AGAPITO I (Αγαπητός, Agapētus) Papa, Sant'
Arcidiacono della chiesa romana, figlio di Giordano prete dei SS. Giovanni e Paolo (il titulus Pammachii), successe a Giovanni II, morto l'8 maggio 535 e fu consacrato il 13. Stava negli archivî della chiesa il documento col quale settanta preti romani che avevano parteggiato per Dioscoro, competitore nel papato di Bonifacio II, rigettavano la memoria di Dioscoro stesso, e pronunciavano l'anatema contro di lui, promettendo anche di non essere contrarî ad un eventuale atto con cui Bonifacio II volesse designare il suo successore. Agapito, radunata l'assemblea del suo clero, fece gettare alle fiamme quel documento, riabilitando così la memoria di Dioscoro, e condannando l'uso, che cominciava ad introdursi, per cui il papa designava il suo successore. Frattanto, morti Atalarico, re degli Ostrogoti d'Italia, e sua madre Amalasunta (uccisa, si disse, per volontà di Teodato), l'imperatore Giustiniano preparava la riconquista d'Italia, atteggiandosi a vendicatore di lei. Teodato, rimasto solo sul trono, per avere pace dall'imperatore si rivolse al papa e al senato romano, minacciando di fare sgozzare tutti i senatori, con le mogli ed i figli, se non venivano a trattative con Bisanzio. Agapito, raccolti a stento i denari necessarî, mosse verso Costantinopoli. Vi fu accolto trionfalmente dall'imperatore e dal popolo; ma non riuscì ad arrestare il corso della guerra contro i Goti (febbraio 536). Nella capitale dell'impero Agapito aveva poi trovato come patriarca Antimo, eletto a quella sede per gl'intrighi dell'imperatrice Teodora, che favoriva gli eretici monofisiti. Il papa non volle comunicare con lui, e, dopo lungo tergiversare di Giustiniano, ottenne che Antimo fosse deposto e mandato in esilio, e che in sua vece fosse eletto Menna. Ma Agapito non poté tornare in Occidente. Morì a Costantinopoli, il 22 aprile 536, dopo un pontificato di undici mesi e diciotto giorni. Il suo cadavere fu portato a Roma e deposto nella Basilica vaticana nell'ottobre.
Bibl.: L. Duchesne, L'Église au VI siècle, Parigi 1925, p. 146 segg.; id., Liber Pontificalis, I, Parigi 1886, p. 287; Hefele-Leclerq, Histoire des Conciles, II, Parigi 1908, pp. 1116, 1142 segg.; Grisar, Roma alla fine del mondo antico, Roma 1908, pp. 498, 502 segg.; Villari, Le invasioni barbariche in Italia, Milano 1905, p. 176 segg.