aggirare [aggire, II singol. pres. indic., in Detto]
Ricorre solo in poesia, con vari significati, e - fatta eccezione per If VI 112 - sempre in rima; per lo più è adoperato come intransitivo pronominale: If VII 120 come l'occhio ti dice, u' che s'aggira, dovunque " si volge tutto a giro "; III 28 un tumulto, il qual s'aggira / ... come la rena quando turbo spira, " si muove in tondo, a vortice "; VI 112 Noi aggirammo a tondo quella strada, percorremmo una strada in curva, cioè un tratto del cerchio; Pg IV 130 Prima convien che... il ciel m'aggiri / [mi giri intorno] di fuor da essa [la porta del Purgatorio].
Ampiamente discusso il significato in If VIII 123 io vincerò la prova, / qual ch'a la difension dentro s'aggiri, ma comunque prevale ‛ aggirarsi ' per " scorrere per diverse parti " (Tommaseo), onde più di un commentatore spiega " chiunque sia che, cioè quali e quanti siano i diavoli che stiano a sorvegliare... per impedirci l'entrata... " (Chimenz). Per gli antichi: " si dea da fare " (Boccaccio; l'Andreoli: "S'aggiri. Proprio delle pattuglie di guardia alle mura assediate "). Diversamente il Torraca: " qualunque cosa... si macchini, si escogiti... a impedire che io vinca la prova entrando ", dove qual vale dunque, " qualunque cosa " e il verbo avrebbe un significato non dissimile da ‛ raggirare '. La chiosa del Landino - " in vano s'affatica; imperò che el Fiorentino dice: lui si va ‛ aggirando ', quando non fa profitto nell'affaticarsi " - sembra trovare analogia con un passo del Detto (288): " Per neente t'aggire " / mi disse... / " tu se'da me diviso, / per ciò il passo ti vieto... ", che può intendersi " ti affatichi ", " ti dai da fare inutilmente "; e appare confermato dall'occorrenza di Mare amoroso 9 " [il pesce] preso l'amo... / com' più s'agira per voler campare / ... più s'aferra contra 'l suo volere ".