STRAULINO, Agostino
– Nacque a Lussinpiccolo, all’epoca appartenente all’Impero austro-ungarico e oggi in Croazia, il 10 ottobre 1914 da Pietro e da Marina Martinolich. Il padre e lo zio paterno, Giovanni, entrambi marittimi, realizzarono per il giovane Agostino, chiamato familiarmente Tino, una piccola barca a vela che fu battezzata Sogliola, donatagli quando aveva poco più di cinque anni e con la quale apprese i primi rudimenti dell’arte marinaresca.
La preparazione proseguì grazie agli insegnamenti che ricevette negli anni successivi da Giovanni Suttora, un comandante di velieri in pensione, e frequentando il Regio istituto nautico Nazario Sauro di Lussinpiccolo. Sebbene non molto portato per gli studi, si diplomò nell’anno scolastico 1932-33 come capitano di lungo corso e il padre, per premio, gli concesse un anno di assoluta libertà, che trascorse a bordo della sua passera Lanzarda vagabondando fra le isole della Dalmazia. Quel periodo fu estremamente importante per la sua formazione, perché imparò davvero a ‘conoscere’ il vento e a saperlo sfruttare per far navigare velocemente la barca.
Il 10 ottobre 1934 fu ammesso al XXX Corso allievi ufficiali di complemento per diplomati nel corpo dello stato maggiore, che si svolse presso la Regia accademia navale di Livorno.
Il 17 gennaio 1935 fu promosso sottocapo, e nell’istituto Straulino ebbe modo di cominciare a gareggiare con gli altri frequentatori impiegando barche a vela della classe Star, con la quale avrebbe ricevuto grandi soddisfazioni.
Si segnalò come eccellente timoniere, tanto che in quella classe sarebbe riuscito a ottenere complessivamente nella sua carriera di velista una medaglia olimpica d’oro (1952) e una d’argento (1956), fu tre volte campione del mondo (1952, 1953 e 1956), dieci volte campione d’Europa (1938, 1949, 1950, 1951, 1952, 1953, 1954, 1955, 1956 e 1959), dodici volte campione d’Italia (1938, 1946, 1948, 1949, 1950, 1951, 1952, 1953, 1954, 1955, 1956 e 1959), tre volte di Germania (1954, 1955 e 1957) e una volta di Francia (1959) oltre ad affermarsi in competizioni minori; inoltre nella classe 5,5 Stazza internazionale ebbe un titolo mondiale (1965) e vinse una One Ton Cup (1973).
Il 1° giugno 1935 divenne aspirante guardiamarina e pochi giorni dopo ebbe la sua prima destinazione di servizio, sul cacciatorpediniere Espero. In quel periodo cominciò a gareggiare insieme a un altro ufficiale della Marina, Nicolò Rode detto Nico, suo amico d’infanzia che si rivelò fin dall’inizio il partner ideale come prodiere.
Dopo aver servito a bordo dell’incrociatore pesante Zara e della torpediniera Francesco Stocco, fu nuovamente inviato sull’Espero e il 16 ottobre successivo fu promosso guardiamarina. Trasferito sulla torpediniera Giuseppe Missori, riuscì a essere selezionato, sia pure come riserva, per la squadra italiana di vela che avrebbe partecipato alle Olimpiadi di Berlino del 1936.
Anche questa esperienza sarebbe notevolmente servita per arricchire la preparazione del giovane, il quale ben comprese che per vincere le gare di quel livello era necessario essere un atleta completo, forte sia fisicamente sia psicologicamente, avere una chiara percezione del campo di regata, saper sfruttare al massimo il vento, eseguire meticolosamente la manutenzione delle attrezzature e dello scafo della propria barca e infine abituarsi a uscire in mare con qualsiasi tempo.
Nel 1938 Straulino ottenne i primi due importanti successi della sua carriera entrambi nella classe Star, vincendo in coppia con Rode il campionato d’Europa che si tenne a Kiel in Germania e insieme a Luigi De Manincor, un altro ufficiale di Marina, il campionato d’Italia che si svolse a Livorno.
Il 12 aprile 1939 divenne sottotenente di vascello e quello stesso anno, sempre con Rode a bordo di una Star, si classificò al secondo posto durante il campionato del mondo a Kiel e con il 6 metri Stazza internazionale Vega III, insieme a Rode, De Manincor e due altri ufficiali della Marina, vinse il campionato d’Italia.
Con l’ingresso dell’Italia nella seconda guerra mondiale cessò di partecipare alle gare e decise di rimanere in Marina, imbarcato sull’incrociatore leggero Giuseppe Garibaldi, ottenendo il 14 ottobre 1940 il passaggio in servizio permanente effettivo. Il 23 febbraio 1942 fu promosso tenente di vascello e il mese successivo venne trasferito nella Decima flottiglia MAS, reparto che compiva ardite incursioni contro le basi avversarie. Avendo seguito il corso da sommozzatore, fu destinato ad attaccare, come ‘uomo gamma’, i mercantili nemici alla fonda davanti a Gibilterra. La prima operazione alla quale partecipò al comando di altri undici operatori, denominata G.G.1, avvenne la notte fra il 13 e il 14 luglio 1942, e portò al danneggiamento di quattro piroscafi. Per questa missione, nella quale rimase ferito al piede sinistro, Straulino fu decorato con la medaglia d’argento al valore militare. La seconda missione, chiamata G.G.2, si svolse la notte fra il 14 e il 15 settembre seguente con l’affondamento di un mercantile, e per quella ottenne una medaglia di bronzo al valore militare.
Rientrato in Italia, fu inviato in Istria per individuare una sede idonea dove trasferire la scuola sommozzatori della Decima flottiglia MAS e, mentre stava eseguendo tale compito, l’8 settembre 1943 fu proclamato l’armistizio.
Straulino si nascose a Lussino, ma fu catturato prima dai partigiani titini e poi dagli ustascia croati, che lo consegnarono ai tedeschi i quali lo rinchiusero in un campo di prigionia. Liberato poco prima della fine delle ostilità, si recò inizialmente presso la famiglia a Lussino rischiando per tre volte di essere ucciso dall’odio anti-italiano, e poi si presentò a Trieste per riprendere servizio in Marina.
La prima destinazione fu a Venezia e poi ricominciò gli imbarchi su varie navi.
Straulino ebbe modo di riprendere a gareggiare con le barche a vela e nel 1946 ottenne il suo primo importante successo nel dopoguerra, vincendo a Napoli il campionato d’Italia della classe Star con Amelio Prato come prodiere. Nello stesso anno fu assegnato al reparto addetto allo sminamento dei porti italiani e nel 1947, operando a Bari, riportò delle ustioni a causa di bombe all’iprite statunitensi recuperate da una nave affondata durante la guerra, che gli fecero diminuire progressivamente la vista.
L’8 marzo 1948 sposò Ada De Introna, che gli avrebbe dato una figlia, Marzia.
Nel frattempo aveva continuato a gareggiare e in quello stesso anno partecipò alle Olimpiadi di Londra, nel corso delle quali si classificò solo quinto nella classe Star avendo come prodiere Rode, anche per l’ostilità mostrata dalla giuria.
Straulino però non demorse e negli anni successivi prese parte a numerose gare con le Star alle Olimpiadi di Helsinki nel 1952, di Melbourne nel 1956 con Rode e di Roma nel 1960 con Carlo Rolandi, ottenendo rispettivamente la medaglia d’oro, quella d’argento e un quarto posto.
Intanto era stato promosso capitano di corvetta e poi di fregata, e il 6 gennaio 1961 gli fu affidato il comando della nave scuola a vela Corsaro II, con la quale attraversò l’Atlantico per partecipare alla Transpacific Race da Los Angeles a Honolulu ottenendo il sesto posto nella classifica generale e il quarto in quella di classe giungendo primo alla regata a triangolo Honolulu-Kauai.
Nel dicembre di quell’anno divenne il responsabile della direzione dello sport velico della Marina (Marivela) ed ebbe il grado di capitano di vascello. Il 21 novembre 1964 ebbe il comando della nave scuola Amerigo Vespucci, con la quale l’anno successivo attraversò a vela il canale navigabile di Taranto e fece una memorabile crociera nell’Europa settentrionale.
Il 1° gennaio 1968 ebbe il grado di contrammiraglio e continuò a gareggiare spesso con Marina Bulgari Spaccarelli, che gli metteva a disposizione proprie barche.
Nel 1970 insieme a Renato Corsini, noto giornalista sportivo, pubblicò con le Edizioni Mediterranee di Roma la propria autobiografia intitolata Arma e vai!
L’11 ottobre 1972 fu collocato in ausiliaria e il 1° agosto 1978 divenne ammiraglio di divisione. Nel frattempo aveva cominciato a trascorrere le estati a Lussino, riallacciando vecchie amicizie e continuato a gareggiare; l’ultima competizione alla quale prese parte fu la Coppa Ammiraglio Acton, che si svolse a Napoli nel 2002 e che vinse per la terza volta.
Morì a Roma il 14 dicembre 2004.
Fonti e Bibl.: Roma, Ministero della Difesa, Archivio dell’Ufficio storico della Marina militare, Biografie ufficiali, b. S 2, f. 39 bis; Supermarina - Mezzi d’assalto, b. B, ff. 1-2; Annuario della Regia Accademia Navale. Anno 1934-1935, Livorno 1935, p. 183; V. Spigai, Cento uomini contro due flotte, Livorno 1954, pp. 381 s., 397; P. Bernotti, Il Corsaro, II, Sui mari del mondo (1961-1967), Milano 1971, pp. 22 s., 28 s., 31, 41 s., 49, 51, 53, 55, 59, 61 s., 65; Enciclopedia della vela, a cura di R. Scharff - R. Henderson, Milano 1977, pp. 49 s.; C. Gambaro, Una vela sulla rotta della vita. Beppe Croce, l’anima italiana dello yachting mondiale, Milano 1988, pp. 50, 78, 80, 100, 102, 104; C. De Risio, I mezzi d’assalto, Roma 1991, pp. 150, 162 s., 244 s.; M. Spertini - E. Bagnasco, I mezzi d’assalto della Xa Flottiglia MAS 1940-1945, Parma 1991, pp. 54 s.; P. Kemp, I guerrieri degli abissi, Milano 1999, pp. 54, 57; O.O. Miozzi, Le medaglie d’argento al valore militare, II, Roma 2001, p. 622; Id., Le medaglie di bronzo al valore militare, III, Roma 2003, p. 650; V. Giordano, Ammiraglio A. S. Una vita per il mare, inserto del Notiziario della Marina, LII (2005), 1, pp. nn.; S. La Manna, ... mi disse l’Ammiraglio Straulino, in Rivista marittima, CXXXVIII (2005), 3, pp. 169-175; Straulino, supplemento a Rivista marittima, CXXXVIII (2005), 12, pp. 7 s., 43 s.; M. Gemignani, Le navi scuola e le campagne addestrative dell’ultimo cinquantennio, in Navi scuola a Livorno, Livorno 2007, pp. 52, 63; G. Giorgerini, Attacco dal mare. Storia dei mezzi d’assalto della Marina italiana, Milano 2007, pp. 255, 257; P. Alberini - F. Prosperini, Uomini della Marina 1861-1946. Dizionario biografico, Roma 2015, pp. 504 s.; G. Gallo, Il padrone del vento, Roma 2017, pp. 5 s., 25 s., 29 s., 37 s., 61 s., 67 s., 73 s., 77 s., 81 s., 109 s., 123 ss.