AḤMED esh-SHERĪF
. Nato nel 1872, primogenito di Moḥammed esh-Sherīf, secondo figlio di Moḥammed ibn Alī es-Senūsī, che fondò la nota confraternita dei Senūsī. Morto nel 1902 Mohammed el-Mahdī, primogenito del fondatore e suo successore nella direzione della confraternita, ed essendo i suoi due figli ancora adolescenti, Aḥmed esh-Sherīf, loro zio, fu designato capo dei Senūsī, e tale restò fino al 1917, svolgendo per parecchi anni un'attiva e accanita opera di opposizione all'avanzata francese nel Kānem, nel Wadāi e nel Borqū, opposizione che derivava, oltre che dalle direttive generali della confraternita contrarie all'occupazione di territorî musulmani per parte di potenze europee, anche dal fatto che la tratta degli schiavi e il contrabbando delle armi, fonti di ricchezze per i Senūsī, venivano ad essere soppressi. Scoppiata nel 1911 la guerra italo-turca e occupati Tripoli e Bengasi e altri punti della costa, Ahmed esh-Sherīf si tenne per qualche tempo in attesa, non partecipando alla resistenza turca in Cirenaica. Dopo la pace di Ouchy, partito Enver pascià dalla Cirenaica, Ahmed esh-Sherīf, atteggiandosi a capo di un governo autonomo di quella regione, che s'intitolava "governo senūsita", diresse la resistenza indigena contro l'occupazione italiana dell'interno, combattendo ripetutamente contro le nostre forze. Nel 1915, dichiaratosi nuovamente lo stato di guerra fra l'Italia e la Turchia, il Senusso ebbe dal Sultano la nomina a governatore della Tripolitania e delle regioni dipendenti, continuò la resistenza contro l'Italia, e cominciò ad attaccare i presidî inglesi al confine egiziano. Ma le sconfitte subìte nel successivo anno e gli accordi che intanto si andavano determinando fra gl'italo-inglesi e un altro membro della famiglia senūsita, suo cugino, il sayyid Moḥammed Idrīs, che venne proclamato capo della confraternita, lo costrinsero ad abbandonare la lotta e a rifugiarsi in Turchia e in altre regioni del vicino Oriente, ove è vissuto in questi ultimi anni, prendendo velatamente parte alle vicende politiche e religiose. È uomo pio e versato negli studî arabo-musulmani.