Vedi African Development Bank Group dell'anno: 2015 - 2016
Gruppo della Banca africana di sviluppo
La banca africana di sviluppo (AFDB) fu istituita nel 1964 al fine di favorire lo sviluppo economico del continente africano da parte di 23 stati neo-indipendenti. Il Gruppo dell’AF- DB si completò con la costituzione, nel 1972, del Fondo africano di sviluppo (ADF), al quale aderirono 13 paesi esterni al continente, e con il Fondo fiduciario della Nigeria (NTF) quattro anni più tardi. Gli obiettivi statutari era- no garantire la sostenibilità dello sviluppo e il progresso sociale, attraverso l’allocazione di risorse da destinare ai membri regionali e con l’offerta di assistenza tecnica per progetti sia a livello nazionale che multinazionale.
Le risorse a disposizione della Banca sono state progressivamente incrementate nel corso degli anni, tanto che i 250 milioni di dollari di capitale iniziale sono diventate 60 miliardi di dollari a fine 2012. Dal momento della sua istituzione fino al 2012 l’AFDB ha approvato operazioni di finanziamento per un totale di oltre 63 miliardi di dollari con un ammonta- re di 3796 prestiti, diretti per la maggior par- te verso gli stati dell’Africa occidentale. Nel 2012 sono state approvate operazioni per un totale di quattro miliardi di dollari, destinati principalmente al settore delle infrastrutture (48,9%) e a progetti sociali (14,6%). I finanzia- menti hanno riguardato in gran parte il setto- re pubblico, che ha assorbito una quota oltre quattro volte superiore rispetto a quello privato. Nel 2012, Marocco, Tunisia e Sudafrica hanno ricevuto i principali finanziamenti, per un totale di circa 1,3 milioni di dollari. Guardando all’indietro, dalla fondazione al 2012 i principali beneficiari dei prestiti dell’AFDB sono stati Kenya, Tanzania e Uganda, mentre i maggiori contributori sono stati Giappone, Germania, Francia e USA.
IL CONSIGLIO dei governatori è il principale organo dell’AFDB. Ogni stato membro ha un rappresentante (ministri o alti funzionari nelle istituzioni finanziarie nazionali) all’interno del Consiglio e una quota di voti proporzionale alle azioni detenute. Nessun membro, o gruppo di membri, ha il potere di veto. Ciononostante, le decisioni assunte dal Consiglio vengono prese solitamente per consensus e non tramite l’esercizio del potere di voto. Il Consiglio dei governatori ha competenza esclusiva per aumenti di capitale, emendamenti all’accordo istitutivo, elezione del presidente e del Consiglio di amministrazione, nonché per quanto concerne l’ammissione di nuovi membri.
Il Consiglio di amministrazione svolge in- vece un ruolo operativo e si costituisce di 18 membri, 12 appartenenti ai membri regionali e sei agli stati extra-africani, che ottengono un mandato triennale rinnovabile al massimo una volta. Ogni consigliere nomina un vice che, eccetto il caso degli USA, deve essere di un’altra nazionalità. Il presidente viene eletto in seno al Consiglio dei governatori su raccomanda- zione del Consiglio di amministrazione ed è il legale rappresentante della Banca e il suo di- rettore esecutivo.
Per migliorare la qualità degli investimenti e il dialogo con i beneficiari, l’organizzazione ha aperto 34 uffici in altrettanti paesi membri regionali, due centri di Regional Resource nel 2011 a Nairobi e Pretoria, e un ufficio esterno a Tokyo nel 2012.
Algeria, Angola, Arabia Saudita, Argentina, Austria, Belgio, Benin, Botswana, Brasile, Burkina Faso, Burundi, Camerun, Canada, Capo Verde, Ciad, Cina, Comore, Congo (Re- pubblica), Congo (Repubblica Democratica), Corea (Repubblica), Costa d’Avorio, Dani- marca, Egitto, Eritrea, Etiopia, Finlandia, Francia, Gabon, Gambia, Germania, Ghana, Giappone, Gibuti, Guinea, Guinea-Bissau, Guinea Equatoriale, India, Italia, Kenya, Kuwait, Lesotho, Liberia, Libia, Madagascar, Malawi, Mali, Marocco, Mauritania, Maurizio, Mozambico, Namibia, Niger, Nigeria, Norvegia, Paesi Bassi, Portogallo, Regno Uni- to, Repubblica Centrafricana, Ruanda, São Tomé e Príncipe, Senegal, Seychelles, Sierra Leone, Somalia, Spagna, Stati Uniti, Sudafrica, Sudan, Svezia, Svizzera, Swaziland, Tanzania, Togo, Tunisia, Uganda, Zambia, Zimbabwe.
L’accordo che istituì l’AFDB non prevedeva la possibilità di adesione da parte di stati ex- tra-africani, ma nel 1982 l’accesso venne este- so a livello globale, a condizione che lo stato intenzionato a diventare membro aderisse preliminarmente all’ADF. Oggi i membri regionali detengono il 45,7% delle azioni totali, che si traduce in un’analoga quota di voti. Tra gli stati africani Marocco, Nigeria e Egitto figurano tra i principali detentori di azioni, mentre tra i membri extra-regionali il Giappone è il paese più influente, con il 5,8% dei voti.