AGATHARCHOS (᾿Αγάϑαρχος, Agatārchos)
1°. - Pittore greco, figlio di Eudemos di Samo, probabilmente quindi nato anch'egli a Samo, ma vissuto ad Atene. La prima notizia controllata lo dà ad Atene al tempo di Eschilo; era ancora vivo al tempo di Alcibiade. La sua attività quindi si svolse tra il 460 e il 420 a. C.: pertanto la data della sua nascita va posta nel decennio 490-480 e quella della sua morte intorno al 420-415. Si sa che egli scrisse un trattato relativo alla scenografia e che dipinse delle scene per Eschilo: questo lo ha fatto ritenere come il padre del disegno prospettico, tanto più che Anassagora e Democrito avrebbero derivato dal suo i loro scritti. Tuttavia la nostra conoscenza della pittura antica di questo periodo, sia nella documentazione delle fonti sia in quella della pittura vascolare, sembra escludere la possibilità di una trattazione organica sulla prospettiva, ma fa supporre invece una impostazione di problemi che avrebbe poi avuto, nell'età seguente, una logica conclusione. Questo è confermato anche dal fatto che, nei lavori per Alcibiade, egli non risulta più che un decoratore, anche se di un eccezionale virtuosismo. Del resto anche dal passo di Vitruvio (vii, praef., 10) non appare sicuro che le scene apprestate da A. per Eschilo fossero dipinte su tela, e quindi suscettibili di sviluppare un disegno in certo senso prospettico, ma rimane il dubbio che si trattasse invece di scene costruite in legno, nelle quali pertanto la prospettiva risultava dallo scaglionamento in profondità dei vari elementi dei quali si componeva l'insieme (v. Prospettiva).
Bibl: J. Overbeck, Schriftquellen, p. 1118 ss.; E. Pfuhl, Mal. u. Zeichn., Monaco 1923, II, p. 655; A. De Capitani d'Arzago, La grande pittura greca, Milano 1945, p. 41 s.; S. Ferri, Plinio il Vecchio, Roma 1946, p. 148, n. 60; F. W. Schlicker, Hellenistische Vorstellungen von der Schönheit des Bauwerks nach Vitruv, Berlino 1940, p. 11, 85, 172.