AGGIUSTAGGIO
. Si designa con questo vocabolo l'insieme delle operazioni varie che si compiono, prevalentemente a mano e a freddo, per la preparazione di attrezzi, strumenti, piccole parti di macchine, ecc.; nonché quelle operazioni di ritocco e di adattamento necessarie per il montaggio di complessi meccanici, o di macchine, o per la loro riparazione.
Il nome di aggiustaggio si adopera anche per indicare accoppiamenti di parti meccaniche: così si dice aggiustaggio piano il combaciamento di due superficie piane (per es., due flange); e significato corrispondente assumono i termini: aggiustaggio conico, aggiustaggio sferico, prismatico, ecc.
Attrezzi. - Il lavoro di aggiustaggio si eseguisce comunemente sul banco di aggiustaggio a mano (fig.1), con l'aiuto di attrezzi diversi e di piccole macchine portatili, oppure fissate sul banco stesso (macchine da banco). Il banco di aggiustaggio comprende un robusto tavolone di legno, sostenuto da piedi, di legno o metallici (di ghisa o di profilati di ferro). La tavola è spesso ricoperta di una lamiera di ferro, o di zinco; talvolta il piano del banco è costituito di un lamierone di ferro, come nei banchi totalmente metallici.
Sul banco sono fissate, una per ciascun posto di lavoro, le morse (v. morsa, XXIII, p. 874), del tipo a gambo, o meglio parallele, le quali servono a tenere fermo l'oggetto in lavoro. Fra le ganasce della morsa e l'oggetto si interpongono ripari, o mordacchie di piombo, rame, ottone o di altro materiale tenero, per non guastare o deformare la superficie del pezzo in lavorazione. In appositi cassetti o scaffali l'aggiustatore ripone i suoi attrezzi.
Tracciatura. - Il lavoro di aggiustaggio trasforma pezzi grezzi, ricavati da laminati, o allestiti per fucinazione o per fusione, in pezzi finiti, asportando trucioli, a freddo, con utensilerie svariate, maneggiate a mano. Alla lavorazione propriamente detta precede talvolta la tracciatura (v. XXXIV, p. 129), eseguita sul piano di tracciatura, con gli strumenti del tracciatore: truschini, squadre, compassi, aste metriche, ecc. La tracciatura individua, sul pezzo grezzo, superficie piane o non, spigoli, assi o altri elementi, che servono di guida per il lavoro successivo e di riferimento e controllo.
La tracciatura viene segnata sulla superficie dei pezzi sbiancata a calce, o ricoperta (se si tratta di superficie già lavorata) di un sottilissimo strato di rame ottenuto spalmando la parte con una soluzione di solfato di rame. La tracciatura, che apparisce in sottilissimi tratti, viene fissata con un'idonea serie di punti, segnati con il puntizzatore, e che servono di guida e di controllo.
L'asportazione di trucioli viene fatta, talvolta, per la prima sgrossatura con la scalpellatura; in seguito con le lime, di taglio successivamente più fino (taglio grosso, bastardo, fino, finissimo) e di varia forma, in modo da giungere per approssimazioni successive alla forma voluta (v. lima, XXI p. 148).
Aggiustaggio di superficie piane e curve. - Le operazioni fondamentali di aggiustaggio comprendono la formazione di superficie piane, o curve. La superficie piana viene controllata con righe, o confrontata con altra superficie piana (v. piano di riscontro, XXVII, p. 126), in modo da riscontrare e asportare successivamente i punti più elevati e ridurla ad avere tutti i suoi punti prossimi a uno stesso piano geometrico, entro certi limiti che possono variare da 1/50 a 1/1000 di mm. a finitura ultimata. Se due o più superficie piane devono riuscire parallele fra loro, dapprima se ne lavora una e le altre si spianano, controllandone la "planitudine" e il parallelismo rispetto alla prima, assunta come piano di riferimento.
Se due superficie devono formare un angolo diedro assegnato, si sgrossano le superficie; se ne spiana una di riferimento e l'altra si spiana successivamente, controllando che sia perfettamente piana e che formi con la prima l'angolo desiderato. Il controllo si fa c0n squadre fisse (a 90°, a 120°, a 60°, a 45°) o con goniometri; talora con espedienti diversi. Analogamente si procede quando si abbiano più di due superficie piane che debbono avere posizione reciproca assegnata.
Due superficie piane possono formare un diedro convesso (fig. 2, a): si ottiene allora facilmente lo spigolo del diedro: più difficilmente se le superficie formano un diedro concavo; in qualche caso lo spigolo (che ha in genere scarsa importanza) si distrugge con un sottile taglio di sega (fig. 2, b).
Superficie curve, cilindriche, o coniche, o di altra forma, le quali presentano difficoltà varie e spesso notevoli, sono tirate alla lima, con artifici diversi, ricorrendo a riscontri (fig. 2, c), o guide di lavorazione, o sagome, che si possono ottenere con esattezza con altri mezzi, generalmente con macchine opportune, come il tornio, le trapanatrici, o le rettificatrici. Sono lavorabili in tal modo le superficie "rigate"; le superficie sghembe richiedono lavorazione con frese, lime ricurve, bulini, o scalpelli speciali.
Le superficie di aggiustaggio, specie se ampie, e se devono combaciare per un tratto esteso con altre, sono lavorate col raschietto, piatto o triangolare. Il raschietto opera come un dente isolato di lima, asportando, localmente e su area ristretta, piccoli trucioli.
Si ottengono in tal modo superficie piane assai estese, come i piani di riscontro, le guide piane delle macchine utensili, righe, squadre e simili. Si lavorano col raschietto triangolare, a spigoli curvi, le superficie cilindriche, per esempio la superficie delle bronzine, o cuscinetti che devono combaciare con alberi o perni. Per mezzo di un sottile strato di colore interposto, si rilevano i punti di contatto fra le due superficie e, raschiando leggermente in corrispondenza di questi, si giunge a ottenere che il contatto si estenda a un gran numero di punti contigui, e praticamente a tutta la superficie.
La lavorazione di aggiustaggio per superficie molto dure (oggetti di acciaio temperato o di materiali duri) si compie con abrasivi, come lo smeriglio, l'alundum, il colcotar, l'ossido di cromo, la polvere di diamante. Dette polveri vengono fissate su un sostegno di materiale dolce, generalmente di rame, comprimendo e soffregando il sostegno su una superficie dura (ghisa o ferro) spalmata di abrasivo e di olio. Il sostegno di rame si guernisce allora di abrasivo, le cui punte o spigoli agiscono come i denti delle lime: il movimento reciproco fra l'oggetto e lo smerigliatore così preparato determina l'erosione della superficie da lavorare. Si usano gli abrasivi anche in forma di barrette prismatiche o cilindriche, o mezze tonde (pietre d'India, o pietre artificiali) da usarsi come lime. Talvolta infine per superficie complesse si usano smerigliatori di rame a forma di piccole lime. Si ottengono in tal modo superficie levigate e speculari, e precisione di lavorazione grandissima, potendosi giungere al millesimo di millimetro e anche meno.
Tutta la lavorazione di aggiustaggio richiede grande abilità manuale nell'esecutore e solo una maestranza scelta, e quasi di eccezione, può giungere alle grandissime precisioni. La lavorazione è necessariamente lunga e, mentre in alcuni casi essa è la sola possibile, si cerca generalmente di sostituirle quella meccanica.
Le operazioni di aggiustaggio comprendono anche, come si è detto, i ritocchi e gli adattamenti necessarî per il montaggio di complessi meccanici o di macchine. Generalmente la macchina viene disposta su banchi di montaggio o sul suolo, e le varie parti elementari vengono a essa adattate, dopo avere eseguito, su banchi di aggiustaggio vicini, i ritocchi o le lavorazioni occorrenti.