AGAPEMONITI
. Abitatori dell'Agapemone (da ἀγάπη e μονή: "dimora dell'affetto fraterno"). È il nome degli aderenti ad una sètta fondata in Inghilterra da H. J. Prince (1811-1899). Questi, abbandonato l'esercizio della medicina e divenuto pastore anglicano, predicò dapprima tra un gruppo di colleghi, i Fratelli di Lampeter (Lampeter Brethren), che poi lo abbandonarono, e quindi a Charlinch, nel Somerset. Nel maggio 1843 si presentò come lo Spirito Santo incarnato. I vescovi anglicani gl'impedirono di predicare nelle varie diocesi in cui tentò di stabilirsi. Aveva già un compagno, il pastore Samuel Starky (o Starkey), con il quale fondò una chiesa a Spaxton, presso Charlinch. Si proclamavano i "due testimoni" (e "Unti") di Apocalisse, XI, e imposero ai loro seguaci, in vista della prossima fine del mondo, la comunione dei beni. Così aprirono (1849) la loro casa comune (Agapemone) in Spaxton; la vita di lusso e le stravaganze ivi commesse attrassero l'attenzione; molte irregolarità vennero in luce in un processo, che costrinse il Prince a restituire una forte somma carpita a tre sorelle. Che vi si praticasse il libero amore, non sembra dimostrato, sebbene si parli di bimbi nati da pretese "nozze spirituali". Nel 1890, dopo un periodo oscuro, aderirono al Prince varî membri dell'Esercito della Salvezza e J. H. Smyth-Pigott, il quale, finito pastore dopo una vita avventurosa, fu il suo successore, e nel 1902 si presentò come Gesù Cristo ritornato, provocando gravi disordini. Dopo una chiusura di due anni, la chiesa ("Arca dell'Alleanza"), fondata nel 1892, si riaperse; ma nel 1908 la comunità era ridotta ad una trentina di persone, dedite a opere di carità.
Bibl.: E. J. Dukes, in Hastings, Encyclopaedia of Religion and Ethics, I, Edimburgo [1908], p. 175 segg.