Aimeric de Belenoi (Namericus de Belnui)
Trovatore (prima metà sec. XIII), citato da D. in VE II VI 6 fra i " dictatores illustres ", e II VII 3 fra gli autori di canzoni in endecasillabi. Le scarse notizie che di lui possediamo sono tratte dalla Vida provenzale a lui dedicata e dai riferimenti storici presenti nelle sue poesie.
La biografia ci informa che nacque nel territorio di Bordeaux, in un castello chiamato l'Esparra (Lesparre, Gironde). Nipote di Pierre de Corbiac anch'egli poeta, fu chierico, ma, sempre secondo la Vida, mutò il suo stato in quello di giullare; visse a lungo in Guascogna per amore di una donna di nome Gentils de Rius (Rieux, Haute Garonne), quindi si recò in Catalogna dove rimase sino alla morte. Gli vengono attribuiti con sicurezza quindici componimenti, dai quali si può ricavare che ebbe rapporti con le corti del conte di Provenza, Raimon Berenger IV (1209-1245) del quale celebra il ritorno in patria (1217) in una canzone, e con quella del conte di Rossiglione, Nuno Sanchez, di cui, in un planh, lamenta la morte (1242). Probabilmente frequentò anche le corti di Tolosa e d'Aragona e quella del marchese Corrado I di Lunigiana (m. 1250).
D. riporta l'incipit della canzone Nuls hom non pot complir addrechamen in entrambi i luoghi del De vulg. Eloq. in cui cita il trovatore. La scelta di questo componimento appare motivata dall'eleganza strutturale con cui è sviluppato, in forma sentenziosa, il tema, ormai tradizionale, dell'amore che trae esaltazione e appagamento dal desiderio stesso; dal rigore della costruzione metrica (coblas unissonans: 5 strofe di 8 endecasillabi rimati ABBA CC DD, con due tornate, la prima di quattro, la seconda di due versi), ma anche dalla presenza di spunti dottrinali caratteristici della lirica occitanica ‛ argentea ' nei quali D. probabilmente sentiva un'espressione di quelle idealità che egli stesso, con profondità di pensiero e impegno formale assai maggiori, manifestava nell'ambito della poetica stilnovistica. V. NULS HOM NON POT.
Bibl. - Su A. de Belenoi, oltre alla bibl. fondamentale sui trovatori (Jeanroy, Pillet-Carstens, ecc.): M. Dumitrescu, Poésies du troubadour Aimeric de Belenoi, Parigi 1935; C. Levent, Corrections aux textes des chansons du troubadour A. de B., in " Annales du Midi " LII (1940) 22-49; M. Ruffini, Il trovatore A. de B., Torino 1951. Per i rapporti fra D. e A. de B. e i trovatori provenzali in generale, vedi: H. J. Chaytor, The Troubadours of D., Oxford 1902, 170-172; C. De Lollis, D. e i trovatori provenzali, in " Flegrea " I (1899) 322 ss.; E. Monaci, Poesie in lingua d'oc e lingua d'oîl allegate da D. nel " De vulgari eloquentia ", Roma 1909; E. Hoepffner, D. et les troubadours, in " Études italiennes " IV (1922) 193 ss.; H. Hauvette, D. et la poésie provenzale, in La France et la Provence dans l'auvre de D., Parigi 1929, 107 ss.; A. Schiaffini, Lingua e tecnica della poesia d'amore dai Provenzali al Petrarca, in " Cultura neolatina " III (1943) 149 ss.; A. Viscardi, La poesia trobadorica e l'Italia, in Problemi e orientamenti, IV, Milano 1948, 1 ss.; A. Schiaffini, D. e i trovatori, Letture del " De vulgari eloquentia " di D., Roma 1959; S. Santangelo, D. e i trovatori provenzali, Catania 19592 (rec. di G. Bertoni, in " Giorn. stor. " LXXXII [1923] 372 ss.); R.M. Ruggieri, Tradizione e originalità nel lessico " cavalleresco " di D.: Dante e i trovatori provenzali, in L'umanesimo cavalleresco italiano da D. al Pulci, Roma 1962, 67 ss.; G. Folena, Vulgares eloquentes. Vite e poesie dei trovatori di D., Padova 1961; T.G. Bergin, Dante's Provençal Gallery, in " Speculum " XL (1965) 15 ss.