Nifo, Agostino
Filosofo e medico (Sessa Aurunca, Caserta, 1470 ca.- ivi 1538). Compì i suoi studi presso l’univ. di Padova, sotto la guida di Vernia, dove poi ricoprì – dal 1492 al 1499 – la cattedra di filosofia naturale. Nel 1495 fu concurrens di Pomponazzi nella cattedra di filosofia; la consuetudine prevedeva infatti che il professore avesse un concorrente, cioè un collega che teneva lezione alla stessa ora, in modo che gli studenti potessero scegliere il docente che preferivano, influendo sul rinnovo del suo contratto l’anno successivo; dal 1496 N. divenne ordinario primo loco. Lasciata Padova nel 1499, ottenne la docenza in diverse univ., da Napoli (1506-08 e di nuovo nel 1531-32) a Roma (1514-18), a Pisa (1519-22) e infine a Salerno (1522-26 e 1533-35). Formatosi nell’ambiente padovano che privilegiava l’interpretazione rigidamente averroistica degli scritti aristotelici, nella prima fase della sua produzione N. mostrò di aderire a questa impostazione, successivamente mitigata in seguito alla lettura degli interpreti neoplatonici di Aristotele. Il contrasto tra le due diverse posizioni è evidente in due scritti redatti nel periodo dell’insegnamento padovano e stampati nel 1503: il commento Super tres libros de anima, in cui sostiene la posizione averroistica dell’unità dell’intelletto, e il Liber de intellectu, in cui essa viene respinta in difesa dell’immortalità personale dell’anima individuale. Nel 1518 N. pubblicò il De immortalitate humanae animae... adversus Pomponatium, contro l’omonimo scritto dato alle stampe nel 1516 dall’ex collega, cui fece seguito, l’anno seguente, la replica di Pomponazzi del Defensorium. Nel 1523 N. pubblicò un adattamento del Principe di Machiavelli (circolante in forma manoscritta già dal 1515) con il titolo De regnandi peritia; nel 1531 uscì a Roma il De pulchro liber et de amore. Tra il 1495 e il 1496 N. aveva pubblicato a Venezia l’edizione delle opere di Aristotele con il commento di Averroè e nel 1497 un commento alla Destructio destructionum del filosofo arabo e una Quaestio de sensu agente.