BONOMI, Agostino
Nacque a Madice (Trento) il 28 ag. 1850 da Bortolo. Ancor prima di terminare gli studi liceali si arruolò negli Alpenjäger, trasferendosi ad Innsbruck. Terminò il liceo e s'iscrisse al corso di laurea in scienze naturali. Tornato nel Trentino dopo la laurea, nominato professore di scienze nel liceo ginnasio di Rovereto, cominciò a interessarsi d'ornitologia. Privo dei mezzi necessari all'esecuzione di un lavoro sperimentale, delimitò la sua indagine alla raccolta sistematica di dati e di notizie, al vaglio delle conoscenze popolari, all'osservazione delle migrazioni e delle frequenze delle varie specie dell'avifauna. I risultati si trovano raccolti ed esposti nei sei lavori - ai quali va aggiunto un settimo edito postumo - che il B. pubblicò a cominciare dal 1884.
L'ornitologia, che nella prima metà dell'800 si era dedicata con i suoi maggiori rappresentanti (quali A. Wilson, C. L. Bonaparte, W. Swann ed altri) alla descrizione delle specie e sottospecie, era passata in seguito a quella delle faune locali, in particolare europee. In Italia, dopo i celebri lavori dell'Aldrovandi alla fine del '500 e quelli di P. Olma nel '600, la scuola ornitologica riprendeva vita con le opere dei contemporanei del B.: mentre autori come P. Savi e T. Salvadori, con chiaro orientamento scientifico, descrivevano l'intera fauna aviaria italiana, altri, invece, come A. P. Ninni e F. A. Bonelli, si limitavano alla descrizione delle faune regionali. Alcuni autori si riferivano per la loro classificazione alla decima edizione del Sistema Naturae di Linneo, altri utilizzavano i più recenti progressi della sistematica e spesso si generava una confusione concettuale e pratica dannosa al progresso degli studi. Gli elementi distintivi della specie erano troppo spesso individuati nei connotati morfologici esterni, cioè in dati soggetti a modificazioni o passibili di interpretazioni diverse da parte dei vari autori. Da ciò la necessità di elencare per ogni specie i molti sinonimi.
Nel 1884 veniva convocato pertanto a Vienna il I Congresso ornitologico internazionale, le cui conclusioni, importanti anche per la zootecnia e l'agricoltura, consigliarono al governo italiano, e per esso al ministero dell'Agricoltura, Industria e Commercio, d'istituire un ufficio ornitologico centrale con sede a Firenze, con il compito di promuovere una più approfondita e completa conoscenza dell'avifauna italiana: la sua direzione fu affidata a E. H. Giglioli. Ai questionari diffusi dal Giglioli rispose, offrendo apprezzate e originali informazioni, il B. che cominciava proprio in quegli anni la pubblicazione dei suoi lavori.
Nel primo di essi (Avifauna tridentina)il B. osserva come il territorio trentino sia particolarmente adatto al passaggio e alla dimora degli uccelli perché ricco di vegetazione arborea e posto tra la zona dei ghiacciai alpini e quella degli ulivi, nel lungo ponte di terra tra l'Europa e l'Africa che costituisce l'Italia. A queste brevi osservazioni l'autore fa seguire l'elenco delle specie raccolte negli ordini che la sistematica classica riconosceva; le specie sono indicate col nome latino e con i vari sinonimi italiani e dialettali; di molte di esse sono dati il tempo e i modi della nidificazione e delle eventuali migrazioni. Talvolta il B. rettifica a questo proposito le opinioni del Salvadori o di L. Althammer. Manca tuttavia un approfondito esame dei problemi morfologici e fisiologici. Alla prima seguono altre cinque distinte pubblicazioni.
Anche le altre opere del B. continuarono secondo l'iniziale modello la descrizione dell'avifauna trentina. Si può pertanto collocare la sua opera tra quelle dei molti zoologi e botanici che, colmando le singole lacune, davano materia ad altri naturalisti per lavori più estesi. Occorre tuttavia ricordare che il B. aveva preparato una grandiosa chiave analitica per la determinazione degli uccelli d'Europa, che è andata dispersa durante gli eventi bellici della prima guerra mondiale, prima ancora di essere pubblicata.
Il B. nel 1886 era diventato socio, poi bibliotecario e infine nel 1912 vicepresidente della Accademia degli Agiati: come rappresentante di questa Accademia fu inviato nel 1901 al V congresso zoologico internazionale di Berlino: di questo viaggio resta negli Atti dell'Accademia una relazione sulla visita all'isola di Helgoland, uno dei più importanti osservatori naturali e centro di ricerche biologiche, dove nel 1891 si era stabilito anche l'ornitologo H. Gätke. Ai pregi dell'entusiasmo più vivo del naturalista questa relazione unisce quelli della chiarezza descrittiva e della percezione dei problemi fondamentali. Il B. scrisse anche sulla utilità dei boschi nel giorno della festa degli alberi da lui istituita, ma il suo intervento cadde nel disinteresse di molti. Morì il 19 giugno 1914 a Rovereto.
Opere: Avifauna tridentina, Rovereto 1884; Il calendario ornitologico trentino, Trento 1887; Nuove contribuzioni all'avifauna tridentina, Rovereto 1889; Materiali per l'avifauna tridentina, Rovereto 1891; Quarta contribuzione all'avifauna tridentina, Rovereto 1895; Una nuova sottospecie di "Emberiza schoeniclus" o "migliarino di palude", in Avicula, II, 9, 1º giugno 1898, pp. 158-160; Quinta contribuzione all'avifauna tridentina, Rovereto 1903; Sesta contribuzione all'avifauna tridentina, in Atti dell'Accad. degli Agiati di Rovereto, XV (1909), pp. 217-270; Il V congresso zoologico internazionale di Berlino e l'escursione dei congressisti sul mare del Nord, in Atti della Acc. d. Agiati di Rovereto, s. 3, VII (1901), pp. 325-336; L'utilità dei boschi, Rovereto 1901; Il tasso nel Trentino, Roma1901; Settima contribuzione all'avifauna tridentina,note ornitologiche postume pubblicate da L. Bonomi, Padova 1922.
Fonti e Bibl.: A. Canestrini, Il prof. cav. A. B., in Atti d. Accad. d. Agiati, s. 4, IV (1914), pp. X-XV; L. Bonomi, Naturalisti medici e tecnici tridentini, Trento 1930, pp. 14-16; G. Vallon, Necrologio, in Riv.ital. di ornit., III (1914), pp. 217-220; A. De Gubernatis, Dict. international des écriv. du monde latin, Rome-Florence 1905, I, pp. 171 s.; Q. Perini, A. B., Rovereto 1914.