Agrippa di Nettesheim, Heinrich Cornelius
di Nettesheim, Heinrich Cornelius Medico, filosofo e astrologo (Colonia 1486 - Grenoble o Lione 1535). Ebbe una vita agitata e avventurosa: compì numerosi viaggi in Francia e in Spagna, insegnò (1515) nell’univ. di Pavia e, per le sue dottrine magiche e cabalistiche, fu più volte condannato dalla Chiesa. Le sue opere principali sono De occulta philosophia (composto nel 1510, stampato in parte nel 1531 e, nella versione completa in 3 libri, nel 1533; trad. it. La filosofia occulta o la magia) e De incertitudine et vanitate scientiarum (redatto nel 1526 e stampato nel 1530; trad. it. Della incertitudine e della vanità delle scienze). La prima è una strenua difesa della magia, considerata la più perfetta delle scienze, la più elevata filosofia e la più completa saggezza, e insieme una dimostrazione del suo pieno accordo con la teologia. Secondo la dottrina di A., che rappresenta una specie di teosofia neoplatonico-cristiana, l’Universo è composto di tre mondi o sfere: la sfera degli elementi, quella degli astri e quella degli spiriti, vale a dire il mondo elementare o fisico, quello celeste e quello intelligibile. In corrispondenza di questi tre mondi vi sono altrettante magie, la fisica, la celeste e la religiosa, le quali consistono nell’arte di entrare in possesso delle forze di un mondo superiore per dominare il mondo inferiore. La seconda è una critica violenta di tutte le scienze del suo tempo, definite un tessuto di errori e di assurdità; vano è pertanto, secondo A., consumare la vita nello studio di esse, anziché seguire la parola di Dio rivelataci nella Scrittura, che è la sola via che possa condurre alla verità.