ARCIPRETI, Agamennone
Figlio bastardo di Giacomo, nacque a Perugia ai primi del sec. XV. Avviato dal padre, influente personaggio del partito nobiliare, alla carriera delle armi, nel maggio del 1424 era già a capo di un contingente di truppe. Il 28 ag. 1433 fu fatto cavaliere in Perugia dall'imperatore Sigisinondo di Lussemburgo e nel novembre dello stesso anno fu eletto camerlengo. Nel gennaio dei 1434 fu inviato ambasciatore del Comune presso Niccolò Piccinino, con ampie istruzioni (A. Fabretti, Note..., pp. 177-9). Altre ambascerie compi negli anni seguenti, recandosi nel 1439 presso Francesco Sforza, e nel 1442 di nuovo presso il Piccinino per indurlo ad accettare le condizioni poste da Eugenio IV per un durevole accordo; nel dicembre dello stesso 1442 all'A. fu dato l'incarico di consegnare al Piccinino una spada inviatagli in dono dal pontefice.
Le non comuni doti diplomatiche dimostrate nell'espletamento di questi incarichi avevano posto in buona luce presso il pontefice l'A.; onde nel marzo 1443 egli fu fatto governatore di Città di Castello per conto della Chiesa. Ma non perquesto egli smise di partecipare alla vita politica perugina: ché, anzi, nel giugno di quello stesso anno, su richiesta del Comune di Perugia, egli catturò il capitano di ventura Antonello della Torre il quale era in procinto di cedere ai Fiorentini il castello della Fratta.
Del resto, il governo dell'A. di Città di Castello era apertamente appoggiato dai Perugini, anche se osteggiato da un buon numero degli abitanti della città; questi ultimi, nel gennaio del 1444, provocarono un tumulto contro di lui. Dopo breve contrasto, l'A. riuscì momentaneamente a riprendere il controllo della situazione, ma nel giugno dello stesso 1444 fu costretto definitivamente ad abbandonare il governo di Città di Castello.
Ritornato a Perugia, nel 1445, dopo aver ascoltato le prediche di s. Giacomo della Marca, si fece "frate dell'Osservanza de Santo Francesco"; anche se, come osservava il cronista, "pare voglia pigliare Domenedio per li piey, ma non rende la roba altrui" (Cronaca della città di Perugia... del Graziani, p. 567).
Aveva sposato una nobildonna della famiglia Orsini, che gli portò in dote il castello di Penna; per esso i suoi discendenti aggiunsero al cognome Arcipreti la specificazione "Della Penna".
L'A. morì il 26 aprile 1454.
Fonti e Bibl.: Cronaca della città di Perugia... nota col nome di diario del Graziani, a cura di A. Fabretti, in Arch. stor. ital., XVI, 1 (1850), passim; A. Fabretti, Note e documenti raccolti e pubblicati... che servono ad illustrare le biografie...., Montepulciano 1842, pp. 177-79.