agghiacciare
. In D. è esclusivo della poesia (mentre nel Due-Trecento è usato anche in prosa: cfr. G. Villani IV 19, Passavanti Specchio [ediz. 1725] 12); è usato assolutamente, sempre in senso figurato: Pg IX 42 diventa'ismorto, / come fa l'uom che, spaventato, agghiaccia; Vn XIX 9 34 gitta nei cor villani Amore un gelo, per che onne lor pensero agghiaccia [" s'arresta "] e pere; vedi anche Rime dubbie XXX 23 Similemente [a quanto avviene alla cornacchia che si veste delle penne del pavone] divien... / d'uom che si fa adorno / ...di vertù ch'altrui dischiuda, / che spesse volte suda / de l'altrui caldo, tal che poi agghiaccia. Nel primo e nell'ultimo dei passi citati il verbo è in rima. V. anche GHIACCIARE.