AGORÀ P 42, Pittore di
Nome dato dalla critica a un ceramografo attico la cui personalità è variamente ricostruita dagli studiosi. Non sembra che tutte le attribuzioni fatte possano sussistere. Pittore unicamente di kölikes, la sua personalità si concentrerebbe intorno alla kylix dell'A. n. d'inv. P 42 che rappresenta la libazione di un re e varî guerrieri all'esterno, mentre, all'interno, un guerriero con elmo, lancia e schinieri compie una libazione su di un'ara. Lo stile è chiaramente quello della scuola di Brygos; il panneggio fluido, l'occhio dalle palpebre aperte e dalla pupilla resa con un piccolo tratto verticale, la scioltezza eccezionale dei panneggi confermano l'attribuzione. Anche alla scuola di Brygos appartengono i frammenti di Adria 6o8 e della kylix di Bologna. D'altra parte, come ha ben visto la Riccioni, il fr. 583 di Adria rivela chiaramente la maniera di Makron, soprattutto nella minuta analisi della chioma e nella trattazione del panneggio rigonfio, tipica di quel ceramista. In base a tali considerazioni, l'Arias non ritiene che si possa considerare la personalità distinta di un Pittore di A. P 42, visto che anche i confronti con le kölikes di Palermo, Bologna e Villa Giulia secondo questo studioso, fanno propendere verso l'officina di Brygos. Più vicino ancora al Pittore di A. P 42 appare anche il Pittore della Dokimasia, che è poi un derivato di Brygos. La cronologia di questi vasi oscilla nel periodo 480-75 a. C.
Bibl: J. D. Beazley, Red-fig., p. 273; kylix dell'A.P. 42; M. A. Tompson, in Hesperia, II, 1933, p. 216; kylix, di Bologna: C. V. A., Bologna, I, tav. 9.