Vedi AGUNTUM dell'anno: 1958 - 1973 - 1994
AGUNTUM
AGUNTUM (v. vol. l, p. 161 e s 1970, p. 19). Scavi e ricerche proseguono, sia nella città di A. (il cui nome peraltro, a quanto si può dedurre dal suffisso -nt, è preromano), sia nel territorio. Fra le popolazioni di quest’area ricordiamo (rivelati anche da iscrizioni romane) і nomi dei Laianci, stanziati nel bacino di Lienz (città che da loro deriva il nome), e dei Sebati, con il loro principale insediamento a Sebatum (oggi Sankt Lorenzen) in Val Pusteria. Fondata presumibilmente nell’età tardo tiberiana, A. (insieme con altri quattro oppida del Norico) divenne municipium con Claudio: in tale occasione dovette esserle assegnato il territorio (riunificato) di quelle due civitates (che insieme dedicano un’iscrizione onoraria al primo procuratore del Norico stesso, Baebius Atticus, nel suo luogo natale, Iulium Carnicum).
Si continua a indagare anche sulla planimetria della città, condizionata dalla presenza di una biforcazione di strade (strada principale della valle della Drava, che qui attraversava il torrente Debant, e strada secondaria in direzione della valle dell’Isel), anche con rischi che vengano creati equivoci dovuti a testimonianze molto dubbie quali la c.d. pianta di Α., cioè un rozzo graffito su tegola, e una stele, anch’essa assai rozza, proveniente da Bichl presso Matrei. Quanto alla cinta difensiva, si può confermare l’ipotesi, già avanzata in passato, che la sua funzione fosse più «simbolica» che non effettivamente militare: manca un valium, e sono addossati in qualche tratto alle mura edifici sia sul lato esterno, sia su quello interno.
Qualche novità si può segnalare anche per quanto riguarda la comunità cristiana di età tarda: fra l’altro, і resti di una chiesa a Lienz.
Lo studio delle sculture del capoluogo e delle immediate vicinanze consente di individuare due filoni abbastanza precisi: da un lato, resti di statue «ufficiali» (imperatori, divinità) di grandi dimensioni, anche in bronzo, di ottima qualità; dall’altro rilievi (per lo più pertinenti a monu menti funerari) che rientrano qualitativamente nella tipica produzione provinciale del Norico meridionale.
Bibl.: s. Karwiese, Aguntum. Das Ende einer Stadt im Spiegel der Münzfunde. Eine numismatisch-archäologisch-historische Untersuchung, Vienna 1974; id., Der Ager Aguntinus. Eine Bezirkskunde des ältesten Osttirol, Lienz 1975; W. Alzinger, Das Municipium Claudium Aguntum. Vom keltischen oppidum zum frühchristlichen Bischofssitz, in ANRW, II, 6, 1977, pp. 380-413; id., Ein Stadtplanfund in Aguntum, in AW, VIII, 1977, 2, pp. 37-41; S. Moscati, La pianta di Aguntum, in Miscellanea A. Frutaz, Roma 1978, pp. 53-56; W. Alzinger, A Lavant, Führer durch die römerzeitlichen Ruinen Osttirols, Vienna 1985; V. Gassner, Zur Funktion und Datierung der Stadtmauer von Aguntum, in Römö, XIII-XIV, 1985-1986, pp. 77-100; N. Heger, CSIR, III, 4. Die Skulpturen der Stadtgebiete von Aguntum und Brigantium, Vienna 1987; W. Alzinger, R. Trümmer, Die ältesten Bauten Aguntums, in Römö, XV-XVI, 1987-1988, pp. 7-14.
(O. Harl*)