Casadio, Aglauco
Regista e scrittore, nato a Faenza (Ravenna) il 23 novembre 1917. Autore di alcuni cortometraggi d'arte e d'argomento industriale e di due lungometraggi d'invenzione, in cui emerge quel neorealismo di marca fantastica e comica che avrebbe in parte contribuito a sviluppare, nell'ambito della commedia all'italiana, tratti di leggerezza nell'indagine psicologica e capacità di concreta rappresentazione sociale.C. si dedicò giovanissimo alla poesia (ancora nel 2001 riceverà il premio Frontino-Montefeltro) e alla critica d'arte, e poté frequentare letterati e artisti fra i quali E. Montale, V. Pratolini, C. Malaparte. Collaborò alla rivista "Prospettive" e, dopo alcune esperienze di giornalismo, realizzò alcuni cortometraggi. Fra questi, si ricorda Piccolo cabotaggio pittorico (1952), presentato a Venezia. Nel 1958 debuttò nel lungometraggio con Un ettaro di cielo, interpretato da Marcello Mastroianni e Rosanna Schiaffino, per la fotografia di Gianni Di Venanzo e la musica di Nino Rota. Il film segnò l'esordio nella sceneggiatura dello scrittore Tonino Guerra, che C. chiamò a collaborare, assieme a Elio Petri e Ennio Flaiano, dopo aver letto alcune sue poesie scritte in dialetto romagnolo. La vicenda, ambientata in un paesino della bassa padana, vede un imbroglione, tale Severino Balestra, affittare il cielo a lotti ai vecchietti del luogo che, pur di accaparrarseli, arriveranno a tentare il suicidio. Il film fu accolto come un originale tentativo, in chiave surreale e, al contempo, popolare, di rinnovare gli stilemi zavattiniani del cinema neorealista: ma un simile esperimento, fra il picaresco e il poetico, non incontrò il favore del pubblico. C. diresse nel 1961 il suo secondo e ultimo lungometraggio, Cinque leoni un soldo, un film per ragazzi che non ebbe di fatto distribuzione. Da allora si dedicò alla realizzazione di cortometraggi su commissione, sempre caratterizzati da una riconoscibile vena poetica di stampo evocativo e nostalgico. Fra questi, Piccola arena Casartelli (1960), dove si narra la triste avventura del circo Casartelli, all'indomani di un drammatico incendio; Acciaio a Spoleto (1962), commissionato dall'Italsider, dove si testimonia l'opera di dieci scultori al lavoro nelle fabbriche e nelle acciaierie, e la conseguente esposizione dei lavori realizzati, con i materiali di produzione, a Spoleto, per la rassegna Scultori in città; La ferriera abbandonata (1963), presentato a Cannes, sempre per l'Italsider, ispirato alla chiusura dello stabilimento di Voltri, in cui C. seppe ricreare l'ambiente produttivo ormai segnato in un presente d'abbandono, grazie a un'accurata ricerca di immagini e l'inserimento di fotogrammi solarizzati ottenuti con eleganza dal direttore della fotografia Mario Vulpiani.
G.P. Bernagozzi, Il documentario industriale come arte, in "Il cineamatore", 1965, 5, pp. 15-18.