Palesa, Agostino
Letterato (Padova 1809 - ivi 1873). Donò per lascito la propria biblioteca di circa 110.000 volumi al comune di Padova, arricchendo in tal modo di un fondo cospicuo (specie per le edizioni cominiane - 2019 volumi - e per le raccolte dantesca - 4113 volumi - e petrarchesca) la biblioteca del museo Civico di Padova. L'opera letteraria è in genere assai modesta: alcune raccolte di liriche anche inedite, il poema Azzo VII (1846), la frettolosa versione dell'Africa del Petrarca completata con versi del P. stesso. Lo studioso ha dato frutti nel campo degli studi danteschi, non tanto per la cronologia dantesca, per il commento al Convivio, per la raccolta di note tratte da diversi commenti alla Commedia, per la descrizione dei codici danteschi della biblioteca Estense, lavori incompiuti e inediti, o per le note all'edizione (1859) patavina della Commedia che gli vengono attribuite (altri afferma - meno credibilmente secondo noi - che per la parte più gravosa furono opera del Sicca, essendo in quel caso il P. solo un consigliere), o, infine, per le note alla Commedia stessa edite dal Valeggia, quanto, soprattutto, per la miscellanea intitolata Dante (Trieste 1865) in cui il P. raccolse gli appunti delle proprie attente osservazioni su problemi danteschi e anche illustrò la propria biblioteca dantesca.
Come critico di D., il P. rivela i difetti e i meriti dell'autodidatta, l'avventurosa asistematicità e insieme la calda passione per la propria materia: per questo il suo lavoro può offrire la notizia o il particolare utili, ma insieme fornisce materiale non documentato o puramente arbitrario. Tende il P. a cedere alle suggestioni contingenti e alle tesi campanilistiche (ad esempio: la Chiarentana è il monte Carenzana o Canzana nel Trentino, dalle cui acque traggono origine i laghi di Levico e Caldonazzo). Il P. procede nella sua miscellanea con un fervore discorsivo che gli fa toccare molti interessanti argomenti, e i più disparati, ma senza affrontarne alcuno a fondo con un vero metodo di ricerca. Nella prima parte della miscellanea parla delle 250 edizioni della Commedia da lui possedute. Nella seconda raccoglie una serie di saggi specifici: sulla derivazione dell'Ottimo dal Lana, su Semiramide negli antichi commentatori, sulla Chiarentana, su una lettera apocrifa di D. e un sonetto attribuitogli, ecc.
Bibl. - J. Lenner, A.P. e le sue opere, Padova 1878; ID., Discorso sulle opere dell'ab. Giuseppe Roberti, con prefazione, note e un'appendice al discorso di cui sopra, ibid. 1878; L. Busato, Un onesto grido in nome di D., ibid. 1878. Si vedano inoltre: " Giornale di Padova " VIII, nn. 297 e 298 (con necrologio); " Il Bacchiglione " III, n. 130; V, nn. 61, 62, 68, 69, 72, 141, 142, 143; VIII, VIII, 115, 128, 137; G.B. Rossi, Francesco da Lazara ultimo Podestà di Padova (1857-1866): cenni, Padova 1867; A. Gloria, Il Museo Civico di Padova, ibid. 1880; G. Valeggia, Del Dott. A.P. e di alcune sue note inedite alla D.C., in " Giornale d. " III (1896) 428.