AGEDABIA (A. T., 113-114)
Città della Cirenaica meridionale, posta a 30° 43′ 19′′ lat. N. e a 20° 15′ long. E., a 155 km. a sud di Bengasi e a 10 km. dalla costa marittima della Gran Sirte, in mezzo ad una pianura ondulata. Fu nei primi secoli della dominazione araba un centro assai considerevole, di cui ci parla al-Bakrī nella seconda metà del sec. XI, esaltandola per le sue moschee, i suoi mercati e i suoi giardini. Decaduta poi grandemente, conservò tuttavia una certa importanza come nodo stradale; ma poi fu abbandonata del tutto, e ricominciò ad aver vita nella seconda metà del sec. XIX per la costruzione di una zavia senussita.
Negli ultimi anni precedenti la nostra occupazione, l'abitato si era ricostituito in località più interna dell'antica, e i Turchi ne fecero sede di un caimacanato. Divenne così un notevole centro di traffico di un migliaio di ab., tra i quali molti Cretesi ed Ebrei. Occupata dagl'Italiani una prima volta nel maggio 1913 e definitivamente nel marzo successivo, fu distrutta perché considerata come uno dei principali appoggi del movimento senussita a noi ostile. Per l'accordo di Er-Regima (25 ottobre 1920), venne riconosciuta come sede di Sayyīd Idrīs el-Senūsi. Risorse allora a nuova e prospera vita, ricoprendosi di fabbricati in muratura e accogliendo circa 3000 ab.; ma per l'inadempienza dei patti stabiliti fu dagl'Italiani rioccupata (21 aprile 1923), onde la popolazione se ne disperse. Oggi è sede di comando di una zona militare, ed estende la sua giurisdizione sulla Cirenaica meridionale sino al confine con la Sirtica. Una piccola ferrovia di 25 km. di sviluppo la congiunge allo scalo marittimo di ez-Zuetina.