CARLI-RUBBI, Agostino Giovanni
- Nato a Venezia nel giugno 1748dal primo matrimonio di Gian Rinaldo Carli con Paola Rubbi, fu tenuto a battesimo dal futuro doge Marco Foscarini che era già stato testimone alle nozze del suoi genitori. Rimase orfano della madre il 12 ag. 1749 e, dopo le seconde nozze del padre con Anna Maria Lanfranchi Chiccoli, seguì entrambi a Milano.
Qui studiò con profitto nel collegio del nobili diretto dai barnabiti; suo padre compose per lui una fortunata operetta educativa intitolata Elementi morali o sieno Saggi di morale cristiana e civile (Milano 1755) che ebbe parecchie edizioni. Nel '56 rimase conla matrigna, mentre il padre soggiornava in Toscana, e nel '58 fu portato a Capodistria, affidato agli scolopi del collegio del nobili e allo zio Stefano Carli.
Dopo il divorzio fra i genitori (1761), il C. rimase col padre che lo affidò al collegio di Parma; nel novembre '66 entrò nel collegio gesuitico Theresianum di Vienna, dove compì i suoi studi nel settembre '68, dimostrando predilezione per la legge. Il padre avrebbe desiderato fare di lui, un funzionario statale, ma a ciò si ribellava il carattere impulsivo e indipendente del giovane. Questi rimase a Milano, dove seguì nel '70 le lezioni di diritto del Beccaria (di cui tessé l'apologia); passò poi a Venezia, dove stese una relazione (ambedue gli scritti sono inediti: cfr. Cicognara) sulla popolazione di Rovigo, e, amicissimo del tipografo G. A. Pasquali, visse fra i più lieti divertimenti, attirandosi i rimproveri del padre. Nel '77, dopo un breve soggiorno a Milano, si trasferì a Ginevra, alternando gli studi di matematica, di fisica e di storia patria alla frequenza di salotti e teatri. Entrò in relazione con scienziati come il Bertrand e il Le Sage e col giurista G. Gorani; tradusse in francese scritti di idraulica di P. Frisi, e fu con P. Verri a Milano fra i fondatori della Società patriottica per incoraggiare l'agricoltura, le arti e le industrie.
Ridotto in strettezze, tentò con la mediazione di G. B. Confalonieri di riconciliarsi col padre. Invece ruppe definitivamente con lui e a suo danno vinse una causa giudiziaria per assicurarsi l'eredità materna. Dal luglio dell'83 lo ritroviamo a Venezia, fattosi più maturo e operoso, dedito agli studi storici e perciò in relazione col marchese G. Gravisi e col vescovo Bonifacio Da Ponte a Capodistria e con Michele de Sorgo, patrizio raguseo. Fu ascritto all'Accademia di scienze, lettere ed arti di Padova.
Nel maggio del 1788 il C. ritornò a Capodistria, dove entrò nell'Accademia del Risorti e dove il 20 marzo dell'89 sposò Maria Anna Pettenello. Con lei prese dimora a Trieste, dove gli nacque nel '91 la prima figlia; qui cercò nuove relazioni e un impiego. Ottenne da Vittorio Amedeo III la commenda dell'Ordine militare del SS. Maurizio e Lazzaro, ma gli avvenimenti politici gli impedirono di trasferirsi com'era sua intenzione alla corte di Torino. Trovò invece occupazione alla borsa di Trieste, per conto della quale stese un rapporto al governo il 10 sett. 1792 e quindi un saggio politico ed economico (inediti). Nel '95 si recò per breve tempo a Torino, e nel '96 gli nacque una seconda figlia.
La minaccia del Bonaparte lo persuase della utilità della dedizione dell'Istria all'Austria e tale tesi, contraddetta dalla volontà popolare, sostenne - per incitamento del governatore austriaco di Trieste - con i suoi corrispondenti G. P. Polesini, N. Del Bello, G. Gravisi e N. de Baseggio. Avvenuta l'occupazione austriaca, sperò perciò in un'impiegò governativo e si recò invano a ricercarlo a Vienna, dove rimase a lungo (febbraio 1801-aprile 1804).
Nel corso del 1806 pensò invece di poter trovare una sistemazione a Venezia, e non esitò per questo a rivolgersi dapprima al conte M. Serbelloni, poi allo stesso Napoleone con uno scritto Sur la maison Bonaparte.Preparò inoltre per la stampa l'unico suo scritto che sia stato pubblicato, la Dissertazione sopra il corpo di s. Marco Evangelista riposto nella R. Basilica di S. Marco (Venezia 1811). Solo nel maggio del '12 il C. fu nominato a Milano regio delegato per il recupero dei documenti appartenenti all'Archivio diplomatico dispersi negli archivi demaniali del Veneto; nel giugno dello stesso anno fu ispettore al dipartimento del Tagliamento e nell'agosto alunno assistente onorario all'Archivio generale di Venezia, senza che tuttavia i proventi percepiti per questi incarichi gli fossero sufficienti a vivere.
La sua situazione finanziaria era nuovamente misera e si aggravò con le inutili spese giudiziarie fatte allo scopo di assicurarsi la eredità dello zio Stefano, che inaspettatamente l'aveva diseredato. Finalmente nel febbraio del '15 fu confermato al posto di archivista e ottenne un discreto stipendio, e nel '16 ebbe la nomina a capo dell'archivio del Frari che tenne fino alla morte.
Trascorse gli ultimi anni dedicandosi ai prediletti studi storico-eruditi, i quali rimasero manoscritti sia per il suo spirito critico che gli impediva di considerarli compiuti, sia per la salute malferma.
Il C. morì nella città natale il 18 marzo 1825.
Fonti e Bibl.: L. Bossi, Elogio stor. del co. comm. G. R. Carli, Venezia 1797, p. 82; D. Venturini, Dall'epist. ined. di A. C.-R. (nell'arch. Gravisi di Capodistria), in Miscell. di studi in on. di A. Hortis, Trieste 1910, pp. 831-846; G. Babuder, Cenni intorno alla vita del marchese Gir. Gravisi, in Annuario dell'I. R. Ginnasio superiore di Capodistria, 1867-68, pp. 23 s.; L. Cicognara, Mem. tratte dai docum. originali, Venezia 1888, I, p. 217; II, p. 109; P. Stancovich, Biogr. degli uomini distinti dell'Istria, Capodistria 1888, p. 303; L. Volpis, Una lettera ined. di F. Combi, in Pagine istriane, V (1907), pp. 113-119; Id., A.G.C.-R., ibid., VII(1909), pp. 132-154, 169-185, 217-228, 266-272; VIII (1910), pp. 2-9, 28-36, 73-92; A. Gentile, Un biglietto da visita, ibid., VIII(1910), pp. 26 ss.; G. De Vergottini, L'Istria alla caduta della Repubblica di Venezia, in Atti e memorie della Società istr. di archeol. e st. patria, XXXII(1920), pp. 220-228; G. Quarantotti, Trieste e l'Istria nell'età napoleonica, Firenze 1954, pp. 14 ss., 20, s., 39 s., 114, 289.