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Agnus Dei

di Dante Balboni - Enciclopedia Dantesca (1970)
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Agnus Dei

Dante Balboni

L'Agnello di Dio è per antonomasia Cristo (Ioann. I, 29 e 36); il paragone è dovuto soprattutto al carattere sacrificale attribuito all'agnello per il suo candore e per la sua mansuetudine; il sangue dell'agnello aveva salvato i figli d'Israele in Egitto al passaggio dell'angelo sterminatore (Ex. 12, 3-5); il sacrificio dell'agnello era prescritto e regolamentato nel tempio di Gerusalemme; il profeta Geremia vedeva prefigurato, nell'agnello, il Cristo-vittima per i peccati del popolo, per la sua mansuetudine e innocenza (Ierem. 11, 19).

Tale simbologia, sorta in seno al popolo ebraico dedito alla pastorizia e all'agricoltura, rimase anche successivamente soprattutto negli scritti di Giovanni Evangelista, per la chiarezza del simbolo. Il Battista qualificò Gesù come l'Agnello di Dio, destinato dal Padre a redimere col suo sangue i peccati degli uomini (Ioann. 1, 29).

Tutta l'Apocalisse narra l'apoteosi dell'Agnello divino nella liturgia celeste; a lui la compiacenza dell'Eterno Padre, l'adorazione dei seniori e delle turbe innumerevoli; a lui è riservata l'apertura del libro della vita e il cantico ineffabile.

Oltre a questo fondamentale significato altri se ne aggiungono: negli agnelli sono simboleggiati i cristiani, affidati alla custodia di Pietro e dei suoi successori (Ioann. 21, 15-16), o inviati in mezzo ai lupi per convertirli (Luc. 10, 3). Questi simboli si trovano efficacemente espressi nei mosaici paleocristiani.

La liturgia cristiana, ispirandosi a quella ebraica, ha accolto nella pienezza del significato l'immagine di Cristo Agnello di Dio, tanto nel sacrificio della Messa che nella rievocazione della settimana santa. Nel primo l'invocazione ricorre nella glorificazione iniziale (Domine Deus, Agnus Dei, Filius Patris, qui tollis peccata mundi, miserere nobis) e nel canto preparatorio alla Comunione (Agnus Dei, qui tollis peccata mundi, miserere nobis), nella seconda vengono recitati i passi profetici di Isaia e Geremia durante il rito del Venerdì Santo che rievoca la passione e morte di Gesù. L'invocazione Agnus Dei, ecc., conclude le antiche litanie dei santi conosciute da Dante. Un singolare uso pasquale è quello, sorto in Roma nel sec. IX, di benedire gli Agnus Dei, composti col cero della Pasqua precedente e recanti l'immagine dell'Agnello. Infine l'Agnello pasquale figura tra le filigrane almeno dal 1327.

In D. due passi si ispirano ai concetti suesposti; uno in Pg XVI 19, quando D. riporta il canto concorde e inneggiante alla mitezza, che gl'iracondi del terzo cerchio, avvolti nel fumo, innalzano al cielo per invocare la misericordia divina e la pace: Pur ‛ Agnus Dei ' eran le loro essordia; in questo passo l'Agnello rappresenta la mitezza di Dio. L'altro passo si trova in Ep VII 10, in cui D. si rivolge ad Arrigo VII, invitandolo in Italia a riportare la pace come la portò l'Agnello di Dio: Tunc exultavit in te spiritus meus, cum tacitus dixi mecum: " Ecce Agnus Dei, ecce qui tollit peccata mundi ".

Bibl. - F. Cabrol - W. Henry, Agnus Dei, in Dict. d'archéol. chrét. et de liturgie, Parigi 1907, I, coll. 965-971; J.A. Jungmann, Missarum solemnia, I, Torino 1953, 285 ss.; II, ibid. 1954, 251-257; F. Moppenheim - E. Dante, Agnus Dei, in Encicl. catt. I, Roma 1948, coll. 489-491; M. Righetti, Manuale di storia liturgica, Milano 19663, III, 219-221 (Gloria in excelsis); 510-511 (Communione); vol. II, 222-224 (Ceri benedetti); V. Mošin e M. Grozdanović-Pajic, Agneau Pascal, in Album des filigranes, Belgrado 1967, 127, n. 1 (Bologna 1327) e tav. I, n. 1.

Vedi anche
requiem Prima parola della frase lat. requiem aeternam dona eis, Domine "l'eterno riposo dona a loro, o Signore", usata in it. per indicare la preghiera d'invocazione per i defunti che comincia con tali parole; la messa da requiem è la messa per i defunti, così chiamata dalla prima parola del suo introito. In ... Apocalisse (gr. ᾿Αποκάλυψις) Titolo di scritti, canonici o apocrifi, contenenti rivelazioni relative ai destini ultimi dell’umanità e del mondo. Il più noto è il libro accolto nel canone del Nuovo Testamento. Nelle altre opere che portano il titolo di Apocalisse, questo è seguito dalla designazione del veggente ... pastorale Bastone simbolico, parte delle insegne pontificali proprie del vescovo e (per privilegio) di alti prelati (come, per es., gli abati). Viene consegnato al vescovo nel rito di ordinazione. araldica Raffigurato dentro lo scudo simboleggia premio di virtù e dignità ecclesiastica, posto in palo dietro lo ... Giovan Battista Pergolési Pergolési,, Giovan Battista. – Musicista (Iesi 1710 - Pozzuoli 1736). Autore soprattutto di musica teatrale, il suo intermezzo La serva padrona (1733) è considerato il modello dell'opera comica italiana. Sebbene la sua produzione più nota sia quella teatrale, Pergolesi, Giovan Battista fu autore anche ...
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Altri risultati per Agnus Dei
  • agnus Dei
    Enciclopedia on line
    Formula liturgica, adattamento delle parole evangeliche (Giovanni 1, 29) «Ecce agnus Dei, ecce qui tollit peccatum mundi», pronunciate da Giovanni Battista all’indirizzo di Gesù. Fu introdotta nella messa solenne dal papa Sergio I (m. 701) per essere cantata durante la frazione del pane eucaristico. ...
  • Agnello
    Enciclopedia dell' Arte Medievale (1991)
    F. Nikolasch G. G. Pani F. Panvini Rosati SIMBOLOGIA E ICONOGRAFIA di F. Nikolasch L'a., al pari della pecora e dell'ariete, è tra i simboli principali dell'arte cristiana, soprattutto come emblema di Cristo e della cristianità. All'origine di questa simbologia è l'Antico Testamento: il sacrificio ...
  • AGNUS DEI
    Enciclopedia Italiana (1929)
    DEI Appartiene alla classe dei "sacramentali" approvati dalla Chiesa, e può definirsi un oggetto di devozione benedetto con rito speciale dal Sommo Pontefice. Da tre secoli almeno l'Agnus Dei ha la forma di un ovale di candida cera, recante sopra una delle facce l'impronta dell'agnello pasquale. L'agnello, ...
Vocabolario
ad maiorem Dei gloriam
ad maiorem Dei gloriam ‹... ġlòriam› (lat. «a maggior gloria di Dio»). – Motto (di solito scritto abbreviatamente A.M.D.G.) dei gesuiti, che risale allo stesso s. Ignazio e distingue gli edifici, i libri, ecc. dei membri della Compagnia....
dèi
dei dèi s. m. pl. [lat. dĕi]. – Plurale di dio, scritto spesso anche nella grafia comune con l’accento, dèi. Nella pronuncia subisce il raddoppiamento fonosintattico della d- iniziale, e in armonia con tale rafforzamento richiede la forma...
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