AGATONI DE' MASCHI, Dionigi
Nacque ad Urbino d'antica famiglia originaria di Sant'Agata Feltria (Pesaro), intorno al 1465, e, compiuti gli studi di legge a Padova, esercitò magistrature in patria. Quando nel 1502 Cesare Borgia assalì proditoriamente il ducato di Urbino, l'A. mise in salvo il suo signore Guidobaldo da Montefeltro conducendolo a Monte Copiolo, a Sant'Agata e quindi a Meldola, allora possesso veneziano: di lì poi a Ravenna e Venezia.
Dopo la congiura della Magione e il ritorno di Guidobaldo, l'A. fu eletto gonfaloniere d'Urbino e in tale veste, dopo la strage di Sinigallia e la seconda fuga del duca, fu mandato dalla sua città al Valentino ad implorare perdono. Il Valentino cercò di guadagnarne l'animo e, confermandolo nella magistratura, lo rimandò ad Urbino perché inducesse i concittadini alla leale obbedienza (gennaio 1503); ma è da credere che l'A. non si compromettesse, perché, dopo il subitaneo crollo delle fortune dei Borgia e la definitiva restaurazione feltresca nel ducato di Urbino, fu più che mai nelle grazie del suo antico signore. Ancora come gonfaloniere della sua città, alla morte di Guidobaldo (1508), fece aprire solennemente in duomo e lesse ad alta voce il testamento col quale il defunto duca designava suo erede e successore il nipote Francesco Maria I della Rovere. Il nuovo duca mise l'A. a capo dell'ambasceria, che doveva presentarsi a Giulio II a chiedere la ratifica della successione, ed il pontefice lo creò cavaliere dello Speron d'Oro.
Mori in Urbino intorno al 1525.
Bibl.: A. Lazzari, Diz. stor. degli uomini illustri di Urbino, in G. Colucci, Antichità Picene, XXVI, Fermo 1796, p. 139; B. Baldi, Della vita e de' fatti di Guidobaldo I da Montefeltro duca d'Urbino, Milano 1821, I, pp. 242-243; II, pp. 32, 76, 234, 240; F. Ugolini, Storia dei conti e duchi d'Urbino, II, Firenze 1859, p. 116; C. Fraschetti, Cenni storici intorno alle origini della Università di Urbino, Urbino 1910, p. 11; R. de La Sizeranne, César Borgia et le duc d'Urbino, Paris 1924, pp. 19, 20.