AGOSTINI (de Augustinis, Augustine), Agostino
Indicato comunemente dalle fonti come veneziano, si dichiara "medicus venetus, mantuanus" nella intestazione di una lettera indirizzata a Th. Cromwell, influente consigliere di Enrico VIII (Letters..., VI, n. 63).Niente si sa della sua prima giovinezza. Giunto in Inghilterra in epoca imprecisata, nel dicembre 1529 e nel gennaio 1530 risulta che egli curò il cardinale Wolsey, cancelliere di Enrico VIII, durante una malattia, consultandosi con il Butts, medico di corte, e con Wm. Cromer, e che il 10 maggio 1530 prese la cittadinanza inglese; ma già nel 1527, se il medico del Wolsey, in tale data, va identificato con l'A., aveva partecipato alle trattative svoltesi a Londra per un'alleanza franco-inglese contro Carlo V.
Il nome dell'A. è particolarmente legato alla caduta del Wolsey, seguita di lì a poco (novembre 1530).
Di fronte alla resistenza papale circa la questione del divorzio tra Enrico e Caterina d'Aragona e alta ostilità del re che lo aveva allontanato dalla corte e privato del potere, isolato per l'accresciuta influenza di Anna Bolena e dello zio duca di Norfolk, il Wolsey aveva sperato nell'appoggio di Francesco I (febbraio 1530). Da tramite per contatti segreti con l'ambasciatore francese Du Bellay e successivamente con l'inviato Jean Joachim de Vaux (il genovese Giovan Gioacchino da Passano) servì l'Agostini. Questi però al tempo stesso informava di ogni tentativo del Wolsey sia l'ambasciatore imperiale E. Chapuys (v. le sue lettere a Carlo V del 15 giugno e del 27 nov. 1530 in Calendar of letters... Spanish, IV, I, nn. 354 e 509)sia il duca di Norfolk.
Al momento dell'arresto del Wolsey, posto sotto accusa per intese con corti straniere (Francia e Roma), l'A. fu condotto immediatamente da Cawood alla Torre di Londra "en forme de malfaytteur" (Chapuys a Carlo V, 13 nov. 1530 in Calendar... Spanish, IV, 1, n. 492) e di qui a casa del Norfolk. Alcune lettere dell'A. al de Vaux, intercettate prima che giungessero a Dover, e la deposizione dello stesso A. diedero la necessaria consistenza all'accusa contro il Wolsey (Chapuys a Carlo V, lett. cit. del 27 nov. e lettere dell'ambasciatore milanese A. Scarpinello a Francesco Sforza, 2 e 15 dic. 1530 in Calendar... Venetian, IV, nn. 637 e 642).
Del "tradimento", descritto nella contemporanea Life of cardinal Wolsey del Cavendish, si trova conferma nel favore immediatamente incontrato dall'A. presso il Norfolk, che anzi trattenne il medico sino a quando la situazione non fu del tutto chiarita (Chapuys a Carlo V, 1 marzo 1531 in Letters..., V, n. 120). Prova più evidente è una assicurazione di pagamento emessa in data 11 dic. 1530 (pochi giorni dopo la morte del Wolsey) per la somma di 100 sterline a nome del re, a condizione che l'A. mantenesse il segreto su quanto aveva scritto in una relazione, molto probabilmente la deposizione che aveva permesso d'incriminare il Wolsey, presentata al Norfolk (Letters..., IV, 3, n. 6763).
L'A. fu allontanato dall'Inghilterra (nel marzo 1531 risultano vacanti un canonicato e la prebenda di Northnewbald già dell'A. nella cattedrale di York, vescovato del Wolsey) con una missione politico-diplomatica di una certa importanza al seguito del cardinale L. Campeggi, del quale era divenuto medico.
Da Gand il 3 giugno 1531 informava il Norfolk di un colloquio avuto con il Granvelle sulla situazione inglese e con Carlo V (avvenuto il 30 aprile) sulla questione dcl divorzio di Enrico VIII, sui rapporti con l'Inghilterra, sulla minaccia turca, il movimento luterano e la situazione religiosa inglese.
Le successive lettere dell'A. al Cromwell, già segretario del Wolsey, ma in rapida ascesa nel favore del re, datate da Gand (ottobre 1531), Bologna (5 genn. 1532), ancora da Bologna (ottobre 1532-marzo 1533), seguendo le varie tappe del viaggio del Campeggi, sono ricche di notizie e di giudizi sugli avvenimenti politici europei, sulla dieta di Ratisbona, sulla pressione turca in Ungheria, sul problema del concilio, sulla situazione italiana, spesso affiancando le informazioni degli ambasciatori ordinari E. Bonner e Th. Elyot. Continua è la richiesta di denaro sollecitata insieme con la tutela dei propri interessi affidati al Cromwell e al mercante fiorentino F. Frescobaldi. Dalle lettere l'A. appare anche legato d'amicizia al lucchese A. Bonvisi, a Pietro Ammonio (Vannes) segretario del re e ai conti di Arundel e di Wiltshire.
Rientrato in Inghilterra al principio del 1534, l'A. era privato dell'incarico di informatore e del relativo stipendio per incapacità e rinchiuso nella Torre di Londra, per essere incorso nello sdegno del re e soprattutto del Norfolk (maggio 1534). Nel dicembre era però libero e, dopo un periodo di oscurità che si accompagna alla condanna della Bolena, riuscì, con l'aiuto del Cromwell, divenuto Lord del Sigillo privato, e di Wm. Sandys, Lord Ciambellano, ad esser nominato medico di Enrico VIII insieme al Cromer (1537).
L'A. seguitava però la sua attività di informatore ufficioso, mantenendo rapporti tra il Cromwell e lo Chapuys (Chapuys a Carlo V, 31 ott. 1540, in Letters..., XVI, n. 214) e con l'ambasciatore francese Marillac, come risulta dalla deposizione di tale Jo. Torre nel processo contro H. Howard, conte di Surrey, figlio del duca di Norfolk (1546).
La condanna del Cromwell (1540) non pregiudicò la posizione dell'A. a corte.
Il 22 marzo 1542 l'annuo stipendio dell'A. era sostituito dalle rendite di Worthy, Byketon, Fullerton, Leckford, Hyde, Maidenbradley, terre di rettorie e priorie soppresse.
Il 23 luglio 1545 era concessa all'A. la proprietà delle terre prima in usufrutto, con il diritto di patronato sulle rettorie di Worthy e Byketon, il possesso di numerosi boschi a Byketon e Hyde, la rettoria e il patronato del vicariato di Rushmere, con terre in Rushmere e nella parrocchia di S. Giovanni Battista in Chaldewell (Suffolk), la prioria della SS. Trinità a Ipswich e quelle di Wenlock e Salop con terre dipendenti.
Dall'agosto del 1545 risulta una serie di alienazioni dei beni in suo possesso a favore di Th. Lawley, del Lord Cancelliere Wriothesley (con un atto del 9 settembre, in cui è ricordata anche la moglie dell'A., Agnese) e infine (10 settembre) a favore di Sir Jo. Jermy.
Questo permetteva all'A. il ritorno a Venezia, dove era nel dicembre 1546, quando il Consiglio dei Dieci accoglieva la richiesta dell'ambasciatore inglese circa la concessione all'A, e a due suoi servi di portare armi. Si perdono poi assolutamente le sue tracce. L'A. risulta morto intorno al 1560.
Nel 1565e nel 1567Elisabetta d'Inghilterra si rivolgeva a Cosimo I de' Medici per tutelare i diritti della vedova e di due figli ancora minorenni dell'A., Alessandro e Giulio, rimasti a Londra (cfr. in Arch. di Stato di Firenze, Mediceo del Principato, f. 4183, cc. 17 [7 maggio i565] e 18 [20 luglio 1567]).
Il patrimonio dell'A. a Firenze era nelle mani di B. Cavalcanti e V. Giraldi. Il procuratore B. Bonsi, nominato per il recupero e la consegna dei beni ai due figli dell'A. nella persona del patrigno, loro tutore, non adempì invece al suo obbligo.
Fonti e Bibl.: The Life of Cardinal Wolsey b.v G. Cavendish his gentleman-usher, London 1887, pp. 211-212, 217-218, 220; Calendar of State Papers, Venetian, IV, London 1871; Calendar... Spanish, IV, 1 e 2, London 1879-82; Letters and Papers, Foreign and Domestic of the Reign of Henry VIII, London 1872-1910, IV, 2 e 3; V e VI (contenenti le lettere dell'A, al Cromwell); VII e VIII; X-XI; XII,2; XIII,2; XIV,2; XV; XVI; XVII; XVIII, 2; XIX, I; XX, 1 e 2; XXI, 1 e 2, Cfr. Indice dei nomi; N. Pocock, Records of the Reformation. The Divorce (1527-1533), II, Oxford 1870, passim; J. S. Brewer, The Reign of Henry VIII from his accession to the death of Wolsey, II London 1884, pp. 405-406, 409, 431-435, 447; P. Friedmann, Anne Boleyn, I, London 1884, pp. 122, 125; M. Creihton, Cardinal Wolsey, London 1888, pp. 199-200; O. S. Gargano, Scapigliatura italiana a Londra sotto Elisabetta e Giacomo I, Firenze 1923, pp. 19-20; J. D. Mackie, The earlier Tudors (1485-1558), Oxford 1952, pp. 331, 332; Dict. of National Biography, sub voce Wolsey, p. 813.