AGOSTINO Milanese (Agostino di Bramantino)
Pittore, attivo in Milano nella seconda metà del sec. XV, è ricordato da G. P. Lomazzo nel suo Trattato dell'arte de la pittura per aver dipinto, con abile uso della prospettiva, figure di santi, in scorcio "assise sopra i cornicioni", sulla volta della cappella della Maddalena (affrescata sulle pareti da B. Zenale verso il 1484), nella chiesa del Carmine a Milano. Lo stesso Lomazzo, nell'indice alla prima edizione (1584)della sua opera (p. 681), lo precisa "discepolo di Bramantino" (cioè di B. Suardi), chiamandolo "Agostino di Bramantino milanese, pittore, discepolo d'esso Bramantino". Scomparse sia le pitture di B. Zenale sia quelle di A., il cenno del Lomazzo causò numerosi equivoci, aggravati dalla confusione fatta dal Vasari intorno al Bramante ed al Bramantino, da lui ricordati nelle Vite di Piero della Francesca e del Garofalo con molte inesattezze cronologiche.
Il Bramantino vasariano (ediz. di G. Milanesi, II, p. 492), pittore valentissimo nella prospettiva, avrebbe gareggiato, a Roma, con Piero della Francesca e con Bramante, affrescando, per ordine di Niccolò V, quelle stanze vaticane, che furon poi "gettate a terra" da Giulio II perché Raffaello vi dipingesse la prigionia di s. Pietro ed il miracolo del corporale di Bolsena. Per il Vasari, cioè, il Bramantino avrebbe lavorato a Roma poco dopo il 1450; né quanto di lui dice ancora nelle Vite del Garofalo e Girolamo da Carpi (ediz. cit., VI, pp. 511ss.) muta questi riferimenti cronologici: Bramantino sarebbe stato, secondo il Vasari, il primo lume della pittura che si vedesse di buona maniera in Milano e cagione che dopo di lui Bramante divenisse, per la buona maniera che diede a' suoi casamenti e prospettive, eccellente nelle cose d'architettura, essendo che le prime cose, che studiò Bramante, furono quelle di Bramantino". Su questa base il De Pagave (p. 215) sostenne che le notizie vasariane costituivano l'unificazione dei dati riguardanti due Bramantini, entrambi milanesi; e identificò il più vecchio, equivocando il testo del Lomazzo, con Agostino di Bramantino.
G. Bossi accettò in pieno l'esistenza d'un Bramante da Milano, precedente quello d'Urbino e da lui distinto, e di vari Bramantini, fra cui A. e il Suardi.
Contribuirono a confermare l'equivoco A. Ricci, che nella sua Storia dell'architettura in Italia cercò di dare consistenza alla figura di "Bramante da Milano", affiancato da G. L. Calvi e da L. Malvezzi. A tanta confusione cercò di porre rimedio, con equilibrato criterio, L. Lanzi, che invece opinò doversi identificare A. con l'Agostino delle Prospettive, pittore a Bologna nel 1525; ulteriori chiarificazioni si ebbero con Crowe e Cavalcaselle e con le note di G. Milanesi alla sua edizione del Vasari.
Recentemente R. Longhi ha formulato l'ipotesi che la personalità di A. Milanese coincida con quella - già individuata dal Suida - dell'anonimo autore di un gruppo di opere, i cui caratteri sembrano corrispondere a quelli che le fonti indicano appunto come propri di Agostino Milanese (affreschi della cappella Carafa in S. Domenico Maggiore a Napoli e pala con Salita al Calvario nella stessa chiesa; polittico con Storie di Cristo nel Museo di Capodimonte; Visione francescana, nella Galleria nazionale di Roma; frammenti di polittico con Storie di Cristo, nella Pinacoteca di Cremona; Presentazione di Maria al Tempio nel Museo di Boston, Mass.; ecc.).
Fonti e Bibl.: G. P. Lomazzo, Trattato dell'arte de la pittura, Milano 1584, pp. 270, 681; G. Vasari, Le Vite..., a cura di G. Della Valle, III, Siena 1791, pp. 251 s.; V., ibid. 1792, pp. 141, 161 s., 256; VIII, ibid. 1792, pp. 370-374; Id., Le Vite... con nuove annotazioni e commenti di G. Milanesi, II, Firenze 1878, p. 492; IV, ibid. 1879, p. 149, 330; VI, ibid. 1881, pp. 527-529; Milano, Biblioteca Ambrosiana, ms. S. 157 sup., V. De Pagave, Vita di Bartolomeo Suardi detto il Bramantino, edito quanto ai ff. 103 r-114v. da W. Suida, Bramante pittore e il Bramantino, Milano s. d. [ma 1953], pp. 215-225; P. Moriggia, La nobiltà di Milano descritta, Milano 1595, p. 277; G. Bossi, Del Cenacolo di Leonardo da Vinci, Milano 1810, pp. 32, 246-249 (che accenna ai vari Bramante e Bramantini, ma non nomina A.); L. Lanzi, Storia pittorica della Italia, Milano 1823, IV, pp. 179 s., 188 ss., ma particolarmente pp. 192 s.; V, p. 70 (propone l'identificazione tra A. di Bramantino e Agostino delle Prospettive; evita le confusioni correnti ai suoi tempi); J. D. Passavant, Beiträge zur Geschichte der alten Malerschulen in der Lombardei, in Kunstblatt, XIX (1838), pp. 269 s.; G. Rosini, Storia della pittura ital., III, Pisa 1841, pp.277-281; A. Ricci, Storia della architettura in Italia, II, Modena 1858, pp. 532 s., 611 s., 614-651; G. L. Calvi, Notizie sulla vita e sulle opere dei principali architetti, scultori e pittori che fiorirono in Milano durante il governo dei Visconti e degli Sforza, II, Milano 1865, pp. 1-28 (vi si parla dei vari Bramante e Bramantino); L. Malvezzi, Le glorie dell'arte lombarda, Milano 1882, pp. 94-99; W. Suida, Die Jugendwerke des Bartolomeo Suardi, genannt Bramantino, in Jahrbuch der Kunsthistorischen Sammlungen des allerhöchsten Kaiserhauses, XXV (1905), pp. 1-71; Id., Die Spätwerke des B. Suardi, genannt Bramantino, ibid., XXVI (1906), pp. 293-372; J. A. Crowe-G. B. Cavalcaselle, A History of Painting in North Italy, II, London 1912, pp. 331-334; J. Schlosser-Magnino, La letteratura artistica, Firenze 1956, p. 145; R. Longhi, Un libro sul Bramantino, in Paragone, LXIII (1955), pp. 60 s.
Per il cosiddetto "alunno di Bramantino" o "pittore lombardo-napoletano" proposto per l'identificazione con A. di Bramantino, oltre al Longhi già cit., anche G. Fiocco, Il periodo romano di Bartolomeo Suardi detto il Bramantino, in L'Arte, XVII (1914), pp. 24-40; A. de Rinaldis, La Pinacoteca del Museo Nazionale di Napoli, Napoli 1927, pp. 34 s.; W. Suida, Bramantino, Erörterungen und Zusätze, in Der Cicerone, XX (1928), pp. 549-556;A. Puerari, La Pinacoteca di Cremona, Cremona 1951, pp. 78-80; N. di Carpegna, Catalogo della Galleria nazionale di Palazzo Barberini, Roma 1951, p. 18; F. Bologna, Altobello Melone, in The Burlington Magazine, XCVII (1955), pp. 246-247; M. L. Gengaro, Problemi di metodo per la storia dell'arte: il Bramantino, in Arte lombarda, I, (1955), pp. 125-126; M. Monteverdi, Un trittico poco noto dell'anonimo bramantinesco a Castelleone, ibid., pp. 134-135; Id., Lungo percorso di un manierismo lombardo disceso dal Bramantino, ibid., II (1956),pp. 94-111; U. Thierne-F. Becker, Allgem. Lexikon der bildenden Künstler, IV, p. 519, sub voce, Bramantino, Agostino di.