AIGINA (Αἴγινα)
Figlia del dio marino Asopos, madre di Aiakos. Secondo il mito, Zeus, per rapirla, si trasformò in aquila o in fuoco (trasformazioni però non testimoniate dai monumenti figurati) e la trasportò nell'isola Omone o Oionopia, che prese poi nome di Aigina (Egina, v.). Da Pausania (v, 22, 6 e x, 13, 6) sappiamo che i Fliasi avevano dedicato a Delfi un gruppo con Zeus ed A. e, ad Olimpia, un gruppo statuario, che, oltre ad A. e a Zeus, comprendeva Asopos e le quattro sorelle di Aigina. Plinio (Nat. hist., xxxv, 122) ricorda un dipinto di Elasippos dove era raffigurata Aigina. Sui vasi greci a figure rosse il ratto di A. da parte di Zeus è raffigurato come una scena d'inseguimento, cosi su uno stàmnos di Hermonax al Museo Gregoriano Etrusco, su un cratere a colonnette del Pittore di Boreas e su uno del Pittore dei Niobidi. In queste ceramiche oltre ai due personaggi principali sono rappresentate anche le sorelle di A. fuggenti a destra e a sinistra.
Monumenti considerati. - Vasi greci: J. D. Beazley, Attic Red-figured Vases-painters, Oxford 1942, pp. 318, n. 16; 338, n. 16; 583, n. 8; 584, n. 28; G. M. Richter-L. F. Hall, Red-figured Athenian Vases in the Metropolitan Museum of Art, New Haven 1936, p. 116, tav. 94, 170; L. Laurinsich, C. V. A., Bologna, fasc. 1, tavv. 11-14.
Bibl: W. H. Roscher, in Roscher, I, cc. 148-149, s. v.; J. Escher, in Pauly-Wissowa, I, c. 968, s. v., n. 2.