CAZZULI, Agostino (Agostino da Crema)
Nacque intorno al 1423 a Crema da una famiglia le cui prime notizie nella zona risalgono almeno all'inizio del sec. XIII. Nel 1441 seguì il fratello maggiore Bartolomeo nel convento agostiniano di stretta osservanza che era stato fondato a Crema il 4 apr. 1439 con un lascito del cremasco Giovanni Tomaso da Vimercate, il quale a tal fine nel suo testamento del 15 ott. 1422 aveva disposto che la sua considerevole fortuna passasse alla provincia lombarda dell'Ordine agostiniano. Secondo Pietro da Terni, cronista di Cremadel sec. XVI, i due fratelli, non godendo di buona salute, furono trasferiti dai loro superiori alla casa agostiniana di Bergamo, dove contribuirono a riportare quel convento all'osservanza regolare. Nel 1443 Bartolomeo morì e il C. ritornò a Crema.
Bianca Maria Visconti, figlia naturale di Filippo Maria, doveva dimostrarsi una importante protettrice degli agostiniani osservanti in Lombardia ma essi godevano della protezione dei Visconti già durante la vita del padre, col risultato che il convento di S. Maria Incoronata fuori le mura di Milano fu istituito come fondazione osservante. Il primo capitolo tenuto nel convento riformato il 15 dic. 1445 mostra che l'intera comunità proveniva da Crema, e comprendeva il Cazzuli.
Al capitolo generale dell'osservanza agostiniana d'Italia, tenuto a Montespecchio in Toscana il 10 maggio 1449, lo status separato della Congregazione lombarda fu confermato, con Crema come casa madre e residenza del vicario generale. Il C. fu eletto priore di Crema e per i rimanenti quarantacinque anni tenne continuativamente cariche nella Congregazione, come priore in vari conventi, specialmente a Crema, Milano e Cremona, come definitore, visitatore, presidente del capitolo, e per sette volte come vicario generale della Congregazione osservante lombarda (1451, 1452, 1468, 1474, 1482, 1485, 1488). La sua abilità nel governo della Congregazione fu riconosciuta dal priore generale, Giuliano Falciglia di Salem, il quale il 4 febbraio 1452 emise una speciale dispensa che ne permise la rielezione a vicario generale per il secondo anno consecutivo contro l'esplicito divieto previsto dalla costituzione della provincia lombarda. Nello stesso anno il C. ottenne dal papa Niccolò V numerose bolle che confermavano i privilegi della Congregazione e permettevano l'acquisto di diversi nuovi conventi; il papa accordò anche il permesso di fondare a Crema un convento di suore dedicato a santa Monica. Egli si rese personalmente garante di questa fondazione, che fu l'unica tra le comunità religiose femminili legate agli Ordini mendicanti ad essere costituzionalmente integrata nella Congregazione e ad essere rappresentata al capitolo generale tramite il priore di Crema.
Quando fra' Giorgio da Cremona, uno dei fondatori della Congregazione lombarda, morì durante la peste di Milano del 1451, il C. lo sostituì nella fiducia di Bianca Maria e cominciò ad operare come agente degli Sforza durante i negoziati preliminari che precedettero la pace di Lodi, mostrandosi particolarmente adatto a svolgere un tale compito. Infatti la sua posizione di vicario generale della Congregazione lombarda e di priore del convento di Crema gli dava ampia possibilità di avere utili contatti e di spostarsi liberamente, protetto dal suo abito, tra Milano e Crema, città che allora era il principale pomo della discordia tra il duca di Milano e la Serenissima. Intanto Simone da Camerino, vicario generale della Congregazione osservante veneta di Monte Ortone, agiva come delegato del doge Francesco Foscari.
Le relazioni del C. con lo Sforza divennero ancora più strette negli anni dal 1457 al 1460, quando egli fu priore di S. Maria Incoronata a Milano. In tale veste addivenne con il nuovo arcivescovo di Milano, Carlo da Forlì, a un accordo sulla disputa per l'eredità del precedente arcivescovo, Gabriele Cotignola (Sforza), che era morto il 12 sett. 1457 lasciando nel testamento tutti i suoi beni a S. Maria Incoronata, dato che egli era stato precedentemente membro dell'osservanza agostiniana di Lecceto. Quando questo testamento fu contestato dal nuovo arcivescovo, il C. ottenne da Callisto III dei brevi che confermavano i diritti del convento.
Nel 1459-60, durante il soggiorno di Pio II a Mantova, il C. rappresentò Bianca Maria Visconti al congresso; quasi contemporaneamente egli estese ulteriormente la influenza dell'osservanza agostiniana in Lombardia con l'acquisto del convento di S. Agnese a Mantova, la cui nuova chiesa venne consacrata da Pio II il 13 gennaio del 1460. Da questo momento il C. agì regolarmente come messaggero confidenziale tra le corti di Milano e di Mantova, e in particolare tra le due donne, Bianca Maria Visconti e Barbara di Hohenzollern, marchesa di Mantova, sul delicato problema della deformità di Dorotea, figlia di Barbara e Ludovico Gonzaga, che era stata promessa in sposa a Galeazzo Maria Sforza.
Durante i suoi lunghi viaggi per missioni diplomatiche il C. si conquistò anche fama di grande eloquenza come predicatore, e il 3luglio 1461il vicario generale della Congregazione lombarda, Giovanni Rocco da Pavia, gli rilasciò una "licentia ubique praedicandi", e cioè il permesso di predicare e di accettare novizi in tutte le città dove lo portavano le sue missioni.
Il C. fu priore del convento agostiniano di Cremona nel 1467-68, mentre Ludovico Sforza, figlio minore di Bianca Maria, aveva la carica di reggente della città; il nome del C. figura occasionalmente nella corrispondenza tra Ludovico e la madre. Egli continuò a corrispondere con Bianca Maria, di cui chiaramente godeva la fiducia e agì come suo emissario trasmettendo e gli ordini alle autorità locali di Cremona; fu una delle ultime persone che visitarono Bianca Maria prima che morisse, il 23 ott. 1468. Sebbene anche dopo egli continuasse a godere della fiducia degli Sforza, non svolse più, dopo la morte di lei, un importante ruolo diplomatico. Da quel momento in poi i suoi interessi si concentrarono piuttosto sulla Congregazione agostiniana e sui signori di Mantova.
Nel 1477 il C.scrisse l'Ephemeris seu de origine Congregationis Lombardiae, de eius impugnatoribus, et de eiusdem incremento, unresoconto degli inizi della riforma osservante in Lombardia. L'opera fu composta su richiesta del vicario generale della Congregazione Benigno da Genova, al quale fu dedicata; ma malgrado la decisione di pubblicarla presa dal capitolo generale tenuto ad Eremo nel 1523,non ci resta nessun esemplare, né manoscritto né stampato, dell'Ephemeris. Nel 1484 il C.scrisse la Divi Ioannis Boni Mantuani Ordinis Fratrum Eremitarum S. Augustini in Provinciis Romandiolae Lombardiae ac Venetiarum primi instauratoris ac fundatoris Historia, che egli dedicò al marchese di Mantova, Francesco II Gonzaga (la copia di dedica sta nell'Arch. di Stato di Mantova, Archivio Gonzaga, busta 3305).L'ultimo importante lavoro del C., la Divi Pantaleonis martyris eiusque bracchi translationis Historia, fu completato nel 1492: èuna riduzione, in traduzione latina, di una Vita greca del santo, che era stato scelto nel sec. XIV dai Cremaschi come loro patrono. Il braccio di s. Pantaleone era stato portato da Costantinopoli nel 1453 al convento agostiniano di S. Maria della Cella a Genova, e il C., combattuto tra la lealtà all'Ordine e quella alla città natale, infine persuase il capitolo generale della Congregazione che il convento di Genova dovesse consegnare la reliquia ai cittadini di Crema. Il C. andò a Genova coi rappresentanti della città e del vescovo di Crema per accertare l'autenticità della reliquia, che fu portata a Crema nel 1492.L'anno seguente fu priore di Crema, dove la sua vita di s. Pantaleone fu stampata l'8 agosto.
Il C. morì nel 1495 a Crema, nel convento di S. Agostino, e fu sepolto nel chiostro.
Fonti e Bibl.: Arch. Segr. Vaticano, Reg. Lat. 477, ff. 239v-240v; Reg. Lat. 479, ff. 103r-104r, 132r-133r, 155v-156v; Reg. Lat. 688, ff. 154r-155r; Arch. di Stato di Mantova, Archivio Gonzaga, busta 3305; Archivio di Stato di Milano, Fondo di Religione, n. 38(antica segnatura Registri 604 bis), Museo Diplomatico, busta 197; Roma, Arch. Gen. d. Ord. d. eremit. di S. Agostino, Registri PP. Gen., specialmente Dd 6: F. Alghisi, Cronicon Congregationis S. Augustini de Observantia Lombardiae (ms.), I; Pietro da Terni, Historia di Crema 570-1557, a cura di M. e C. Verga, Crema 1964, pp. 175-179; T. Herrera, Alphabetum Augustinianum, Madrid 1644, I, pp. 55 s.; D. Calvi, Delle memorie istor. dellaCongregaz. osservante di Lombardiadell'Ordine Erem. di S. Agostino, Milano 1669, pp. 63-69; L. Torelli, Secoli Agostiniani, Bologna 1682,VI, pp. 803, 823; VII, pp. 324, 346, 375, 438-442; F. Sforza Benvenuti, Dizionario biografico cremasco, Crema 1888,p. 86; D. Perini, Bibliographia Augustin., Firenze 1929, I, pp. 219 s.; W. Terni De Gregory, Fra A. da Crema agente sforzesco, Crema 1950; C. Marcora, Frate Gabriele Sforza, arcivescovo diMilano (1454-1457), in Mem. stor. della diocesidi Milano, I (1954), pp. 293-296.