AGAMEDE ('Αγαμήδη, Agamēde)
La leggenda fa di questa eroina la figliuola maggiore del re dell'Elide Augea o Augia, ben noto per la pulitura delle sue stalle compiuta da Eracle quale una delle dodici fatiche. Secondo Omero (Iliade, XI, 741), essa conosceva "quanti farmachi l'ampia terra alimenta". La stessa fama le è confermata da Teocrito, Incantatrici, vv. 15-16, dove A. viene ricordata (con nome leggermente diverso, Perimede) a paro con Medea e con Circe. A testimonianza del citato passo dell'Iliade, A. fu sposa di Mulio, ucciso da Nestore, che appunto in quel passo esalta la propria impresa; secondo Igino (fab. 157), A. ebbe da Posidone tre figli, Belo, Attore e Ditti. Il nome di A. (anche nell'altra forma Perimede) accenna a singolare abilità e sapere, appunto come il nome di Medea, con la quale del resto essa è identica, com'è in ultima analisi identico il padre di A. con quello di Medea: si tratta in ambo i casi di persone che emanano da miti solari. Un'Agamede assai meno nota, figlia di Macaria o di Pirra, avrebbe dato, secondo Stefano Bizantino, il nome alla località di Agamede presso Pirra in Lesbo. In Lesbo, a testimonianza di Nicolao Damasceno, anche una fonte avrebbe avuto il nome di Agamede.
Bibl.: Cfr. Hirschfeld-Kern, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl. d. class. Altertumswiss., I, i, col. 719, e Roscher, in Lexikon d. griech. u. röm. Mythol. del Roscher stesso, I, i, col. 89.