AGRICOLTURA BIOLOGICA.
Da un punto di vista strettamente terminologico, tutta l'agricoltura è 'biologica', nel senso che è un'attività basata sulla trasformazione biologica, da parte delle piante verdi, dell'energia solare in prodotti utili all'uomo e segnatamente in quei beni fondamentali per la salute che sono i cibi.
Ciò premesso, il termine di a. b. va inteso in un'accezione diversa: quella di designare e distinguere un metodo di agricoltura, antitetico all'agricoltura convenzionale attualmente in essere nei paesi sviluppati e basata sull'impiego di mezzi tecnici di produzione industriale, capace di soddisfare le esigenze di consumatori sensibilizzati ai problemi dell'ambiente e della salute e quindi molto recettivi ai messaggi portatori di idee di genuinità, naturalità e salubrità.
Storia dell'agricoltura biologica. - I due primi e principali ideatori di un'agricoltura alternativa furono un agronomo tedesco, H. Pfeiffer, e un agronomo inglese, A. Howard. Il primo sviluppò il metodo biodinamico ispirandosi alle concezioni antroposofiche di R. Steiner espresse nel 1924. Il secondo nel 1940 espose le sue concezioni e le sue esperienze su un metodo di agricoltura nuovo (sistema Howard-Balfour, diffuso in Inghilterra) in un'opera che è stata di ispirazione a diversi successivi metodi di a. biologica. Nel 1945 un biologo svizzero, H. Müller, e un medico tedesco, H. P. Rusch, idearono un metodo di agricoltura 'organico-biologica' che si è ampiamente diffuso in Svizzera, Germania e Austria. Verso il 1963 in Francia è stato messo a punto un metodo di a. b. noto con i nomi degli ideatori come metodo Lemaire-Boucher, diffusosi in Francia. Nel 1962 in Germania fu fondato un movimento noto come ANOG (Arbeitsgemeinschaft für Naturgemässen Qualitätsanbau von Obst und Gemüse o "Movimento dei lavoratori per la coltivazione naturale di frutta e ortaggi") che raccoglie numerosi produttori in Germania, Olanda, Francia, Austria, Svizzera e Italia. Nel 1970 in Francia C. Auber ha proposto un metodo di agricoltura che ha chiamato a. biologica. Oltre a questi sistemi che hanno avuto sviluppo produttivo e commerciale, vanno citati altri metodi di a. b. adottati non su scala commerciale: l'agricoltura macrobiotica, l'agricoltura veganica, l'agricoltura Mazdaznan, l'agricoltura Amish.
Obiettivi dell'agricoltura biologica. - Pur nella diversità delle soluzioni tecniche che sono alla base dei vari metodi sopra citati, è possibile individuare una serie di obiettivi comuni a tutti.
Il primo obiettivo è di migliorare la qualità nutritiva, intesa in senso molto largo, degli alimenti: assenza di residui di fitofarmaci, basso contenuto di nitrati, maggior contenuto di elementi nutritivi (sostanza secca, zuccheri, vitamine, microelementi), maggior serbevolezza, miglior sapore, miglior digeribilità. Tutto ciò, ovviamente, rispetto alla qualità nutritiva dei prodotti dell'agricoltura convenzionale.
Il secondo obiettivo è di lungo termine e consiste nel migliorare la fertilità del terreno aumentandone il contenuto di humus, vivificandone le attività biologiche, correggendone le carenze minerali, soprattutto quelle di microelementi, adottando la pratica del sovescio e della rotazione.
Il terzo obiettivo è di evitare tutte le forme di inquinamento, non solo degli alimenti, ma di tutte le componenti ambientali.
Altri obiettivi che i sostenitori dell'a. b. intendono perseguire, sono i seguenti: a) diminuzione del consumo energetico riducendo l'intensità della lavorazione del terreno ed escludendo l'impiego di concimi azotati di sintesi; b) mantenimento degli agricoltori sulla terra grazie a una miglior valorizzazione della loro produzione, che consenta alle piccole aziende di rimanere economicamente vitali; c) adozione di metodi di allevamento degli animali domestici che siano conformi non solo alle esigenze fisiologiche di questi, ma anche ai principi umanitari e quindi con esclusione degli allevamenti in batteria, in stabulazione permanente, in eccessivo affollamento.
Basi tecniche dell'agricoltura biologica. - L'a. b. parte dal presupposto che si possano ridurre molto gli interventi tecnici convenzionali in ognuno dei settori di intervento agronomico di maggior impatto ambientale (lavorazioni, concimazione, lotta antiparassitaria) seguendo certe regole generali: 1) migliorare la fertilità del terreno favorendone al massimo le attività biologiche e segnatamente l'azotofissazione; 2) equilibrare la nutrizione delle piante tenendo conto che queste abbisognano non solo degli elementi maggiori (N, P e K), ma anche di numerosi microelementi e anche di molecole organiche complesse (antibiotici, vitamine, alcaloidi, acidi umici); 3) sviluppare le difese fisiologiche delle piante verso i parassiti (mediante un buon equilibrio nutrizionale) e rimuovere le condizioni a questi favorevoli (squilibri minerali o idrici, cattiva aerazione del terreno, stentata attività microbica, ecc.).
Da queste regole generali, che in parte sono asserzioni non unanimemente accettate, deriva una serie di norme tecniche caratteristiche di ogni metodo di a. biologica. Molte di queste norme rientrano nel quadro generale delle conoscenze scientifiche, altre toccano sfere concettuali non tradizionali: tali sono le concezioni antroposofiche a base dell'agricoltura biodinamica che postulano influenze astrali sulla vita delle piante, o il concetto di 'trasmutazione biologica' di un elemento in un altro, insito nel metodo Lemaire-Boucher, o il concetto di 'multibipolarità' che ispira il metodo di agricoltura macrobiotica.
Prescindendo da questi aspetti 'metafisici', gli aspetti tecnico-pratici dell'a. b. sono i seguenti:
Lavorazioni: sia pure con diversa tolleranza, ogni metodo di a. b. prevede lavorazioni più leggere di quelle dell'agricoltura convenzionale, generalmente ridotte al minimo indispensabile per interrare i sovesci e comunque da fare alla minima profondità possibile. Nei metodi Howard e Lemaire-Boucher è consentita la scarificatura anche piuttosto profonda, ma non l'aratura.
Concimazione: nell'a. b. la concimazione è basata su apporti organici integrati da concimi minerali naturali. Essa ha come scopo non tanto di fornire direttamente alle piante sotto forma rapidamente assimilabile gli elementi nutritivi di cui abbisognano, quanto di mettere il terreno in condizione di fornire alle piante, attraverso i processi fisico-chimici e soprattutto biologici che in esso si svolgono, un'alimentazione equilibrata.
Concimazione organica: ha il duplice scopo di arricchire il terreno di humus e di fornire azoto e altri elementi alle piante; si basa sull'uso di tutti i residui colturali e di tutte le fonti di sostanza organica possibili (liquami, con qualche limitazione; pollina; guano; panelli; sangue secco; cornunghia; ecc.).
Come regola generale, qualsiasi materiale organico (letame, residui di coltivazioni, sovescio, ecc.) non deve mai essere interrato in profondità, ma deve sempre subire una fase di decomposizione aerobica o sulla superficie del terreno (compost di superficie) o in concimaie (compost in cumulo). La distribuzione superficiale è prescritta dal metodo organico-biologico, ma il compostaggio in cumulo è quello praticato dagli altri principali metodi di a. biologica. Nell'agricoltura biodinamica grande importanza è attribuita alle 'preparazioni' (corno-letame, corno-silice, fiori o parti di piante specifiche) che, in interazione con forze cosmiche, influenzerebbero positivamente il potere concimante del compost o le capacità di difesa delle colture dai parassiti.
Concimazione minerale: nell'a. b. l'impiego di concimi minerali è severamente ristretto. Per quanto riguarda i concimi azotati solo il nitrato del Chile nei metodi ANOG e biodinamico è tollerato nella fase di avviamento. Per i concimi fosfatici, i soli minerali ammessi sono le fosforiti macinate, le scorie Thomas e, in certi casi, le fosforiti naturali del Senegal calcinate. Per i concimi potassici le uniche fonti ammesse sono la cenere di legna e, tra i materiali reperibili in commercio, il patentkali, o solfato doppio di potassio e magnesio d'origine naturale, ottenuto dalla kainite lavata per eliminarne il cloruro di sodio.
Grande importanza in certi metodi (Auber, Lemaire-Boucher) è attribuita a certi prodotti ammendanti calcareo-magnesiaci costituiti dai depositi marini dell'alga Lithothamnium calcareum, e ricchi di microelementi.
Praticamente in tutti i metodi di a. b. è prevista l'applicazione di concimi naturali nella cui composizione la silice è dominante (ma con presenza di molti macro- e microelementi). Si tratta di rocce silicee (basalto, granito, porfiro, gneiss, ecc.) da usare finemente macinate.
Difesa delle colture: l'a. b. mira ad avere un terreno sano e microbiologicamente attivo, in quanto considera queste condizioni come premessa indispensabile per avere una crescita equilibrata di colture di alta qualità e con pochi problemi di malattie, di parassiti e di erbe infestanti.
Inoltre viene fatto ricorso a tutte le possibili misure indirette atte a prevenire o a ridurre le aggressioni: rotazioni lunghe, coltura consociata, scelta di varietà resistenti o tolleranti, lotta biologica favorendo i nemici naturali, ecc. Questo complesso di misure preventive è ritenuto sufficiente per eliminare o ridurre gli interventi diretti di lotta.
È sui mezzi di difesa ammessi che si rilevano le maggiori differenze tra i vari metodi di a. biologica. Il metodo più permissivo è quello dell'ANOG, che prevede l'uso di una serie piuttosto ampia di anticrittogamici, insetticidi e diserbanti da usare quando necessario sulle colture frutticole e orticole che sono oggetto di questo metodo di a. biologica. Negli altri, più restrittivi, gli unici mezzi di difesa ammessi sono pochi composti minerali (solfato di rame, zolfo, permanganato di potassio, silicato di sodio); alcuni insetticidi naturali (nicotina, piretro, rotenone, quassia); insetticidi biologici a base di Bacillus thuringensis; polverizzazioni di minerali macinati finemente (litotamnio, rocce silicee); infusi e decotti d'erbe (equiseto, ortica); preparazioni a base di essenze vegetali (aromaterapia) o propoli.
Per il controllo delle erbe infestanti, oltre ai mezzi indiretti di prevenzione, le misure ammesse sono la sarchiatura meccanica e il pirodiserbo, cioè la distruzione delle malerbe con bruciatori a gas liquido.
Dell'a. b. sono da apprezzare le idee sull'importanza accordata alla conservazione della fertilità del terreno, la massima valorizzazione della sostanza organica, il rifiuto di eccedere con le manipolazioni meccaniche, il maggior rispetto possibile delle rotazioni colturali, la riduzione al minimo dell'impiego di mezzi diretti di lotta antiparassitaria adottando in maniera integrata tutti i mezzi indiretti giovevoli alla prevenzione.
Ciò che la comunità scientifica non può condividere è l'assoluta fiducia che la sola tecnologia dell'a. b. possa garantire, oltre alla qualità, un livello produttivo quantitativamente adeguato ai bisogni della collettività e un livello accettabile dei prezzi degli alimenti così ottenuti.
Seri dubbi hanno ragione di sussistere sulla possibilità di praticare l'a. b. su scala generalizzata: dubbi circa la possibilità di realizzare livelli di produttività alti e costanti senza l'apporto di quegli elementi nutritivi che sono, innegabilmente, potenti fattori limitanti della produttività degli ecosistemi naturali; dubbi circa la possibilità di abolire i mezzi diretti di lotta chimica contro quei fattori avversi che, nonostante l'adozione di tutte le misure preventive, inevitabilmente e imprevedibilmente aggrediscono e distruggono talora le colture; dubbi circa la possibilità tecnica, economica e psicologica di tornare a tecnologie basate sul lavoro umano (preparazione dei compost, sarchiature) in società industrializzate in cui gli addetti all'agricoltura rappresentano una quota sempre più esigua della popolazione attiva.
Bibl.: C. Aubert, L'agriculture biologique, Parigi 1977; R. Boeringa, Alternative methods of agriculture, Amsterdam 1980; Enciclopédie Larousse Agricole, s. v. Agriculture biologique, Montreal 1981; B. Stonehouse, Biological husbandry, Wellington 1981; C. A. Pratesi, Agricoltura biologica: un modo di produrre rispettoso dell'ambiente, in Agricoltura, 154, dicembre 1985; J. C. Delarue, Les problèmes de l'agriculture biologique ou organique et de ses produits, rapporto CEE, Bruxelles 1987.