regione dipese politicamente da Goa, residenza del governatore generale dell'India: ma dopo il 1569 il Mozambico (tale allora la denominazione della colonia) fu separato dall'India e divenne possedimento autonomo sotto un proprio governatore.
La prosperità del commercio portoghese, che dipendeva quasi esclusivamente dal mercato degli schiavi, trovò gravissimo ostacolo, più che negli Europei, negli Arabi, che assalirono e occuparono, poco prima dell'inizio della guerra di successione spagnola, la maggior parte dei possedimenti africani del Portogallo del capo Delgado.
Si peggiorò la condizione della regione quando il Portogallo deliberò di tentare colà un esperimento di colonia penitenziaria, o meglio di deportazione, provocando da parte degl'indigeni violente reazioni, attacchi ai forti, minacce.
Ciò nonostante, e mentre la sentenza arbitrale del 14 aprile 1875 del presidente della repubblica francese, Mac Mahon, assegnava al Portogallo la baia di Delagoa, contesagli dagl'Inglesi, l'opera di penetrazione nell'interno andava progredendo, per merito specialmente degli esploratori, fra i quali merita un particolare ricordo il portoghese Alessandro Serpa Pinto che esplorò la regione dello Zambesi e del Niassa, e, nominato governatore del Mozambico, tentò, ma invano, di contrastare all'Inghilterra l'occupazione della regione dello Scirè. Il Portogallo dovette accettare col trattato dell'11 giugno 1891 (completato poi, per la frontiera del Barotseband, con l'arbitrato del re d'Italia, Vittorio Emanuele III, nel 1905) l'odierna linea di confine con i possedimenti inglesi, mentre con altri trattati (dicembre 1886 e luglio 1894) segnò la linea di separazione dai possedimenti tedeschi, odierno Tanganica. Col trattato di Versailles del 1919, all'Africa Orientale Portoghese fu aggiunta una parte dell'Africa Orientale Tedesca (Triangolo di Kianga).
Una parte della regione è amministrata da compagnie commerciali; principale tra esse quella detta di Mozambico, che governa il territorio di Sofala e di Manica; il resto è amministrato dallo stato, essendo cessata dal 1929 l'altra Compagnia detta del Niassa, che governava la parte più settentrionale.
La parte governata direttamente comprende i distretti di Lourenço Marques dov'è l'odierna capitale, di Quilimano, di Mozambico, di Tete, di Capo Delgado e di Niassa.
Una grande importanza commerciale ha acquistato il territorio portoghese in seguito alle costruzioni ferroviarie, che allacciano Lourenço Marques al Transvaal e Beira alla Rhodesia per il commercio di transito: la costruzione di queste linee ha dato luogo a speciali accordi tra Portogallo, Inghilterra e Unione sudafricana.
Bibl.: H. Johnston, Colonizzazione dell'Africa, Torino 1925, p. 63 seg.; Oliveira, Portugal em Africa, 1891; Colonia de Mozambique, Parigi 1931.