ABBONDIO, Agostino
Nacque a Venezia, con molta probabilità alla fine del sec. XV. Nel 1542, a quanto ci risulta, fu al centro, come principale accusato, di un processo che il Consiglio dei Dieci istrui per un grosso caso di spionaggio, nel quale vennero coinvolti i patrizi veneziani Ermolao Dolfin, Francesco Giustinian, Bernardo Cappello, Giorgio Querini, Marco Foscari, Francesco Valier, Federigo Grimaldi, Mafeo Lion, un Francesco Beltrame e uno dei più alti magistrati della Repubblica, il procuratore di S. Marco Vincenzo Grimani.
Dal 1539 era ambasciatore francese a Venezia Guillaume de Pellicier, vescovo di Montpellier, diplomatico di notevoli qualità. Questi si applicò con successo all'attuazione dei piani politici francesi volti a ostacolare la politica di Carlo V in Italia, a distaccare Venezia dalla lega che aveva concluso con il papa e l'imperatore, a riconciliarla con la Porta Ottomana, alleata della Francia, e a spingerla a unirsi alla Francia stessa. Il Pellicier a tal fine si servì di una diplomazia segreta, i cui agenti si reclutavano nella nobiltà veneziana e tra gli stessi alti funzionari delle magistrature venete. Fu proprio per combattere la rete di spionaggio, che propalava notizie sulle più segrete deliberazioni e negoziazioni della Repubblica, e in particolare per impedire al Pellicier di venire a conoscenza dello sviluppo delle trattative di Venezia con la Porta e di usarne a vantaggio della Francia, che fu istituito il Tribunale dei Tre Inquisitori di Stato, appunto nel 1539.
L'A., che era l'intermediario abituale fra il Pellicier e Costantino e Nicolò Cavazza, rispettivamente segretario del Consiglio dei Dieci e segretario del Senato, fu accusato dal Consiglio dei Dieci di averli corrotti con denaro, inducendoli a rivelare le deliberazioni segrete della Repubblica, specie riguardo ai rapporti con la Turchia, ai rappresentanti del re di Francia a Venezia. Dopo un clamoroso arresto, eseguito dai due procuratori Alessandro Contarini e Vincenzo Grimani, che con seicento archibugieri dovettero vincere la resistenza dell'A. e di altri ribelli barricatisi in casa dell'ambasciatore francese, l'A. fu processato, condannato alla forca e giustiziato insieme a Nicolò Cavazza e al Valier nella piazzetta di S. Marco il 22 sett. 1542.
Costantino Cavazza e Mafeo Lion, condannati in contumacia, sfuggirono alla forca. Degli altri processati, alcuni subirono la condanna al carcere, altri vennero banditi in esilio, mentre il procuratore Grimani ne uscì prosciolto. A causa di questi avvenimenti, le buone relazioni tra Francesco I e Venezia subirono una momentanea eclissi, e il Pellicier fu richiamato e sostituito il 30 ott. 1542 con Jean de Montluc, più tardi vescovo di Valence.
Fonti e Bibl.: Arch. di Stato di Venezia, Fondo Tassini, Cittadini,VI; Consiglio dei Dieci, Criminali,Reg. n. 5, a. 1542, Filza, a. 1542; J. Zeller, La diplomatie française vers le milieu du XVI siècle d'après la correspondance de Guillaume Pellicier, évêque de Montpellier ambassadeur de François Ier à Venise (1539-1542),Paris 1880, pp. 62, 63, 69, 304, 316, 357, 358, 360, 362, 363 ss. e passim;A. Baschet, Les Archives de Venise, Histoire de la Chancellerie secrète. Le Sénat, le cabinet des ministres, le Conseil des Dix et les inquisiteurs d'État dans leurs rapports avec la France,Paris 1870, pp. 427-428 e passim.