ANGELELLI, Agostino
Nacque a Fabriano, probabilmente intorno al 1530-1535, poiché dalle lettere a lui del Lambin (1568) risulta che allora era già sposato e padre di due figli, dei quali Giovan Battista era certo giovanetto perché scriveva al Lambin medesimo. Fu dapprima maestro di scuola a Casteldurante (come allora si chiamava Urbania), poi rivestì lo stesso ufficio a Fabriano nel 1571-75 e di nuovo dal 1582 al 1604, anno in cui si ritirò dall'insegnamento con una modestissima pensione. Nel 1607 fu secondo priore di Fabriano; era certo morto da pochi giorni il 16 genn. 1611 quando il Consiglio di credenza della sua città confermò ai suoi figli ed eredi la pensione dell'Angelelli.
L'A., pur fornito di una discreta cultura umanistica e di vivo interesse per gli studi, non è in sostanza che un modesto maestro di scuola tuttora ricordato solo per essere entrato in una qualche dimestichezza con uomini assai più eminenti di lui. Già nel 1567 era in rapporto con Paolo Manuzio, che in una lettera all'A. (P. 1312) promette di ricordarlo con onore in una ulteriore edizione della Orthographiae ratio...del figlio Aldo jr. e in un libro Veterum Inscriptionum che poi non scrisse. Il medesimo Manuzio in una lettera ad Aldo jr. (P. 1360) parla dell'A. come di uno che "suol mandare da Fabriano inscrittioni antiche". In realtà, le due uniche iscrizioni (Corp. Inscr. Lat.,IX 5844. 5879, da Auximum),che si sa esser state inviate dall'A. al Manuzio (P. 1355; le stesse due iscrizioni, ricevute dall'A., sono anche nel Vatic.5237, f. 84 del Manuzio), contengono errori di lettura. Qualche tempo dopo l'A. frequentò anche la casa romana del Manuzio perché quivi ebbe modo di trascrivere una lettera di lui a G. Crato del 13 giugno 1570 (P. 1457), di cui poi l'A. stesso procurò copia al Bonciari (15 ott. 1603).
Del 1568 sono le quattro lettere del Lambin cui si accennò; del 1577 una lettera del Mureto che accoglie l'A. tra i suoi amici anche perché aveva saputo che era stato amico del Manuzio; due lettere del 1594 e 1596 lo mostrano in rapporto con Aldo Manuzio jr. (P. 2384.1696). Più fitta, ma di scarso valore, la corrispondenza con M. A. Bonciari (1593-1604), dalla quale sappiamo, tra l'altro, che l'A. aveva composto un de laudibus caecitatis a sollievo dell'infermità dell'amico.
Fonti e Bibl.: F. Vecchietti, Biblioteca Picena...,I, Osimo 1790, pp. 119 s.; R. Sassi, Di A. A. umanista fabrianese, Fabriano 1934. Le lettere dell'epistolario manuziano che riguardano l'A. (nove in tutto) sono state qui citate T.) secondo la numerazione di E. Pastorello, L'epistolario manuziano..., Firenze 1957, passim; quelle di D. Lambin sono in Epistolae clarorum virorum selectae...,Venetiis 1568, pp. 165-167; quella del Mureto in M. A. Mureti epistolae...,Lipsiae 1838, pp. 330 s.; quelle del Bonciari in Epistolarum M. A. Bonciarii...,Perusiae 1613, passim.È da ricordare infine che alcune lettere dell'A. sulle antichità di Gubbio, dirette a G. Gabrielli, sono conservate nella Biblioteca comunale di Gubbio (cfr. G. Mazzatinti, Inventari dei manoscritti delle Bibl. d'Italia,I, p. 141).