Vedi African Development Bank Group dell'anno: 2015 - 2016
La Banca africana di sviluppo (Afdb) fu istituita nel 1964 al fine di favorire lo sviluppo economico del continente africano da parte di 23 stati neo-indipendenti. Il Gruppo dell’Afdb si completò con la costituzione, nel 1972, del Fondo africano di sviluppo (Adf), al quale aderirono 13 paesi esterni al continente, e con il Fondo fiduciario della Nigeria (Ntf) quattro anni più tardi. Gli obiettivi statutari erano garantire la sostenibilità dello sviluppo e il progresso sociale, attraverso l’allocazione di risorse da destinare ai membri regionali e con l’offerta di assistenza tecnica per progetti sia a livello nazionale che multinazionale.
Le risorse a disposizione della Banca sono state progressivamente incrementate nel corso degli anni, tanto che i 250 milioni di unità di conto di capitale iniziale sono diventate 65 miliardi di unità di conto a fine 2014. Dal momento della sua istituzione fino al 2014, l’Afdb ha approvato operazioni di finanziamento per un totale di oltre 71,7 miliardi di unità di conto con un ammontare di 4185 prestiti, diretti per la maggior parte verso gli stati dell’Africa occidentale. Nel 2014 sono state approvate operazioni per un totale di cinque miliardi di unità di conto, destinati principalmente al settore delle infrastrutture (55,5%) e allo sviluppo rurale (10,9%). I finanziamenti hanno riguardato in gran parte il settore pubblico, che ha assorbito una quota oltre quattro volte superiore rispetto a quello privato. Nel 2014, Nigeria, Angola e Sudafrica hanno ricevuto i principali finanziamenti, per un totale di circa 2,3 miliardi di unità di conto. Guardando all’indietro, dalla fondazione al 2014 i principali beneficiari dei prestiti dell’Afdb sono stati Kenya, Tanzania e Uganda, mentre i maggiori contributori sono stati Giappone, Germania, Francia e Usa.
Il Consiglio dei governatori è il principale organo dell’Afdb. Ogni stato membro ha un rappresentante (ministri o alti funzionari nelle istituzioni finanziarie nazionali) all’interno del Consiglio e una quota di voti proporzionale alle azioni detenute. Nessun membro, o gruppo di membri, ha il potere di veto. Ciononostante, le decisioni assunte dal Consiglio vengono prese solitamente per consensus e non tramite l’esercizio del potere di voto. Il Consiglio dei governatori ha competenza esclusiva per aumenti di capitale, emendamenti all’accordo istitutivo, elezione del presidente e del Consiglio di amministrazione, nonché per quanto concerne l’ammissione di nuovi membri.
Il Consiglio di amministrazione svolge invece un ruolo operativo e si costituisce di 18 membri, 12 appartenenti ai membri regionali e sei agli stati extra-africani, che ottengono un mandato triennale rinnovabile al massimo una volta. Ogni consigliere nomina un vice che, eccetto il caso degli Usa, deve essere di un’altra nazionalità. Il presidente viene eletto in seno al Consiglio dei governatori su raccomandazione del Consiglio di amministrazione ed è il legale rappresentante della Banca e il suo direttore esecutivo. Per migliorare la qualità degli investimenti e il dialogo con i beneficiari, l’organizzazione ha aperto 34 uffici in altrettanti paesi membri regionali, due centri di Regional Resource nel 2011 a Nairobi e Pretoria, e un ufficio esterno a Tokyo nel 2012.
Algeria, Angola, Arabia Saudita, Argentina, Austria, Belgio, Benin, Botswana, Brasile, Burkina Faso, Burundi, Camerun, Canada, Capo Verde, Ciad, Cina, Comore, Congo (Repubblica), Congo (Repubblica Democratica), Corea (Repubblica), Costa d’Avorio, Danimarca, Egitto, Eritrea, Etiopia, Finlandia, Francia, Gabon, Gambia, Germania, Ghana, Giappone, Gibuti, Guinea, Guinea-Bissau, Guinea Equatoriale, India, Italia, Kenya, Kuwait, Lesotho, Liberia, Libia, Lussemburgo, Madagascar, Malawi, Mali, Marocco, Mauritania, Maurizio, Mozambico, Namibia, Niger, Nigeria, Norvegia, Paesi Bassi, Portogallo, Regno Unito, Repubblica Centrafricana, Ruanda, São Tomé e Príncipe, Senegal, Seychelles, Sierra Leone, Somalia, Spagna, Stati Uniti, Sudafrica, Sudan, Sud Sudan, Svezia, Svizzera, Swaziland, Tanzania, Togo, Tunisia, Turchia, Uganda, Zambia, Zimbabwe.
L’accordo che istituì l’Afdb non prevedeva la possibilità di adesione da parte di stati extra-africani, ma nel 1982 l’accesso venne esteso a livello globale, a condizione che lo stato intenzionato a diventare membro aderisse preliminarmente all’Adf. Oggi i membri regionali detengono il 60% delle azioni totali, che si traduce in un’analoga quota di voti. Tra gli stati africani Nigeria, Egitto e Sudafrica figurano tra i principali detentori di azioni, mentre tra i membri extra-regionali gli Stati Uniti sono il paese più influente, con il 6,6% dei voti.