AGNOLO di Polo
Scultore fiorentino nato nel 1470, figlio di Polo di maestro Agnolo di Filippo, formatore di maschere con bottega sul Ponte Vecchio, e fratello di Domenico di Polo, incisore di pietre preziose e medaglista.
Il nonno, Agnolo di Lippo di Polo, che nel 1469 aveva ottantaquattro anni, aveva lavorato come aiutante ad una vetrata per la cupola di S. Maria del Fiore; di qui, probabilmente, il soprannome "de' vetri", attribuito, talvolta, anche ai suoi discendenti.
Scolaro nella bottega del Verrocchio, che però morì quando A. era ancora giovanissimo, eseguì, secondo il Vasari, diverse opere in terracotta, che, almeno a giudicare dall'unica opera documentata (Bacci), traducevano in modo alquanto facile e corrente lo stile del maestro. Tuttavia il Vasari aggiunge che "se avesse voluto attendere l'arte da senno, arebbe fatte cose bellissime". L'unica opera sicura di A. èil Cristo benedicente, eseguito nel 1498 per l'Ufficio del provveditore e camerlengo della Sapienza a Pistoia e dipinto da Tommaso Laini, oggi conservato nel Museo civico della città. Un'altra opera documentata, una Maddalena eseguita per l'Ospedale della Morte di Pistoia nel 1495, dipinta da Bernardino del Signoraccio nel 1496 e restaurata da A. nel 1498, è andata perduta. E ignota la data della sua morte.
Fonti e Bibl.: G. Vasari, Le Vite.., con nuov e annotazioni e commenti di G. Milanesi, III, Firenze 1878, p. 371; P. Bacci, A. di P. allievo del Verrocchio, in Riv. d'arte, III (1905),pp. 159 e ss. (con docc.); J. Mesnil, Polo del maestro Agnolo dei Vetri, ibid., pp. 256-258(con docc.); A. Venturi, Storia dell'arte ital., VI, Milano 1908, pp.722-723; U. Thieme-F. Becker, Allgem. Lex. der bild. Künstler, I, p. 123.