FONTANA, Agostino
Nacque verso il 1640, probabilmente a Modigliana in Romagna (nella zona allora soggetta al Granducato di Toscana) da Maria Zauli e da Sebastiano, stirnato giureconsulto ammesso nel 1652 alla cittadinanza e agli onori di Firenze.
Voltosi agli studi legali, si addottorò a Pisa nel 1660. Nel 1661-62 fece pratica a Roma sotto la direzione di Flaminio del Taja, futuro cardinale, allora auditore della S. Rota. Fu giudice delle cause civili, criminali e miste di tutta la provincia della Val di Chiana nel 1663-64, poi di Borgo San Sepolcro (1665 e primi sei mesi del 1666) e infine della Romagna toscana (1666-67). A Siena fu, per alcuni mesi, auditore di rota. Il 29 febbr. 1670, con i fratelli minori Giovanni e Fulvio, fu investito dai Savoia del feudo e contea di Scagnello nel Cuneese. Per tre anni fu poi a Trento, dove ricoprì la carica di podestà con mero e misto imperio e cognizione di tutte le cause civili (1670-72). Dal 1673 al 1675 fu capitano di Giustizia ad Ala e commissario generale dei quattro vicariati di tale provincia. Nel 1674 il duca di Mantova lo dichiarò senatore. Il 12 marzo 1675 fu nominato da Ranuccio II Farnese, per un triennio, auditore civile di Piacenza. Ricoprì poi tale carica fino al 1679. A Piacenza sposò, nel 1677, Anna Ulderica Soldati, nata a Parma da una famiglia comitale di origine savoiarda. In riconoscimento del buon servizio da lui prestato, il 9 febbr. 1680 Ranuccio ne ordinò l'ammissione al Collegio dei giudici di Parma, benché privo del requisito della origine parmigiana. La sua ammissione effettiva sembra però risalire solo al 1° marzo 1688.
Nel corso della seduta del Senato bolognese del 22 dic. 1682 ottenne l'incarico di auditore del tribunale civile della rota che gli venne confermato il 23 giugno 1684 in occasione del rinnovo degli auditori per il quinquennio 1685-90. A Bologna ricoprì per due volte la carica di podestà di rota (1° luglio 1683 - 1° luglio 1684; 1° luglio 1687 - 1° luglio 1688). Nel 1684 si ammalò gravemente, forse - stando a quanto afferma il figlio Aldigherio - per la fatica che stava sostenendo nel comporre l'Amphitheatrum legale seu Bibliotheca legalis amplissima (parti I-V, Parma 1688; parti VIVII, ibid. 1694). Con il trascorrere del tempo il male del F. progredì a tal punto da impedirgli definitivamente, a partire dal 1708, di alzarsi dal letto. Nel 1719 il figlio Aldigherio, nell'esaltarne la pazienza e le capacità di sopportazione, lo descrive completamente paralizzato. Non sono noti la data e il luogo della morte.
L'Amphitheatrum legale è un vastissimo repertorio - contiene più di quindicimila voci ordinato sia per autore, sia per soggetto. Il F. concepì l'idea di scrivere l'opera nel 1661, allorché vide, a Roma, un catalogo manoscritto, intitolato Bibliotheca legalis, compilato da Domenico Maria Corsi, futuro cardinale e vescovo di Rimini, di cui suo fratello Giovanni sarebbe divenuto vicario generale. Il F. ne chiese copia all'autore, che lo incoraggiò ad ampliarlo. Nel 1679, prima che il lavoro fosse concluso, venne pubblicata a Francoforte la Bibliotheca realis iuridica del bibliografo tedesco Martin Upen (Upenius), un ampio repertorio ordinato per soggetto che fu poi più volte corretto, ampliato e ripubblicato. E F. si affrettò a procurarsela: vi scoprì molte omissioni, ma vi trovò anche voci che gli mancavano e che utilizzò per integrare il suo lavoro. Il manoscritto dell'Amphitheatrum fu fatto trascrivere dal poeta reatino Loreto Mattei (autore, tra l'altro, del Salmista toscano. di cui proprio il F. curò, insieme col figlio Carlo Emanuele, l'edizione bolognese del 1688). Pubblicato, ebbe una grande diffusione in Italia e all'estero. Ancora all'inizio dell'Ottocento, C.M. Pillet, nella voce dedicata al F. della Biographie universelle ancienne et moderne (XV, Paris 1816; trad. it. corretta, XXI, Venezia 1825), ne dava un giudizio positivo, ritenendolo piu ricco e più facilmente consultabile dell'opera di Lápenio, nonostante le correzioni, le aggiunte e i supplementi di cui quest'ultima, al contrario di quella del F., era stata progressivamente arricchita. Una ristampa anastatica dell'Amphitheatrum è stata pubblicata a Torino nel 1961.
Oltre all'Amphitheatrum il F. fu autore di Decisio almae Rotae Bononien. in causa Bononien. fideicommissi de Griffonis (De successione monasterii bonorum capacis), Bologna 1685 alcuni componimenti poetici in L. Mattei, Salmista toscano, Bologna 1688, pp. n.n.
Fonti e Bibl.: Modigliana, Archivio della parrocchia di S. Stefano papa, Liber matrimoniorum 1620-1685, c. 26r (22 ott. 1630); Archivio di Stato di Parma, Patenti, vol. 6, c. 126rv; vol. 37, cc. 472 s.; vol. 4 bis, c. 155 (tutte copie della nomina del F. ad auditore civile di Piacenza, 12 marzo 1675); vol. 5, c. 264v (patente di familiarità rilasciata al F. da Ranuccio II Farnese, 27 giugno 1690); Ibid., Istruzione pubblica farnesiana, b. 6, Collegi dei dottori, giudici e medici, lett. di Ranuccio II Farnese al governatore di Parma, 9 febbr. 1680; Ibid., Fondo Fontana, n. 2 (lett. di Polissena Fontana a Francesco Farnese, 26 dic. 1694); n. 3 (lett. di Francesco Farnese al presidente Chiapparini, 31 dic. 1694); Archivio di Stato di Bologna, Assunteria di Rota, Requisiti dei competitori alla Rota per ordine di cognome, b. 1 (A-L), foglio non numerato (requisiti del F., 15 dic. 1682); Ibid., Senato Partiti, V. 27, cc. 81rv (22 dic. 1682); 85r (15 genn. 1683); 107v (28 apr. 1684); 110r (23 giugno 1684); 162v (29 dic. 1686); 188r (16 giugno 1688); V. 28, c. 8r (13 apr. 1689); Parma, Bibl. Palatina, Fondo parm. 648: I. Affò, Materiali autografici per le biografie degli illustri parmensi (schede biografiche in ordine alfabetico); Sommario de' requisiti de... concorrenti alla Rota, s.l., né d. [ma Bologna 1684 o 1685], pp. 3, 12; E. Gamurrini, Istoria genealogica, V, Firenze 1685, pp. 73-76, 79-82, 95-98; A. Fontana, Amphiteatrum, cit., I, coll. 353 s.; VI, coll. 93-96, 160 s., 181; VII, col. 307; M. Ucchini, Breve narrazione della vita ... di monsignor Giovanni Fontana, in G. Fontana, La santità e la pietà trionfante, Venezia 1716, pp. V s.; Opere date alle stampe, da alcuni letterati, ancora viventi, della famiglia Fontana, in La Galleria di Minerva, VII (1717), p. 178; Giornale de' letterati d'Italia, XXIX (177), p. 433; Ald. Fontana, Ristretto della vita d'alcune persone illustri... di casa Fontana, Venezia 1719, pp. 173-180; O. Bolsi, Adnotationes in praestantissimum iurisconsultorum et iudicium Parmensem Ordinem, Parmae 1723, p. 40; 1. Affò - A. Pezzana, Memorie degli scrittori e letterati parmigiani, VII, Parma 1833, pp. 75 ss. (riguarda i figli Aldighiero e Carlo Emanuele); C. Bulgarelli, Vita del p. Fulvio Fontana, Modigliana 1909, p. 10; P. Fiorelli, Vocabolari giuridicifatti e da fare, in Riv. ital. per le scienze giurid., s. 3, 1 (1947), pp. 303 s.