Agriturismo
Definizione e finalità dell'agriturismo
L'a. è ormai una forma di turismo ampiamente nota e accettata comunemente dai consumatori ma, almeno fino agli anni Ottanta, veniva considerata dagli abitanti delle metropoli un'occasione assai originale per vivere un'esperienza in ambiente rurale. A partire da questi stessi anni, che possono essere considerati di svolta per questo comparto turistico, l'a. ha cominciato ad assumere le connotazioni imprenditoriali ed economiche che lo avrebbero poi caratterizzato.
Lo stesso salto di qualità nelle caratteristiche dell'offerta agrituristica era avvenuto alcuni anni prima in Francia dove l'associazione Agriculture et tourisme aveva cominciato a organizzare i gîtes ruraux. Contemporaneamente, in Gran Bretagna, dove la precoce industrializzazione aveva accelerato lo spopolamento delle campagne, si erano diffusi i bed & breakfast in fattoria. In quegli stessi anni svariate forme alternative di ospitalità in aree rurali destinate a viaggiatori di passaggio erano nate, come la Zimmer frei in Tirolo. Sorgevano poi strutture di accoglienza aperte al soggiorno prolungato di chi sceglieva la montagna come meta di villeggiatura e gestite da agricoltori.
Il rapido sviluppo dell'industrializzazione e dei servizi accompagnato dallo spopolamento delle campagne, la fine della mezzadria che aveva fino agli anni Settanta caratterizzato il modello di proprietà contadina soprattutto nell'Italia centrale (Umbria, Marche e Toscana), l'abbandono dei giovani meridionali delle proprie terre ormai incapaci di garantire livelli di reddito paragonabili a quelli offerti dall'occupazione nell'industria e nei servizi, aveva lasciato vuoti ampi spazi nelle masserie del Mezzogiorno o nelle cascine padane.
Il rapido diffondersi in tutta Italia di nuove nonché originali forme di ospitalità rurale, che incontravano sempre maggiore consenso fra clienti italiani e stranieri sia per i costi contenuti sia per le opportunità di una originale esperienza di vacanza, spinsero i legislatori a regolare la materia.
Nel 1973 le province autonome di Trento e Bolzano emanarono, quasi contemporaneamente, leggi di incentivo all'ospitalità offerta da agricoltori, esempio che sarebbe poi stato seguito da molte altre regioni. Nel 1975 fu pubblicata la prima guida agrituristica, cui se ne aggiunsero molte altre sia delle associazioni di produttori del settore sia di agenzie private specializzate nella commercializzazione delle vacanze nella natura. Nello stesso anno, una direttiva della Comunità europea (oggi Unione Europea) sull'agricoltura di montagna (la nr. 278/75) propose, al fine di conservare il presidio agricolo sul territorio, di integrare l'attività agricola con attività turistiche, ambientali e artigianali. Il 5 dicembre 1985 il Parlamento approvò la l. nr. 730 che disciplinava l'a. in Italia. Negli anni successivi, tutte le Regioni hanno emanato norme di recepimento della l. statale. Alla fine del 1991 (30 dic.) una legge dello Stato (nr. 413) ha istituito un particolare regime fiscale per l'agriturismo. In Italia le aziende agricole autorizzate all'esercizio dell'ospitalità agrituristica sono passate dalle poche centinaia degli anni Settanta alla cifra di 13.519 del 2004. Non si dispone di dati forniti da fonte ufficiale per descrivere compiutamente le caratteristiche strutturali dell'a., pertanto è necessario far ricorso a stime fornite dalle Associazioni Nazionali Agrituristiche (ANAGRITUR). (v. tab. 1).
L'agriturismo e il turismo rurale
Lo sviluppo spontaneo dell'a. ha coinciso con una fase storica in cui l'Unione Europea sperimentava nuove forme di sostegno al reddito agricolo in grado di accompagnare e regolare il grave fenomeno dell'abbandono di vaste aree rurali. Queste nuove forme di sostegno affidavano all'agricoltura non solo il compito di produrre cibi sani e abbondanti per le popolazioni urbane, ma anche funzioni sociali e di conservazione delle risorse naturali. L'a. apparve subito il modo migliore per frenare l'esodo dei giovani agricoltori, garantire la presenza di popolazione sul territorio e, al tempo stesso, cercare di frenare il degrado territoriale e immobiliare che lasciava vaste aree del Paese in abbandono. Le varie forme di uso del territorio rurale con finalità turistiche e ricreative rispondono complessivamente alla definizione di turismo rurale.
In Italia, nel contesto del turismo rurale, come già detto, l'attività agrituristica è stata identificata e disciplinata con una legge quadro dello Stato (5 dic., nr. 730) del 1985 e da leggi regionali di recepimento; l'a. si riconosce per alcuni particolari requisiti del tutto peculiari richiamati dalla norma: l'esercizio dell'attività agrituristica è riservato agli imprenditori agricoli; l'attività agrituristica deve realizzarsi mediante l'utilizzazione dell'azienda agricola (edifici, terreni, manodopera, prodotti), quindi in connessione con l'attività agricola; l'attività agricola deve rimanere prevalente rispetto all'attività agrituristica, che pertanto è legata alla stessa attività agricola da un rapporto di complementarità; per l'esercizio dell'attività agrituristica, nelle sue diverse forme di organizzazione, è prevista una specifica autorizzazione amministrativa, del tutto diversa da quella necessaria per gestire le normali strutture turistiche (alberghi, villaggi, affittacamere ecc.). (v. tab. 2).
L'agriturismo e le risorse agricole
Come è stato appena chiarito, la l. 730 consente l'attività agrituristica solo ad aziende agricole il cui proprietario figuri 'imprenditore agricolo a titolo principale'. L'a. influenza positivamente i risultati economici realizzati attraverso l'attività agricola in senso stretto, consente la sopravvivenza strutturale dell'azienda e mantiene l'unità della famiglia sul fondo.
Una completa valorizzazione delle risorse dell'azienda agricola attraverso l'attività turistica consente che: a) gli edifici non più utili alla conduzione del fondo vengano restaurati al fine di accogliere gli ospiti; b) i prodotti agricoli possano essere venduti direttamente anche attraverso la ristorazione; c) la manodopera venga utilizzata in modo migliore e sia più qualificata ai fini di una crescita qualitativa dell'organizzazione aziendale; d) l'ambiente riceva maggiori cure e attenzioni per rendere più gradevole l'ospitalità, con evidenti benefici economici per l'azienda attraverso maggiore gradimento di mercato che si riflette sui prezzi e producendo esternalità positive per tutta la comunità rurale; e) le testimonianze storiche e culturali siano valorizzate e conservate per le generazioni future.
L'a. costituisce, dunque, non soltanto un'attività supplementare rispetto a quella agricola ma anche una formula di ospitalità rurale che è strettamente connessa con l'agricoltura; contribuisce alla valorizzazione dei prodotti tipici agricoli aziendali freschi e trasformati e, in definitiva, valorizza le potenzialità imprenditoriali ed economiche collegate all'esercizio dell'agricoltura e al luogo (azienda, territorio) ove esso si realizza. L'a. finisce, in tal modo, nell'orientare le strategie aziendali verso ordinamenti produttivi agricoli più favorevoli alle opportunità di mercato offerte dalla presenza di ospiti in azienda curiosi ed esigenti, dirigendosi verso una più avanzata qualificazione e tipicizzazione del prodotto, tramite forme di lavorazione a carattere artigianale, a livello aziendale o interaziendale. Inoltre, attraverso l'a. si possono realizzare obiettivi di crescita dell'occupazione in aree rurali nel pieno rispetto del principio di prevalenza dell'attività agricola su quella turistica.
L'agriturismo e le risorse rurali
L'a. non può fondare il proprio sviluppo esclusivamente sulle risorse dell'azienda agricola; è infatti essenziale che queste si integrino con le risorse economiche, naturali e antropizzate (storia, cultura, tradizioni) del contesto territoriale di riferimento. È necessario che le diverse aziende agricole presenti in una data area integrino reciprocamente i rispettivi prodotti per comporre un'ampia varietà di offerta. Forme di collaborazione sono inoltre possibili tra le aziende agrituristiche e le aziende turistiche nell'obiettivo di fornire agli ospiti un'immagine definita della identità turistica del luogo. Anche il patrimonio culturale può contribuire a caratterizzare l'ospitalità di un territorio in cui si concentrano numerose e rilevanti attività agrituristiche; valgano da esempio l'allestimento di esposizioni di antichi strumenti agricoli e di altre testimonianze di cultura materiale, all'interno delle aziende, oppure l'organizzazione di feste, fiere e sagre legate ai diversi momenti della vita e della produzione agricola (per es. la vendemmia o la raccolta e la lavorazione delle olive). Altra importante risorsa è la valorizzazione dell'ambiente in cui l'attività agrituristica si realizza, per es. tramite la cura e la segnalazione di percorsi da destinare all'escursionismo a piedi, in bicicletta e a cavallo o la creazione di punti di osservazione e ripresa fotografica degli animali.
La domanda e l'offerta di agriturismo
Le motivazioni profonde del successo dell'a. registrato a partire dagli anni Novanta del 20° sec. e che è poi proseguito risiede, sul fronte della domanda, nella ormai consolidata abitudine della gran parte delle famiglie italiane di dedicare un certo periodo dell'anno alle vacanze.
L'introduzione delle vacanze nei moderni stili di vita è il frutto della crescente disponibilità di reddito e di nuove modalità di fruizione del prodotto turistico che prevedono brevi periodi di ferie distribuiti nel corso dell'anno. Il cliente tipo dell'a. è rappresentato da un soggetto di età adulta, colto, di medio alto reddito alla ricerca di una vacanza diversa in cui le componenti relax, acquisizione di nuove conoscenze e stili di vita, anche in campo enogastronomico, costituiscono elementi essenziali. Si tratta dunque più di un viaggiatore urbano proveniente da tutti i Paesi europei (e talvolta extraeuropei) che di un tradizionale turista.
L'a. si propone, nei suoi contenuti esperienziali, come una grande opportunità per i ragazzi delle scuole che spesso ignorano completamente l'esistenza delle più comuni piante coltivate e degli animali dei nostri allevamenti. Ne consegue la crescente attenzione verso il fenomeno delle fattorie didattiche, nelle quali classi di studenti imparano a conoscere i segreti dell'agricoltura, dell'alimentazione e dell'ambiente rurale. Inoltre si rileva, nelltipo, una crescente domanda di stimoli, di qualità dell'accoglienza, di caratterizzazione rispetto a ogni altra forma di ospitalità. La necessità e la possibilità di fornire una risposta a questa esigenza attraversa orizzontalmente l'intero settore, dalle aziende agricole più raffinate e costose, a quelle più spartane ed economiche. Nel tempo il profilo dell'agriturista è cambiato. In origine era un ospite sui generis, un ecologista convinto, un salutista, una frazione molto distinta della domanda turistica; in seguito si è configurato come persona facente parte di ogni ceto sociale e gruppo culturale e, nelle sue scelte, l'a. convive senza problemi con viaggi in luoghi esotici o con visite a città d'arte. Più del 75% degli ospiti vorrebbe essere accolto con un trattamento di mezza pensione, gradirebbe un'azienda con un allevamento di bovini, cavalli o maiali, e, ritornando a casa, farebbe volentieri provvista dei prodotti gustati nell'azienda che lo ha ospitato. Altra importante aspettativa è quella di fare diretta conoscenza con i padroni di casa, avendo con loro significative opportunità di dialogo e di conoscenza personale. Con l'a. il cliente cessa di essere uno dei tanti, il numero di una camera di albergo ed entra nella vita dell'azienda.
L'offerta di ospitalità agrituristica continua a mostrare, anche nei primi anni del 21° sec., importanti tassi di crescita e una forte diffusione territoriale. Entrano sul mercato nuove imprese, tutte di piccola dimensione, e l'a. cresce anche in quelle realtà meridionali che dispongono di grandi tradizioni e importanti bacini di risorse naturali. In queste aree ormai, le tradizionali forme di agricoltura in special modo quella praticata nelle aree interne, stentano a garantire adeguati livelli di reddito alle famiglie contadine.
Per un Paese come l'Italia, il cui territorio è per tre quarti collinare e montano, e che, per vicende geografiche e storiche, ha vissuto profonde separazioni da cui sono derivate tradizioni fortemente differenziate, lo sviluppo dell'a. è ancora molto al di sotto delle più ragionevoli stime di potenzialità. Sono state infatti appena 13.519 le aziende agrituristiche in attività nel 2004, con una incidenza sul totale delle aziende agricole inferiore al 1%. Questo dato ha assunto un significato particolare se si tiene conto del fatto che quasi metà dell'offerta si è concentrata ancora in tre regioni: Trentino-Alto Adige, Toscana e Umbria. (v. tab. 3).
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