AIMERICO
Originario di Bourges, canonico della congregazione lateranense, fu nominato nel 1123 da Callisto II cardinale diacono di S. Maria Nova e cancelliere. Amico di s. Bernardo, ne rappresentò in Curia gli ideali, esercitando grande influenza già nell'elezione di Onorio II (15-16 dic. 1124). Lo accompagnò poi, al momento della crisi sopraggiunta nell'Italia meridionale dopo la morte di Guglielmo II, duca di Puglia, nelle sfortunate operazioni militari contro Ruggero II, impadronitosi del ducato di Puglia con la violenza. A. fu mandato a trattare la pace con Ruggero insieme con Giovanni, cardinale vescovo di Ostia e con Cencio Frangipane, ma ebbe scarso successo ed il papa fu costretto ad accettare le condizioni del principe normanno, ottenendo in cambio solo dei riguardi formali.
Dopo la morte di Onorio II, nel 1130, appoggiò l'elezione di Gregorio Papareschi, poi Innocenzo II, avversando, invece, con tutte le forze quella di Pietro Pierleoni, di cui fu il più irriducibile nemico, quando fu eletto antipapa col titolo di Anacleto Il. Durante lo scisma accompagnò in Francia, tra il 1130 ed il 1133, Innocenzo Il; intervenne al concilio di Pisa del 1135; operò contro Anacleto specialmente nell'Italia meridionale, tentando nel 1137, con s. Bernardo e con i cardinali Guido e Gerardo di S. Croce, di sottrarre Ruggero all'obbedienza dell'antipapa. Nello stesso anno partecipò vigorosamente anche all'azione svolta da Innocenzo II per costringere il monastero di Montecassino ad abbandonare Anacleto. Fu perciò, nel luglio del 1137, legato presso l'imperatore Lotario perché intimasse ai monaci di obbedire al pontefice canonicamente eletto e il 17 settembre, sempre con s. Bernardo e il card. Gerardo, partecipò alla seduta indetta, alla presenza dell'imperatore, per giudicare Rainaldo, abate di Montecassino, che venne deposto su decisione di A. e del patriarca d'Aquileia, Peregrino. Andò poi a Montecassino in occasione dell'elezione del nuovo abate, per comunicare ai monaci un ordine papale in proposito. Scoppiate di nuovo le ostilità tra il papa e Ruggero II, A. cadde prigioniero dei Normanni il 22 luglio 1139. Liberato, tornò in Curia, ove morì il 28 maggio 1141, secondo quanto riporta sotto tal giorno il necrologio di S. Vittore di Parigi, che ricorda anche il lascito fatto al monastero, consistente in reliquie ed in altri oggetti sacri.
Fonti e Bibl.: Le lettere di s. Bernardo ad A. sono in Migne, Patr. Lat. CLXXXII, colI. 118 s., 123, 154-157, 158-160, 315, 320 s., 344, 513-517, 522, 542-544, 974 (dedica ad A. del De diligendo Deo); due lettere di Pietro il Venerabile in Migne, Patr. Lu. CLXXXIX, coll. 69 s., 166-170; Leonis Marsicani et Petri diaconi Chronica monasterii Casinensis, a cura di W. Wattenbach, l. IV, capp. 108-109, 119-124, in Monumenta Germ. Hist., Scriptores, VII, Hannoverae 1846, pp. 821 s., 835-837, 839; L. Tosti, Storia della badia di Montecassino, II, Roma 1889, pp. 77-82; F. Chalandon, Histoire de la domination normande en Italie et en Sicile, Paris 1907, I, p. 395; II, pp. 48, 81; J. M. Brixius, Die Mitglieder des Kardinalkollegiums, Berlin 1912, pp. 32, 72; E. Vacandard, Vie de saint Bernard, I, Paris 1927, pp. 284-296; P. F. Palumbo, Lo scisma del MCXXX, Roma 1942, cfr. Indice; Dict. d'Hist. et de Géogr. ecclés., V, coll. 1291-1294.