CIASCA, Agostino
Nato a Polignano a Mare (prov. di Bari) il 7 maggio del 1835, in una famiglia di modeste condizioni economiche, da Leonardo e da Olimpia Montanari, fu battezzato con il nome di Pasquale Raffaele.
Compiuti gli studi primari presso i minori osservanti, studiò filosofia a Monopoli sotto la guida di B. Quaranta. Incoraggiato a continuare gli studi dal vescovo di Monopoli, Francesco Pedicini, nel febbraio 1856 si trasferì a Roma. Il 10 marzo successivo entrò nell'Ordine degli eremitani di S. Agostino nel convento eugubino di S. Caterina. Con il nuovo nome di Agostino l'ii marzo 1857 pronunzio i voti solenni. Passò quindi a studiare filosòfla e teologia nel collegio di S. Agostino a Roma, dove ebbe a maestri T. Martinelli, G. Lanteri e F. Balzofiore. Il 18 sett. 1858 fu ordinato sacerdote.
Addottoratosi in teologia, fra il 1863 e il 1865 frequentò alla Sapienza i corsi dell'orientalista L. Vincenzi: contemporaneamente insegnava greco ed ebraico agli alunni dell'Ordine nel collegio di S. Monica.
Conseguita la laurea in lingue orientali, nel 1866 il C. fu chiamato alla cattedra di lingua ebraica nel Collegio Urbano de Propaganda Fide. Nel 1868 divenne reggente degli studi dell'Ordine e nei due anni successivi funse da interprete per i vescovi orientali al concilio vaticano I. Poco dopo la presa di Roma il governo italiano gli chiese di esaminare tre codici malabarici di provenienza indostana (lettera s.d., ma post 1872, del C. a Quintino Sella). Nel 1872 fu nominato consultore della Congregazione de Propaganda Fide per gli affari dei rito orientale, e pubblicò a Roma l'Examen critico-apologeticum super constitutionem dogmaticam de Fide Catholica.
Scrittore di lingua araba presso la Biblioteca Vaticana dal 1876, nel 1879 il C. fu inviato in missione dalla S. Sede in Egitto e nel Vicino Oriente. Durante il viaggio curò l'esame del breviario siriaco, correggendone errori ed ornissioni, e raccolse, soprattutto al Cairo, oggetti e manoscritti arabi e copti, depositati al suo ritorno a Roma nel Museo Borgiano della Congregazione de Propaganda (il Catalogo dei codici mss. ed oggetti portati dall'Oriente nel 1879 redatto dal C. fu pubblicato postumo a cura di David A. Perini, Roma 1904).
Nel 1881 il C. pubblicò a Roma traduzione e commento dei Papiri copti del Museo Borgiano della S. Congregazione de Propaganda Fide. L'anno successivo fu nominato prefetto degli interpreti pontificie incaricato della collazione dei testi in arabo e latino del sinodo libanese. Nel 1885, divenuto decano della facoltà di filologia del seminario romano, diede alle stampe, per incarico della Congregazione de Propaganda Fide, i primi due volumi dei Sacrorum Bibliorum fragmenta Copto-Sahidica con diciotto ed otto tavole fototipiche, rispettivamente (un terzo volume, già pronto per essere inviato in tipografia, fu pubblicato postumo a cura di Giuseppe Balestri, Roma 1904).
Nel 1888 il C. pubblicò, sempre a Roma, il testo arabo e la traduzione latina della versione dell'"armonia dei quattro Vangeli" di Taziano realizzata dal nestoriano Atū'l - Faraǧ ibn at-Tayyib (Tatiani Diatessaron seu Evangeliorum Harmoniae arabice), sulla base dell'odierno Vat. Borg. arab. 250, donato al Museo Borgiano, e del codice Vat. arab. 14 comprato per la Biblioteca Vaticana da Simone Assemani fra il 1717 e il 1719 (C. Peters, Das Diatessaron Tatians, Roma 1939, pp. 19-24).
Assistente e procuratore generale dell'Ordine e consultore della Congregazione della S. Inquisizione dal 12 apr. 1889, il 19 maggio 1891 il C. fu nominato prefetto dell'Archivio Vaticano ed il 1° giugno successivo arcivescovo di Larissa. li 4 settembre dello stesso anno fu delegato da Leone XIII a presiedere il sinodo provinciale di rito ruteno a Leopoli, del quale avrebbe curato più tardi la pubblicazione di atti e decreti (Acta et decreta Synodi provincialis Ruthenorum..., Romae 1896).
Il 19 giugno 1893 fu nominato segretario della Congregazione de Propaganda Fide: l'anno precedente aveva ricoperto l'incarico di assistente e, dal 19 settembre, quello di prosegretario. Nel nuovo ufficio fu suo compito principale quello di riorganizzare le missioni cattoliche e la loro amministrazione specialmente in Galizia e nel Vicino Oriente. Durante la sua segreteria fu raggiunto l'accordo, nell'estate del 1894, fra il governo italiano e la Santa Sede per la prefettura apostolica eritrea.
Il 19 giugno 1899 fu creato cardinale e il 22 venne preposto al titolo di S. Callisto. Assegnato alle congregazioni del Concistoro, dei Vescovi e Regolari e de Propaganda Fide, fu protettore della chiesa dello Spirito Santo dei Napoletani e dell'Istituto di S. Pietro Claver per le missioni d'Africa.
Insignito, fra l'altro, degli ordini di Francesco Giuseppe e del S. Sepolcro, il C. morì a Roma il 6 febbr. 1902.
Fonti e Bibl.: D. A. Perini, Studio bio-bibliografico sul card. A. C., Roma 1903; Id., Bibl. Augustiniana, I, Firenze 1929, pp. 229-231 (con indicaz. delle opere lasciate manoscritte dal C.); G. Gabrieli, Bibliografia di Puglia, in Japigia, II (1931), pp. 362-363; J.-M. Vosté, P. Bédjan, le lazariste persan, in Orientalia christiana periodica, XI (1945), pp. 59-65, 98-102; J. Metzlr, Präfekten und Sekretäre der Kongregation im Zeitalter der neueren Missionsära (1818-1918), in Sacrae Congregationis de Propaganda Fido memoria rerum..., III, 1, Rom-Freiburg-Wien 1975, pp. 61-62; S. Tabar, L'azione pastorale ed ecumenica della S. Congregazione nel Medio Oriente e in Europa (1815-1922), B, L'Eglise maronste. ibid., 2, ibid. 1976, pp. 53-57, 313, 623; Enc. Ital., X, p. 193; Enc. Catt., III, col. 1578; Lexikon für Theologie und Kirche, II, col. 1201; R. Ritzler-P. Sefrin, Hierarchia catholica..., VIII, Patavii 1978, pp. 40, 47, 334.