MOSCA, Agapito (
Musca, Agabito). – Nacque il 28 aprile 1678 a Pesaro, dal marchese Carlo e da Ippolita Greppi, appartenenti a famiglie patrizie di origine bergamasca.
I Mosca si erano trasferiti da Bergamo a Pesaro verso la metà del XVI secolo. La sorella di Carlo Mosca sposò Carlo Albani e da questa unione nacque Giovanni Francesco, eletto papa con il nome di Clemente XI nel 1702 (Weber, 1999, II, p. 641). Da parte di madre, Agapito proveniva dalle famiglie Greppi e Nembrini, originarie di Gandino (Bergamo); i Greppi avrebbero ricevuto in eredità nel 1778 il feudo di Cornegliano e Bussero (di Crollalanza, [1886-90] 1977, III, p. 245; II, p. 183; Weber, 2003-04, III, p. 754).
Nel 1692 entrò nel collegio Tolomei di Siena; si trasferì poi a Roma, sotto la protezione del cugino, il cardinale Albani. Studiò infine all’Università di Urbino, conseguendo la laurea in utroque iure nel 1697.
Nel 1702, al principio della guerra di successione spagnola, fece parte del seguito di Lorenzo Fieschi, arcivescovo di Avignone, inviato in qualità di nunzio straordinario al re di Francia per intervenire negli accordi di pace europei, avendo Clemente XI appoggiato la causa del re Giacomo III Stuart, detto «il pretendente», a fianco degli interessi francesi (la missione di Fieschi fu decisa il 21 novembre, insieme alle nomine del nunzio di Colonia e di altri nunzi straordinari presso le corti di Vienna e Madrid).
Tornato a Roma nel 1703, nel 1706 fu incaricato di consegnare la berretta cardinalizia a Giovanni Alberto Badoer, nell’anno della sua creazione a vescovo di Brescia, e a Christian August von Sachsen-Zeitz, allora vescovo di Györ, in Ungheria, che si trovava a Colonia. In quell'occasione, viaggiò per la Germania e la Polonia e si recò a Vienna. Il 6 ottobre 1707 Clemente XI gli diede un canonicato in S. Pietro, e in questo contesto entrò in rapporti con Prospero Lambertini (futuro Benedetto XIV), essendo entrambi incaricati dal capitolo di riferire all’arciprete sulla moria degli animali delle tenute del capitolo e di utilizzare alcuni benefici di proprietà dello stesso (De Angelis, 2008, p. 146). Il 25 gennaio 1714 divenne referendario del tribunale di grazia e giustizia della Segnatura apostolica e lo rimase fino al 1730; non si conoscono le date degli ordini sacri.
Tra il 1713 e il 1724 ebbe numerosi incarichi di governo: fu vicelegato in Romagna nel dicembre 1713 e nel 1714; fu governatore di Jesi dal 26 aprile 1717 e governatore di Loreto dall’11 gennaio 1721, subentrando al sammarinese Melchiorre Maggio. Richiamato a Roma da Benedetto XIII, il 27 ottobre 1726 fu nominato presidente della Camera apostolica e il 30 aprile 1728 ne divenne chierico (nel borsino degli uffici venali le due cariche avevano la stessa stima); svolse poi la funzione di governatore di Montone nel 1729, nel 1730 e nel 1732, quando fu anche sovraintendente di Collescipoli; nel 1731 fu governatore di Cesi e delle Terre Arnolfe (Weber, 1999, II, p. 641).
Il 1° ottobre 1732 fu creato cardinale diacono, con il titolo di S. Giorgio al Velabro. Clemente XII lo scelse, con l’appoggio e il sostegno del cardinale Alessandro Albani, perché parente di Clemente XI al quale era particolarmente devoto e riconoscente. Nella scelta giovarono a Mosca anche le sue qualità umane e l’onestà mostrata nel servizio dello Stato (Pastor, 1943, XV, p. 717). Gli fu assegnata una pensione di 1000 scudi sulle rendite di Dataria (Berton, 1857, p. 1257). Il 24 novembre 1732 entrò nella congregazione dell’Indice e fu membro delle congregazioni della Consulta, del Buon governo, di Propaganda Fide (Wolf, 2010, p. 873).
Il 30 agosto 1734, alla morte del cardinale Alessandro Aldobrandini, fu nominato legato di Ferrara. Entrò a Ferrara il 20 settembre e gestì il difficile passaggio e lo stanziamento delle truppe nel corso della guerra di successione polacca, che ebbe come teatro anche lo Stato pontificio, malgrado la sua neutralità (la guerra vedeva Stanislao Leszczyński, appoggiato da re Luigi XV e dalla Dieta polacca, contro la candidatura di Federico Augusto II, elettore di Sassonia, appoggiato soprattutto dalla Russia). Il 6 luglio 1737, la legazione fu rinnovata per un triennio. Il 21 maggio 1738, ricevette a Ferrara la principessa Maria Amalia, figlia del duca di Sassonia e futura regina di Napoli nel viaggio verso il suo sposo, il re di Spagna e Sicilia Carlo III.
Partecipò al conclave per l’elezione di Benedetto XIV, aperto il 18 febbraio e durato fino al 17 agosto 1740. Nel settembre rinunciò alla legazione ferrarese, che gli era stata confermata dal neoeletto pontefice; l’11 marzo 1743 optò per il titolo di S. Agata in Suburra, che gli rimase fino alla morte.
Fu proprefetto del tribunale di Segnatura di giustizia dal 1752 al 1758 (Weber, 1994, p. 792). All’interno della congregazione dell’Indice, fu membro della commissione ristretta che dovette rivedere l’Indice dopo la riforma del 1753, promulgata con la costituzione Sollicita ac provida. Mosca fu fautore della linea che preferiva rimanere fedele alla segnalazione nell’Indice delle diverse pene alle quali erano sottoposti i lettori che non ottemperavano alle varie proibizioni di lettura (distinguendo le censure riservate all’autorità pontificia e ai vescovi dalle censure meno gravi); altri membri della commissione optavano invece per l’ipotesi di semplificare le pene e più semplicemente distinguere i libri proibiti dalla bolla In coena Domini da quelli censurati in modo più lieve (Rebellato, 2008).
Nel 1758 partecipò al conclave che elesse Clemente XIII; la sua candidatura ricevette il veto francese, poiché era ritenuto succube del cardinale Albani (Pastor, 1943, XVI/1, pp. 446-451). Negli ultimi anni fu spesso assente da Roma per motivi di salute e trascorse periodi di cura a Pesaro o a Foligno.
Morì a Roma il 21 agosto 1760.
Fu sepolto nella chiesa di S. Maria Immacolata di Roma, più nota come chiesa dei cappuccini, in cui si trova la sua lapide sepolcrale a fianco dell’altare maggiore. Per il suo ritratto, si veda l’incisione, opera di Rocco Pozzi (circa 1780), in Cardinalium S.R.E. Imagines ex calcografia Rev. Camerae Apostolicae (Bibl. apost. Vaticana, Cardinali, c. 6, 2, int. 160 cons.).
Fonti e Bibl.: Arch. segreto Vaticano, Segreteria di Stato, Francia, Armario III, t. 207, cc. 2-199, t. 208, cc. 3-290, lettere di mons. Nunzio straordinario in Francia (anche tt. 209-210, lettere del nunzio Fieschi); Segreteria di Stato, Legazione di Ferrara, t. 154, lettere originali dal legato alla SS del 1734; tt. 156-161, lettere dal legato card. Mosca alla SS dal 1735 al 1740; Segreteria di Stato, Legazione di Ferrara, t. 280, registro di lettere scritte al sig. cardinale legato di Ferrara dal 1737 al 1740; tt. 281-282, minute originali di lettere scritte per SS al sig. cardinale legato di Ferrara; t. 283, estratto delle lettere della SS al card. Mosca; SS Mem Bigl 166 (la segreteria di Stato a Mosca, nomina alla Consulta, Buon Governo e Propaganda); Arch. della Congregazione per la dottrina della fede, Index, Protocolli 78 (1731-34), c. 296r; Index, Diari XV (1721-1734), c. 132v; Index, Diari XVII, cc. 102-103. F. Valesio, Diario di Roma (1729-42), a cura di G. Scano e con la collaborazione di G. Graglia, IV, Milano 1977-79, p. 738; Notizie per l’anno 1763, Roma 1763, p. 130; Lettere di Benedetto XIV al card. de Tencin, a cura di E. Morelli, III, Roma 1984; M.A. De Angelis, Prospero Lambertini (Benedetto XIV). Un profilo attraverso le lettere, Città del Vaticano 2008, pp. 138, 146. Si vedano inoltre: G.A. Barotti, Il passaggio per lo stato di Ferrara della sacra reale maestà di Maria Amalia regina delle Due Sicilie e di Gerusalemme, e il ricevimento fattole a nome di N.S. Papa Clemente XII dall’eminentiss., e reverendiss. sig. cardinale A. M. legato a latere, Ferrara 1738; M. Guarnacci, Vitae, et res testae Pontificum Romanorum et S.R.E. Cardinalium… …quibus perducitur ad nostra haec tempora historia eorumdem Alphonso Ciacconio …aliisque descripta a s. Petro ad Clementem IX, II, Roma 1751, pp. 651-654; L. Cardella, Memorie storiche de’ cardinali della Santa Romana Chiesa, VIII, Roma 1794, pp. 259 s.; G. Moroni, M. A., in Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica da s. Pietro sino ai nostri giorni, a cura di Id., XLVII, Venezia 1848, pp. 5 s.; F. Cristofori, Storia dei cardinali di Santa Romana Chiesa, Roma 1888, pp. 233, 243; M. Schipa, Il regno di Napoli al tempo di Carlo di Borbone, Napoli 1894, p. 222; P. Antolini, Passaggio e dimora di Maria Amalia di Polonia per andare sposa a Carlo III, Argenta 1900; B. Katterbach, Referendarii utriusque Signaturæ a Martino V ad Clementem IX et Praelati Signaturae Supplicationum a Martino V ad Leonem XIII, Città del Vaticano 1931, p. 340; L. von Pastor, Storia dei papi, XV, Roma 1943, pp. 711, 717; XVI/1, pp. 446-451; R. Ritzler - S. Pirminum, Hierarchia Catholica Medii et Recientoris Aevi, VI (1730-1799), Padova 1968, pp. 6, 50, 51; Ch. Berton, Dictionnaire des Cardinaux ... publié par M. l’abbé Migne, Paris 1857, rist. Farnborough 1969, p. 1257; G.B. di Crollalanza, Mosca, in Dizionario storico-blasonico delle famiglie nobili e notabili italiane, a cura di G.B. di Crollalanza, Pisa 1886-90, rist. Sala Bolognese (Bologna) 1977, II, p. 183; III, p. 245; Ch. Weber, Legati e governatori dello Stato Pontificio, 1550-1809, Roma 1994, pp. 254, 277, 282, 370, 792; Id., Genealogien zur Papstgeschichte, con la collaborazione di M. Becker, II, Stuttgart 1999, p. 641; Id., Die Papstlichen Referendare, 1566-1809. Chronologie und Prosopographie, Stuttgart 2003-04, I, pp. 311, 317, 322, 328, 334; III, p. 754; S.M. Seidler - Ch. Weber, Päpste und Kardinäle in der Mitte des XVIII Jahrhunderts (1730-1777): das biographische Werk des Patriziers von Lucca Bartolomeo Antonio Talenti, Frankfurt a. M.-New York 2007, pp. 402-403; S. Tabacchi, Il Buon Governo. Le finanze locali nello Stato della Chiesa (secoli XVI-XVIII), Roma 2007, p. 220; E. Rebellato, La fabbrica dei divieti. Gli indici dei libri proibiti da Clemente VIII a Benedetto XIV, Milano 2008, pp. 212, 217, 219, 221s.; H.H. Schwedt, Prospopographie von Römische Inquisition und Indexkongregation 1701-1813, a cura di H. Wolf, II, M-Z, Paderborn-München-Wien-Zürich 2010, p. 873.