AGATONE
. Nacque intorno al 436; e giovanissimo, col suo primo dramma, conseguiva alle feste Lenèe la vittoria che fu festeggiata nel convivio da cui Platone trasse argomento per il suo Simposio.
Dal discorso intorno all'essenza d'Amore, che egli pronuncia nel Simposio, e dalle strofe che canta nelle Tesmoforiazuse d'Aristofane (dove anche lo vediamo comparire), parodie quello e queste, ma di gusto elettissimo, ci formiamo intorno all'arte sua un'idea che riesce mirabilmente confermata dai frammenti superstiti: pochi, ma non pochissimi, né insignificanti. Agatone fu molto raffinato, ma poco arriso dall'estro, e troppo vago delle novità: delle antitesi di Gorgia, p. es., e delle astruserie musicali del nuovo ditirambo. Nelle due tragedie il coro, intensificando un carattere che già si ravvisa nelle tragedie di Euripide, si liberava quasi da ogni rapporto col testo della tragedia, e diveniva mero intermezzo musicale tra i varî episodi. Da antichi e da moderni gli fu attribuito a gran merito l'avere scritto una tragedia, Il fiore, in cui, staccandosi interamente dal mito, aveva inventata di suo la favola: es. primo ed unico nella storia della tragedia attica.
Bibl.: I frammenti sono raccolti nel Nauck, Tragicorum graecorum fragmenta, 2ª ed., Lipsia 1889; cfr. E. Romagnoli, prefazione alle Tesmoforiazuse d'Aristofane, in Poeti greci tradotti da E. R., Bologna.