AGNOLO, di Domenico di Donnino, detto il Mazziere
di Donnino, detto il Mazziere. Pittore fiorentino, nato nel 1466, fratello di Donnino, pure pittore, fu seguace di Cosimo Rosselli e abile disegnatore. Sue notizie si hanno dal Vasari, che dice essersi servito di disegni di A. per i due ritratti del Rosselli e di Benedetto da Rovezzano incisi (1568) nelle Vite (secondo il Berenson, molte altre incisioni delle Vite sembrano dovute alla stessa mano). Appunto il Vasari asserisce che A. consumò tutto il suo tempo a disegnare "senza mettere in opera", morendo, pertanto, poverissimo; ma la cosa è contraddetta da varie notizie su sue opere pittoriche, citate dallo stesso Vasari, e dal fatto che nel testamento, in data 1maggio 1513, A. lascia un'eredità ai figli Domenico e Francesco.
Si ricordano suoi affreschi nella loggia dell'ospedale di Bonifacio Lupi a Firenze, ora distrutto, raffiguranti una Trinità con più figure, lo Spedaligno che accoglie i poveri e un S. Giovanni Battista; il Baldinucci cita una cappelletta nella chiesa di S. Stefano a Calcinaia (Firenze), affrescata con figure della Madonna e Santi. Da documenti si ricava inoltre che col fratello Donnino e altri, A. eseguiva affreschi, ora perduti, nel palazzo dell'Opera di S. Iacopo a Pistoia fra il 1496 e il '97 (Bacci); il Milanesi sostiene che nel 1503 affrescava una Vergine e Santi nel palazzo del Podestà a Firenze con Domenico di Marco, mentre nel 1504 sono documentati ancora suoi affreschi nella Compagnia di Gesù Pellegrino: cinque Storie della Passione a terra verde e uno Svenimento della Vergine, terminati pare nel 1505, ma imbiancati nel 1749.
Forse nel 1508 A. fu chiamato a Roma da Michelangelo, su consiglio del Granacci, insieme con altri pittori fiorentini, per istruirlo sulla tecnica dell'affresco.
Quanto ai suoi disegni, K.T. Parker ha individuato almeno tre fogli segnati "Agn. di Donnino" (uno al British Museum e due agli Uffizi), ma il Berenson non ritiene giustificato il riferimento e li attribuisce al suo "David Ghirlandaio"; in realtà i tre disegni sono di diversa qualità e non paiono della stessa mano.
Fonti e Bibl.: G. Vasari, Le Vite... con nuove annotazioni e commenti di G. Milanesi, III, Firenze 1878, p. 190 n. 4; IV, ibid. 1879, p. 536; VII, ibid. 1881, p. 175; P. A. Orlandi, Abecedario pittorico, Bologna 1704, p. 76; G. Richa, Notizie ist. d. chiese ..., V, Firenze 1757, p. 327; F. Baldinucci, Notizie de' professori del disegno, a cura di G. Piacenza, II, Torino 1770, p. 87 n. 1; J. MesniI, La Compagnia di Gesù Pellegrino, in Riv. d'arte, II (1904), p.72 n. 2; P. Bacci, I Pittori fiorentini Donnino e A. di D. a Pistoia, ibid., IV (1906), pp. 1-12; K. I. Parker, A. di Donnino, in Old Master Drawings, III (1929), pp. 58-60, tav. 50; B. Berenson, The Drawings of the Florentine Painters, I, Chicago 1938, pp. 343-345; W.-E. Paatz, Die Kirchen von Florenz, I, Frankfurt a. M. 1940, pp. 399, 402 n. 29; III, ibid. 1952, pp. 752, 841 n. 517; U. Thieme-F. Becker, Allgem. Lexikon der bildenden Künstler, I, p. 122; U. Galetti-E. Camesasca, Encicl. della pittura ital., I, p. 13.