agopuntura
Meccanismi d’azione ed efficacia clinica
La medicina tradizionale cinese si articola in cinque aree fondamentali: agopuntura e moxibustione, farmacologia naturale, dietetica, massaggio, esercizi meditativi in movimento (Qi Gong e Tai Ji Quan), anche chiamati ginnastiche mediche. Tra queste, l’agopuntura è la metodica terapeutica della medicina tradizionale cinese più nota e diffusa in Occidente.
Negli ultimi due decenni è cresciuto l’impegno cinese e occidentale nella verifica dell’efficacia clinica e dei possibili meccanismi d’azione dell’agopuntura. A partire dalla metà degli anni Ottanta del secolo scorso inizia la pubblicazione di studi controllati in riviste scientifiche occidentali. Nel 1994 si è tenuto presso i National Institutes of Health (NIH) degli Stati Uniti d’America un workshop sull’agopuntura. Nel 1996 la Food and Drug Administration (FDA) riclassifica l’agopuntura spostandola dalla categoria di «strumento medico sperimentale» a quella di «strumento medico regolato». Nel 1997 uno storico documento di un gruppo di lavoro dei NIH sull’efficacia clinica dell’agopuntura segna l’ingresso dell’antica metodica terapeutica nel campo delle terapie per cui è stato possibile dimostrare efficacia. Negli ultimi anni assistiamo a un crescente sviluppo della ricerca, sia sui meccanismi d’azione sia sull’efficacia terapeutica dell’agopuntura.
Studi, ormai decennali, su animali e sull’uomo, nonché il recente utilizzo delle immagini di risonanza magnetica funzionale, consentono di affermare che l’agopuntura ha effetti biologici locali e sistemici che vengono mediati per via nervosa e neuroendocrinoimmunitaria.
Che lo stimolo dell’ago venga trasmesso per via nervosa è stato dimostrato innanzitutto da esperimenti su animali. L’efficacia analgesica di uno dei punti più usati, hegu (intestino crasso-4, collocato sul dorso della mano nel punto più alto del muscolo adduttore del pollice quando il pollice viene addotto all’indice), viene abolita se vengono recise le vie nervose vicine (il nervo radiale o il nervo mediale), ma non se viene reciso il nervo ulnare, che è quello più lontano. Risalgono ai primi anni Novanta del secolo scorso le prime prove sperimentali sugli umani: l’iniezione di un anestetico locale (procaina) su un punto di agopuntura, per esempio neiguan (pericardio-6, collocato due misure sotto la linea del polso, tra i tendini del muscolo palmare lungo e del flessore radiale del carpo), ne abolisce la provata efficacia contro nausea e vomito. Nel 1996 si è avuta la prima dimostrazione che il segnale dell’ago arriva al cervello. Negli ultimi anni, diversi lavori hanno dimostrato l’attivazione o la disattivazione di aree sia corticali sia sottocorticali. In particolare, gli studi di risonanza magnetica, applicati all’analgesia, hanno dimostrato che l’agopuntura manuale attiva tutti i tipi di fibre nervose afferenti (A-beta, A-delta e C), mentre l’elettroagopuntura eccita A-beta e A-delta. Il segnale nervoso dall’agopunto ascende principalmente attraverso il funicolo ventrolaterale. A livello cerebrale un complesso network di aree viene coinvolto nell’analgesia da agopuntura, tra cui il rafe magnus, la grigia periacqueduttale, il nucleo arcuato, il nucleo accumbens, il nucleo caudato, l’amigdala e altre aree. La gran parte di queste aree cerebrali fa parte della via inibitoria discendente di controllo del dolore. Numerose sono le sostanze identificate che vengono rilasciate in seguito allo stimolo dell’agopuntura, tra queste i peptidi oppioidi, la colecistochinina, la serotonina, la noradrenalina, il glutammato, la somatostatina, la neurotensina. Questi e altri neuropeptidi, oltre a essere coinvolti nell’analgesia, svolgono anche un’azione di regolazione della risposta immunitaria in senso pro- o antiinfiammatorio e quindi, per questa via, possono influenzare l’equilibrio fisiopatologico. Inoltre, il coinvolgimento di numerose aree cerebrali, tra cui, segnatamente, le aree corticali pre-frontali e la corteccia cingolata, l’ipotalamo e il sistema limbico, può attivare risposte multiple (neuroendocrine, neurovegetative, o complessivamente di governo dell’ambiente interno).
Gli studi sull’efficacia terapeutica dell’agopuntura sono in continua crescita. È comunque evidente che l’agopuntura ha un’efficacia clinica dimostrata per alcune importanti patologie e condizioni mediche, che spesso risultano scarsamente trattabili, o che presentano significativi effetti collaterali con la farmacologia e con le altre terapie correnti. Del resto, come tutte le terapie, l’agopuntura ha indicazioni e limiti. Riguardo alla sua sicurezza, la letteratura è concorde nel concludere che l’agopuntura, in mani esperte, è sicura e priva di effetti collaterali significativi, che hanno comunque un’incidenza rara e nettamente inferiore a quella che si verifica nel corso di terapia farmacologia.