AHICHCHATRA
Antica capitale del Pāñchāla settentrionale, secondo il Mahābhārata, oggi rovine presso il villaggio di Ramnagar nel Rohilkhand, ora distretto di Bareli (Uttar Pradesh).
Vi furono eseguiti scavi dal Cunningham, ma solo in superficie, quindi, con scarsi risultati, da A. Führer; un indagine regolare fu condotta tra il 1940 e il 1944 ad opera dell'Archaeological Survey of India (Rao Bahadur, K. N. Dikshit e A. Ghosh).
Le vicende storiche di A. non si distinguono da quelle della piana gangetica. Le testimonianze numismatiche registrano l'inserimento nell'orbita Kuṣāna intorno al 100 d. C. L'impero Gupta assorbi la regione di A. intorno al 350, ad opera di Samudragupta che la sottrasse al re Achyuta (Achyu nelle monete). A. fu parte dell'impero di Harshavardhana di Kanauj (606-646), durante il cui regno il suo territorio formò una bhukti o provincia: la città era ancora fiorente e Hsüan-tsang, che la visitò in quegli anni, ci parla di dieci monasteri buddisti e di più di mille studenti seguaci del Hīnayāna; ma vi erano anche nove templi dei deva e numerosi erano i seguaci di Shiva.
Sono stati riconosciuti nove strati: ix, prima del 300 a. c.; viii, 300-200; vii, 200-100; vi-v, 100 a. C.-100 d. C.; iv, 100-350; iii, 350-750; con gli strati ii e i si arriva al 1100 circa. (È in uso anche una equivalente suddivisione in periodi con numerazione inversa). Lo strato ix è però molto dubbio. A ciascun periodo corrisponde un diverso impianto.
A. ebbe una enorme importanza nello studio sistematico della ceramica indiana di età storica: ad A. fu per la prima volta trovata la Painted Grey Ware, poi rinvenuta in numerosi altri siti nei bacini dei fiumi Sutlej, Ghaggar, Jumna e Gange; ma, dal punto di vista storico-artistico, la fama di A. è legata piuttosto al gruppo eccezionale - per quantità e qualità - di terrecotte figurate.
Ad A. furon trovati due bastioni di terra al disotto di un poderoso muro di mattoni cotti: la Painted Grey Ware sarebbe stata trovata sotto e dentro il più antico dei due bastioni che pertanto non dovrebbe essere più tardo del 500 a. C.; ma ulteriori controlli sono assolutamente necessari. Nello scavo regolare, al primo periodo (strato ix), infatti, non corrisponde alcuna struttura.
Il mattone crudo è impiegato nello strato successivo, dove si accompagna con la Northern Black Polished Ware; il mattone cotto appare nel I sec. a. C., quando la città viene fortificata con un muro perimetrale di 5 km e mezzo.
Nel III strato (periodo vii) si rinvenne un complesso templare che ha restituito delle grandi immagini brahmaniche di terracotta.
Le terrecotte dei periodi più antichi non ci dicono gran che di nuovo rispetto alla ben nota produzione dell'India settentrionale, dal N-O al Bengala; nel periodo Gupta e nel successivo, invece, A. mostra di essere uno dei centri più importanti di un'attività artistica che, libera dai canoni iconografici della più aulica scultura in pietra, ci permette di cogliere alcuni degli aspetti più vivi della società indiana gravitante verso la campagna. Ricordiamo le due superbe teste di Shiva e di Parvati e la serie di grandi rilievi con immagini divine (Bhairava, Shiva in varie forme) o con scene mitologiche (i gaṇa che distruggono il sacrificio di Daksha, un kiṁnara-mithuna, una battaglia, ecc.).
Poche le immagini buddiste; fra di esse, due placche, l'una con il Buddha seduto in padmāsana e abhayamudrā; l'altra con il Buddha stante in abhayamudrā, sono state assegnate al VI-VII sec. e sono confrontabili assai da presso con le analoghe terrecotte da Mirpur Khas (Sind), sebbene queste siano comunemente assegnate al V sec. (v. Moti Chandra, in Prince of Wales Museum Bulletin, 7, 1959-62, pp. 1-22; ma per un tentativo di rialzare la datazione delle terrecotte di Devnimori e, in conseguenza, di quelle di Mirpur Khas, v. ora: H. Goetz, in Zeitschrft der Deutschen Morgenländischen Gesellschaft, cxiv, 1964, p. 169 s.).
Il materiale di A. è in massima parte conservato nel Museo Nazionale di Nuova Delhi.
Bibl.: A. Cunningham, in Reports [of the] Archaeological Survey of India, I, 1861-63 (1871), pp. 255-65; A. Führer, in Progress Report of the Epigraphical and Architctural Branches of the N. W. Provinces and Oudh, 1891-92, p. i ss.; R. S. Tripathi, History of Kanauj to the Moslem Conquest, Delhi 1937 (rist. 1964); B. C. Law, Pāñchālas and Their Capital Ahichchatrā, in Memoirs of the Archaeological Survey of India, 67, Delhi 1942; A. Ghosh-K. C. Panigrahi, Pottery of Ahichchhatra (U. P.), in Ancient India, I, 1946, pp. 37-59; V. S. Agrawala, Terracotta Figurines of Ahichchhatra, District Bareilly, U. P., ibid., IV, 1947-48, pp. 104-79; M.G. Dikshit, Beads from Ahichchatrā, U. P., ibid, VIII, 1952, pp. 33-63; Y. D. Sharma, ibid., IX, 1953, p. 137 ss.; N. R. Ray, in The Classical Age (The History and Culture of the Indian People), Bombay 1954, p. 548 ss.; D. H. Gordon, The Pre-historic Background of Indian Culture, Bombay 1958, p. 140 s.; M. Wheeler, Early Indian and Pakistan to Ashoka, Londra 1959; R. Thapar, AÎsoka and the Decline of the Mauryas, Londra 1961, p. 240 s.; Y. D. Sharma, in Archaeological Remains, Monuments and Museums, Nuova Delhi 1964, I, p. 50 s. e passim; R. C. Agrawala, A Rare Statue of Yamunà in the Nat. Museum of the Or. Institute, Baroda, XVI, i, 1966, p. 60 s.