Agrippa
Filosofo scettico posteriore a Enesidemo, la cui vita non può essere però datata con maggiore precisione. Diogene Laerzio (IX, 88 segg.) gli attribuisce i cinque τρόποι τῆς ἐποχῆς («argomenti per la sospensione dell’assenso»), e cioè: (1) ὁ ἀπὸ τῆς διαφωνίας, l’argomento della generale discordia delle opinioni; (2) ὁ εἰς ἄπειρον, l’argomento del processo all’infinito che interviene per la necessità di provare, a loro volta, i fondamenti di ogni prova; (3) ὁ πρός τι, l’argomento della relatività di ogni conoscenza in funzione del soggetto e delle condizioni d’esperienza, che toglie ogni assolutezza obiettiva al conosciuto; (4) ὁ ἐξ ὑποϑέσως, l’argomento che chiarisce l’assurdo dei dogmatici, i quali pongono arbitrariamente i primi principi delle loro deduzioni; (5) ὁ δἰ ἀλλήλων, l’argomento della petitio principii (e cioè del circolo vizioso di A provato da B, che a sua volta non è provato se non da A), che Sesto Empirico (Pyrrhoneae Hypotyposes, I, 164) dice comuni agli scettici νεώτεροι (iuniores) in opposizione agli ἀρχαιότεροι (seniores), i quali si attenevano infatti ai dieci tropi di Enesidemo. Il nome di A. manca nell’elenco degli scolarchi scettici dato da Diogene Laerzio (IX, 116): né la presumibile importanza della sua personalità filosofica è argomento sufficiente per supporre che si tratti soltanto di una pura dimenticanza.