CAGNOLI, Agostino
Poeta e magistrato devoto agli Estensi, nato a Reggio Emilia il 23 dicembre 1810, morto il 5 ottobre 1846. Fu poeta gentile ma di scarsa originalità. Nelle sue liriche si sente spesso l'eco di altri poeti antichi e moderni, da Dante e dal Petrarca al Pindemonte al Foscolo al Leopardi e al Carrer, e nelle novelle in versi (Vildefrido ed Eurida del 1838; Lucia di Bologna del 1839; Evelina di Rosseno del 1841, ecc.) segui generalmente l'esempio del Grossi. Parafrasò il Cantico dei cantici e altri libri della Bibbia, tradusse liriche dell'Uhland, del Lamartine e di altri. L'edizione più ricca delle sue poesie è quella, intitolata Versi, di Firenze 1844.
Bibl.: A. Peretti, A.C., Modena 1847; E. Costa, Un carteggio inedito di A.C., in Spigolature storiche, Parma 1887; G. Crescimanno Tomasi, Alcuni poeti alla corte di Francesco IV di Modena, Palermo 1900; A. Melli, A.C., con appendice di versi inediti, Reggio Emilia 1904.